AFRICA/MADAGASCAR - “L'appello del sindaco a disertare i ministeri non sembra che sia stato accolto: la maggior parte degli uffici sono aperti” dicono a Fides fonti locali

lunedì, 2 febbraio 2009

Antananarivo (Agenzia Fides)- “L'appello del sindaco di Antananarivo, Andry Rajoelina agli impiegati pubblici di non recarsi al lavoro non è stato raccolto dalla maggior parte della popolazione” dicono all'Agenzia Fides fonti di Radio Don Bosco da Antananarivo, capitale del Madagascar, Paese sconvolto da giorni dal duro confronto tra Rajoelina e il Presidente Marc Ravalomanana (vedi Fides 27, 28 e 28 gennaio 2009). “Gran parte degli uffici pubblici sono aperti così come le scuole e le attività commerciali. La situazione è calma. I sostenitori di Rajoelina presidiano Piazza 13 maggio, ma il loro numero è diminuito rispetto ai giorni scorsi. La gente deve pur mangiare: continuare lo sciopero se non si hanno altri mezzi di sostentamento è ormai diventato insostenibile per buona parte dei lavoratori” dicono le nostre fonti, che aggiungono: “Occorre aspettare fino a domani per vedere quale direzione prenderanno gli eventi: la situazione è ancora fluida”.
Il 31 gennaio, Rajoelina aveva affermato che avrebbe chiesto al Parlamento la destituzione del Presidente perché avrebbe “violato la Costituzione”. “Dal momento che il Presidente e il governo non si assumono le loro responsabilità- ha dichiarato il sindaco di fronte a migliaia di sostenitori- gestirò tutti gli affari nazionali". “Presto- ha aggiunto - sarà depositata in Parlamento una richiesta di dimissioni immediate del Presidente in modo da seguire la procedura legale”. Accanto a Rajoelina vi erano i rappresentanti di alcuni partiti dell'opposizione, che si sono associati in un cartello elettorale il cui scopo è quello di esautorare Ravalomanana dalla Presidenza, creando un governo di transizione.
Il Capo dello Stato ha replicato di essere “ancora il Presidente” e che farà “il necessario per lo sviluppo del Paese. Abbiamo un Ministro della Giustizia e una Corte Costituzionale che penso faranno il proprio dovere”, lasciando intendere che verranno perseguiti gli ispiratori della protesta, sfociata nelle violenze (che avrebbero provocato 44 morti per le autorità locali, oltre 100 secondo l'Ambasciatore statunitense nell'isola).
“Non penso che Rajoelina, sia pure spalleggiato da altri oppositori, possa essere in grado di proseguire sulla strada della destituzione del Presidente, anche perché il Parlamento è praticamente schierato dalla parte di Ravalomanana” dicono le fonti di Fides.
Anche dal 12esimo Summit dell'Unione Africana (UA), che si è aperto il 1° febbraio ad Addis Abeba, capitale dell'Etiopia, giunge un chiaro segnale di avvertimento a Rajoelina. “Ogni cambiamento del potere in modo anticostituzionale verrà condannato” ha affermato il Presidente della Commissione dell'UA, Jean Ping. “Abbiamo dei principi molto chiari, che sono sempre gli stessi. Cioè che è proibito accedere al potere con delle procedure che non sono costituzionali”.
Il Madagascar, dove a luglio si terrà il prossimo Summit dell'UA, era rappresentato ad Addis Abeba dal Primo Ministro, Charles Rabemananjara, e non dal Capo dello Stato, impegnato nella crisi politica. (L.M) (Agenzia Fides 2/2/2009 righe 34 parole 449)


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