AMERICA/COSTA RICA - L’8 febbraio Giornata nazionale della sofferenza per le Missioni sul tema “L’Amore divino cura e salva”; l’offerta della propria sofferenza, fisica o morale, per le missioni del mondo

giovedì, 29 gennaio 2009

San José de Costa Rica (Agenzia Fides) - Il prossimo 8 febbraio, la domenica più vicina alla Giornata Mondiale del Malato, si celebra in Costa Rica la “Giornata nazionale della sofferenza per le Missioni”. Ad informare l’Agenzia Fides dell’iniziativa è Elieth Robles Garbanzo, Segretaria delle Pontificie Opere Missionarie del Paese. In Costa Rica, da alcuni anni, per decisione dei Vescovi, questa iniziativa si celebra la domenica più vicina all’11 febbraio, in modo da avvicinarla alla Giornata Mondiale del Malato. Il tema scelto per la Giornata di quest’anno è “L’Amore divino cura e salva”, frase che Papa Benedetto XVI pronunciò durante la sua visita a Lourdes. La Giornata della sofferenza vuole motivare ogni ammalato, ogni anziano, ogni persona privata della libertà e sofferente o che si sente abbandonata, ad offrire il proprio dolore fisico o morale per le missioni sparse nel mondo intero.
A questo proposito – come spiega la Segretaria delle POM – sono stati preparati manifesti, un Bollettino speciale e stampati con la preghiera. Questo materiale è stato distribuito nelle parrocchie di tutto il Paese. In occasione della Giornata, inoltre, la Tv nazionale trasmetterà la Santa Messa celebrata dal Promotore Nazionale dell’Unione dei Malati Missionari (U.E.M.), don José Ángel Durán Guzmán.
Nel Bollettino speciale, il Direttore Nazionale delle POM del Paese, P. Edgar Orozco Alfaro, ha spiegato l’obiettivo dell’Unione dei Malati Missionari, la quale “è formata da ammalati considerati soci attivi, ossia tutte quelle persone, bambini, giovani ed adulti, che sono disposte ad offrire i loro dolori, malattie, sofferenze e disabilità per le missioni, per i missionari e per i non cristiani”. Facendo riferimento al tema di quest’anno, P. Orozco Alfaro ha ricordato che lo scopo è “portare speranza a quanti soffrono e, contemporaneamente, motivarli affinché quella speranza li spinga ad offrire le loro sofferenze e le loro limitazioni per quanti, pur sconosciuti, sono bisognosi della loro solidarietà e della loro preghiera”.
Da parte sua, don José Ángel Durán Guzmán, Promotore Nazionale dell’U.E.M, ha affermato che “l’apostolato tra i malati deve avere una grande determinazione, in modo da poterli guidare nei momenti difficili del dolore, poiché per molti non esiste altro sostegno che l’unirsi a Gesù nel suo dolore redentore”. Ha ricordato, inoltre, che sono molte le cose che si possono fare per celebrare questa Giornata "nelle parrocchie, negli ospedali, con incontri con gli ammalati, Ore Sante, visite e riflessioni sul senso della malattia”. In pratica “si può offrire consolazione agli anziani, agli invalidi, alle persone private della libertà e a tanti altri che soffrono continuamente nella vita, a volte in maniera oscura e silenziosa. In questo modo potrà esserci un grande beneficio per le missioni in tutto il mondo”.
Il Promotore Nazionale dell’U.E.M. ha infine rivolto un invito a coloro che visitano gli ammalati ed ai Ministri Straordinari della Comunione a riunirsi ogni tre mesi, partecipare alle convivenze e ad altre attività che possano mantenere attiva questa Opera in ogni Diocesi. Alle parrocchie dove non esiste ancora l’Unione dei Malati Missionari, ha chiesto di unirsi a questa Opera di sostegno, affinché possa crescere la quantità di preghiere e sacrifici offerti per le Missioni. (RG) (Agenzia Fides 29/1/2009; righe 38, parole 519)


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