AFRICA/NIGERIA - Inflazione, perdita di posti di lavoro, tagli statali: la crisi finanziaria colpisce con forza la Nigeria

martedì, 13 gennaio 2009

Lagos (Agenzia Fides)-La crisi finanziaria globale e il declino del prezzo del petrolio stanno minacciando seriamente l'economia della Nigeria. Secondo gli esperti economici, intervistati dalla stampa locale, il deprezzamento della moneta locale, la Naira, è solo il primo anello di una catena di eventi che porterà a una crisi del settore bancario che a sua volta coinvolgerà l'intera economia del Paese, con conseguenti licenziamenti di migliaia di persone.
Secondo le associazioni dei produttori e dei lavoratori, il continuo deprezzamento della Naira rispetto al dollaro e all'euro, porterà a un'esplosione dei prezzi dei beni e dei servizi, alla disoccupazione, e all'aumento del costo del denaro per finanziare i progetti infrastrutturali dei quali il Paese ha bisogno. Il tasso di cambio della Naira rispetto al dollaro è passato da 138-142 Naira per dollari del dicembre 2008 a 150 Naira per dollaro dei primi giorni del gennaio 2009. Secondo gli esperti il deprezzamento della Naira è legato alla caduta del prezzo del petrolio registrata negli ultimi mesi. La Nigeria, uno dei più grandi produttori di petrolio africani (si contende il primato con l'Angola), aveva accumulato importanti riserve finanziare quando il prezzo del greggio aveva abbondantemente superato i 100 dollari al barile. Ora che il prezzo è tornato intorno ai 40 dollari, le riserve in valuta nigeriane stanno diminuendo vertiginosamente. Questo perché la Nigeria ha sviluppato un'economia fondata solo sul petrolio, lasciando languire le altre attività, come l'agricoltura. Di conseguenza il Paese deve importare quasi tutto, ad iniziare dai generi alimentari. Fino a quando le riserve finanziare (alimentate dall'alto prezzo del greggio) sono attive, i nigeriani possono comprare a prezzi contenuti i beni di prima necessità. Quando invece il prezzo del petrolio crolla, le riserve finanziare si esauriscono rapidamente.
È la ben nota “sindrome olandese”: un’economia eccessivamente dipendente dalle esportazioni petrolifere tende ad abbandonare gli altri settori economici (agricoltura e produzione manifatturiera), perché grazie alla valuta forte (derivante dalle esportazioni di idrocarburi) si preferisce importare le merci e le derrate alimentari per soddisfare le necessità della popolazione. Il nome deriva dal fatto che questo fenomeno economico è stato osservato per la prima volta in Olanda negli anni ’70, quando la scoperta di giacimenti di gas aveva creato la spinta ad abbandonare i settori tradizionali dell’economia e a ricorrere alle importazioni di manufatti. I Vescovi nigeriani avevano denunciato il fatto che le risorse petrolifere sono male utilizzate e che si sono colpevolmente tralasciati gli altri importanti settori dell'economia, a iniziare dall'agricoltura (vedi Fides 13/11/2006).
Il fenomeno dell'inflazione è aggravato dal gran numero di banconote false messe in circolazione dalla criminalità organizzata locale (un'altra piaga del Paese).
A causa della crisi, si prevedono migliaia di licenziamenti nel settore bancario, seguiti poi da quelli in altri settori dell'economia. Lo Stato dovrà tagliare i costi (compresi quelli per sanità e istruzione), colpendo i settori più deboli della popolazione. (L.M.) (Agenzia Fides 13/1/2009 righe 35 parole 483)


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