VATICANO - Lettera apostolica del Santo Padre in occasione del VII Centenario della morte del beato Giovanni Duns Scoto: “Ben saldo nella fede cattolica, egli si è sforzato di comprendere, spiegare e difendere le verità della fede alla luce della ragione umana”

lunedì, 22 dicembre 2008

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Santo Padre Benedetto XVI ha inviato all’Arcivescovo di Colonia, Card. Joachim Meisner, e ai partecipanti al Congresso scientifico internazionale in occasione del VII Centenario della morte del beato Giovanni Duns Scoto, una Lettera apostolica in cui viene ricordato il suo importante contributo al progresso della dottrina della Chiesa e della scienza umana.
“Desideriamo pertanto richiamare gli animi degli studiosi e di tutti, credenti e non credenti, all’itinerario e al metodo che Scoto ha seguito per stabilire l'armonia tra fede e ragione – scrive il Santo Padre -, nel definire in tale maniera la natura della teologia da esaltarne costantemente l'azione, l'influsso, la prassi, l'amore, piuttosto che la pura speculazione; nel compiere questo lavoro, egli si fece guidare dal Magistero della Chiesa e da un sano senso critico in merito alla crescita nella conoscenza della verità, ed era persuaso che la scienza ha valore nella misura con cui viene realizzata nella prassi. Ben saldo nella fede cattolica, egli si è sforzato di comprendere, spiegare e difendere le verità della fede alla luce della ragione umana. Pertanto null'altro si sforzò di fare se non di dimostrare la consonanza di tutte le verità, naturali e soprannaturali, che promanano da un'unica e medesima Fonte.”
Accanto alla Sacra Scrittura, divinamente ispirata, Giovanni Duns Scoto colloca l'autorità della Chiesa, e non di rado pose in speciale risalto la suprema autorità del Successore di Pietro. “Pertanto la Chiesa Cattolica, che ha come Capo invisibile lo stesso Cristo – prosegue il testo della Lettera -, il quale lasciò i suoi Vicari nella persona del beato Pietro e nei suoi Successori, guidata dallo Spirito di verità, è custode autentica del deposito rivelato e ,regola della fede. La Chiesa è criterio saldo e stabile della canonicità della Sacra Scrittura”.
Nella parte conclusiva della Lettera apostolica, Benedetto XVI ricorda che “iI primato della volontà mette in luce che Dio è prima di tutto carità. Questa carità, questo amore, Duns Scoto lo tiene presente quando vuole ricondurre la teologia ad un’unica espressione, cioè alla teologia pratica… Fedele discepolo di san Francesco d'Assisi, il beato Giovanni contemplò e predicò assiduamente l'incarnazione e la passione salvifica del Figlio di Dio. Ma la carità o l'amore di Cristo si manifesta in modo speciale non soltanto sul Calvario, ma anche nel santissimo sacramento dell'Eucarestia… Questo sacramento inoltre è sacramento di unità e di amore; per mezzo di esso siamo indotti ad amarci scambievolmente e ad amare Dio come bene comune e da essere coamato dagli altri. E come quest’amore, questa carità, fu l’inizio di tutto, così anche nell’amore e nella carità soltanto sarà la nostra beatitudine”. (S.L.) (Agenzia Fides 22/12/2008)


Condividi: