AFRICA/KENYA - Proteste per la nuova legge sull'informazione; il Cardinale Njue esprime la sua preoccupazione per la libertà dei media ma invita anche i giornalisti al senso di responsabilità

martedì, 16 dicembre 2008

Nairobi (Agenzia Fides)- Sta suscitando vive proteste in Kenya la nuova legge sull'informazione che introduce norme più severe sulla libertà di stampa. Una cinquantina tra giornalisti e militanti della società civile sono stati arrestati nei giorni scorsi mentre protestavano contro la legge.
“Il nuovo testo legislativo è stata approvato con un ampio consenso dal Parlamento. Manca solo la firma del Presidente Kibaki perché entri in vigore” spiega all'Agenzia Fides, da Nairobi, una fonte della Chiesa locale. “La cosa che ha più stupito i keniani è il fatto che anche alcuni deputati dell'ex opposizione, gli “arancioni” del Primo Ministro Raila Odinga, hanno votato la legge, mentre altri non si sono presentati al momento del voto, contribuendo a farla passare.”.
“Il voto quasi compatto dei deputati- continua la fonte di Fides- viene spiegato dai giornali locali dal fatto che negli ultimi mesi i media keniani hanno portato allo scoperto gravi casi di corruzione dei politici ed hanno criticato i benefici fiscali e di altro tipo dei quali i parlamentari godono. La nuove legge è quindi considerata dai giornalisti come un tentativo di mettere loro un bavaglio. Dopo l'ondata di protesta esplosa nel Paese, alcuni dei deputati che avevano votato la legge chiedono adesso al Presidente di non firmarla”.
Non sono solo i giornalisti a criticare la nuova legge ma anche diversi esponenti religiosi e della società civile. Domenica 14 dicembre, durante la Messa al Kisii Stadium, alla quale ha partecipato il Presidente Kibaki, il Cardinale John Njue, Arcivescovo di Nairobi, ha affermato che è sbagliato introdurre delle norme che possono imbavagliare i media. Allo stesso tempo, però, il Cardinale Njue ha ricordato agli operatori dei media di operare responsabilmente.
La nuova legge prevede che in caso di emergenza, il Ministro della Sicurezza Interna possa controllare i giornalisti, compiere perquisizioni nelle redazioni e confiscare i mezzi per la stampa e la trasmissione delle notizie. La legge accorda inoltre ampi poteri alla Communications Commission of Kenya (CCK), un organo nominato dal governo, per determinare i contenuti dei programmi trasmessi.
“Questi poteri scattano solo in caso d'emergenza, ma il timore è che una volta introdotto il principio, la sua applicazione diventi una prassi che a poco si consolidi, restringendo progressivamente la libertà di stampa. Il Paese ha bisogno invece di un'informazione il più possibile libera e indipendente che contribuisca a far crescere una società più armoniosa” conclude la fonte di Fides. (L.M.) (Agenzia Fides 16/12/2008 righe 30 parole 404)


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