AMERICA/GUATEMALA - Celebrare un Natale autenticamente cristiano, austero, di pace e centrato in Cristo: l’invito dell’Arcivescovo di Guatemala, Card. Quezada Toruño

giovedì, 11 dicembre 2008

Guatemala (Agenzia Fides) - Il Card. Rodolfo Quezada Toruño, Arcivescovo di Guatemala, ha pubblicato una Esortazione pastorale in occasione dell’Avvento e del Natale al fine di offrire alcune riflessioni che aiutino i fedeli a vivere questo tempo liturgico.
Il Cardinale ricorda in primo luogo un’idea sulla quale ha insistito già in altre occasioni, e cioè sulla necessità di celebrare cristianamente il Natale. “Non è possibile - afferma l’Arcivescovo – ridurre questa festività ad un’occasione di acquisti straordinari, ad uno scambio di regali, ad una festa di bambini o ad un semplice pretesto per celebrazioni profane”. Proprio per evitare questo pericolo, ogni giorno “i veri cristiani devono concepire il tempo di Avvento come una strada spirituale verso il Natale senza lasciarsi imprigionare dal clima consumistico dell’epoca”. Inoltre “il centro insostituibile ed unico delle nostre celebrazioni natalizie deve essere Cristo”.
Su questa strada bisogna farsi accompagnare dalla mano di Maria, di San Giovanni Battista e del Profeta Isaia. Infatti “l’Avvento è il tempo privilegiato per onorare Maria, la Madre di Gesù; Maria è unita in un legame indissolubile all’opera salvifica del suo Figlio”. Ella è “il modello supremo dell’attesa del Signore”.
Nella sua Esortazione l’Arcivescovo si riferisce a due espressioni della pietà popolare guatemalteca: “las posadas” e “i presepi”. “Sono convinto che queste due tradizioni del tempo natalizio ci permettono una buona preparazione per il Natale, a patto che si realizzino con vero spirito di pietà”. La tradizione delle “posadas” “è una eccellente preparazione per la celebrazione del Natale, oltre al beneficio che deriva dal condividere la fede con gli altri e dall’unificare le famiglie e i quartieri”. Per questo, il Cardinale rivolge un appello ai parroci “affinché promuovano e animino queste esperienze con adeguate celebrazioni della Parola di Dio” dando così un aiuto alla preparazione cristiana del Natale, riuscendo a recuperare il vero senso di una tradizione tanto popolare.
In quanto ai presepi, questi sono definiti anche “una preghiera in azione ed un atto di pietà”, per cui è necessario che si trasformino “in piccoli altari domestici, in luoghi di preghiera, di riflessione e di grande contenuto spirituale”.
Il Porporato esorta anche a “celebrare un Natale austero e sobrio, a imitazione di Cristo che nasce, vive e muore poveramente”. Ricorda altresì che “il buon cristiano non deve cadere mai negli artigli dalla società dei consumi”. Per cui “considerare i beni superflui come necessari ed acquisirli ad ogni costo rappresenta una nuova forma di schiavitù”.
L’Arcivescovo chiede anche di celebrare un Natale di pace, rinnovando “il nostro sincero proposito di continuare a creare, con i nostri atteggiamenti, la civiltà dell’amore cristiano” Sono molte le situazioni che non permettono di vivere in pace, ricorda il Cardinale, è queste sono dovute ad una “profonda mancanza di rispetto della dignità della persona umana, che si manifesta nella violenza smisurata che tutti soffriamo: il crimine organizzato, il narcotraffico, il contrabbando, l’impunità, la crisi finanziaria internazionale ed i suoi effetti nella fragile economia nazionale”. “Tuttavia - continua il testo - tutti dobbiamo denunciare questa violenza come un male inaccettabile ed indegno dell’essere umano. Dobbiamo convincerci che solo sradicandola da ognuno di noi, dal nostro cuore e dalle nostre relazioni interpersonali, dalle nostre famiglie, dai nostri quartieri e colonie, dalle nostre città e Paesi, potremo incominciare a vivere in pace”.
Ma tutto questo non basta, ricorda il Cardinale. È necessario anche “vivere in maniera nuova”, secondo la legge di Dio, secondo la Dottrina Sociale della Chiesa. “Che tutti troviamo in questa celebrazione una ragione in più per essere coerenti con la nostra fede nella vita personale, familiare e sociale”, conclude il testo. (RG) (Agenzia Fides 11/12/2008)


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