ASIA/INDIA - I cristiani in Orissa chiedono giustizia e sicurezza, pensando alla celebrazione del Natale

venerdì, 21 novembre 2008

New Dehli (Agenzia Fides) – Giustizia e sicurezza: sono queste le richieste principali che la comunità cristiana in Orissa presenta al governo centrale dell’Unione, a due mesi dall’esplosione delle violenze anticristiane, mentre si avvicina il tempo del Natale.
Sebbene la Chiesa dell’Orissa abbia annunciato che le Sante Messe si svolgeranno regolarmente nelle parrocchie, la mattina e il pomeriggio del giorno di Natale, oltre 50mila cristiani, fra uomini, donne e bambini, rischiano di celebrare il Natale da rifugiati, nascosti nelle foreste o ammassati nei campi profughi, temendo per la loro vita. Essi infatti non hanno il coraggio di tornare nelle loro case (molte delle quali sono state distrutte o espropriate illegalmente dagli integralisti indù) per paura di nuove ritorsioni, minacce e violenze. Secondo stime della Chiesa locale, in Orissa 4.500 case di cristiani sono state bruciate e in 300 villaggi la presenza cristiana è stata del tutto cancellata, nella componente umana e nelle strutture.
La paura dei cristiani è giustificata dalle ulteriori pubbliche minacce e provocazioni lanciate nei giorni scorsi dai gruppi integralisti indù che hanno annunciato per il 25 dicembre una imponente manifestazione per protestare contro il governo dell’Orissa che, a loro dire, sarebbe colpevole di non aver ancora individuato i responsabili dell’omicidio del leader indù Swami Laxmanananada Saraswati. La morte del leader è stata la scintilla e il pretesto che ha scatenato la violenza dei radicali indù, che hanno ingiustamente accusato i cristiani dell’omicidio.
I radicali indù si sono anche fermamente opposti all’annuncio dato dal governo dell’Orissa, che intende stanziare fondi per la ricostruzione delle chiese distrutte nell’ondata di violenza: gli estremisti hanno protestato e minacciato nuove agitazioni nello stato, se ciò dovesse accadere.
Il “regno del terrore”, dunque, vive ancora in Orissa, notano a Fides fonti locali, insieme con uno stato di generale impunità, dato che l’ideologia anticristiana dell’Hindutva si è infiltrata anche nell’apparato burocratico dello stato e nelle forze dell’ordine.
Per questo la comunità cristiana non smette di chiedere al governo federale dell’India protezione e difesa della libertà di coscienza e di religione. Le richieste sono state ascoltate da una delegazione di alto livello del governo indiano che di recente ha visitato l’Orissa. La delegazione era composta dai ministri dell’Agricoltura, degli Affari tribali, della Giustizia Sociale che, constatando la grave situazione, hanno promesso di riportare la pace nel travagliato stato dell’India orientale.
(PA) (Agenzia Fides 21/11/2008 righe 29 parole 297)


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