AMERICA/URUGUAY - I Deputati uruguaiani votano il disegno di legge su salute sessuale e riproduttiva con la depenalizzazione parziale dell'aborto; per l’Arcivescovo di Montevideo “non si tratta di questioni religiose bensì di valori umani e di valori etici fondamentali"

martedì, 4 novembre 2008

Montevideo (Agenzia Fides) - La Camera dei Deputati del Parlamento uruguaiano dovrà votare oggi 4 novembre, sull'eventuale depenalizzazione dell'aborto, dopo che questa era stata approvata in Senato. Al Senato il testo è stato presentato due volte: la prima volta il 17 ottobre 2007 con risultato negativo, la seconda volta il 6 novembre il testo è stato approvato. I deputati dovranno esaminare e votare il disegno di legge sulla salute sessuale e riproduttiva che contiene la depenalizzazione parziale dall'aborto e che ha provocato un forte dibattito nella società uruguaiana. Il disegno di legge che contiene la depenalizzazione dell'aborto, conta sull'appoggio della coalizione al potere, la quale difende questa riforma legale, sebbene alcuni deputati delle sue fila si siano mostrati contrari. Tuttavia il Presidente del paese, Tabaré Vázquez, ha affermato in varie occasioni che vieterebbe tale legge se giungesse ad essere approvata, per la sua opposizione all'aborto. Attivisti anti e pro-aborto hanno previsto di mobilitarsi da oggi.
In questo acceso dibattito, l'Arcivescovo di Montevideo, Mons. Nicolás Cotugno, ha ricordato che secondo il Diritto Canonico "tutti quelli che votino, appoggino, promuovano l'aborto entrano di fato nella scomunica. Ed è una scomunica, come dice il diritto canonico, che agisce immediatamente”.
In secondo luogo l'Arcivescovo ha affermato: “non si tratta di questioni religiose. Si tratta di una realtà naturale che non deriva da presupposti ideologici o culturali, bensì da presupposti naturali, che precedono la esistenza stessa dell'essere umano". Perciò Mons. Nicolás Cotugno si domanda che succederebbe "Quale diritto umano è più fondamentale di quello di nascere e di vivere? Chi è quell’altro essere umano che può dire ‘tu non vivi, non hai il diritto di nascere, devi morire’?.
Per l'Arcivescovo di Montevideo è una questione di valori umani che "sono antecedenti alla ragione umana, alla libertà" e, pertanto, non devono essere oggetto di votazioni. Sono valori etici fondamentali che devono essere appoggiati con forza, come spiega il Presule per "uscire da questa crisi che è la più acuta della nostra storia - che non è solo di pesi o di porti che si aprono o si chiudono -, è una crisi antropologica dalla quale derivano conseguenze che tutti stanno constatando: la violenza, la droga che distrugge”.
Il Vescovo di Salto, Mons. Pablo Galimberti, ha affermato che la possibilità di scomunicare i legislatori sarà analizzata durante i lavori dell'Assemblea della Conferenza Episcopale, che cominciano mercoledì 5 novembre. (RG) (Agenzia Fides 4/11/2008)


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