AMERICA/EL SALVADOR - La Chiesa preoccupata per “l'ideologia di genere” promossa dal documento base del 18º Vertice Ibero-americano dei Capi di Stato e di Governo sulla gioventù

mercoledì, 22 ottobre 2008

San Salvador (Agenzia Fides) – Dal 29 al 31 ottobre, San Salvador ospiterà il 18º Vertice Ibero-americano di Capi di Stato e di Governo dedicato al tema “Gioventù e Sviluppo”, un tema importante dal momento che sono più di 150 milioni i giovani della comunità ibero-americana. Tuttavia la Chiesa si mostra preoccupata per il contenuto ed i valori che saranno promossi in questo vertice, che tra le altre cose vorrebbe imporre alle Nazioni del Continente l’aborto, il “diritto” all’autodeterminazione sessuale e l’ideologia di genere. Il progetto è stato definito da molte organizzazioni di genitori come “anti-vita ed anti-famiglia”.
L’Arcivescovo di San Salvador, Mons. Fernando Sáenz Lacalle, ha chiesto alle autorità di informare la società sui temi in discussione durante il Vertice, perché di per sé già “preoccupano parte dei documenti preparatori che sono filtrati e che sono lesivi della legge naturale, della Costituzione salvadoregna e dei principi e valori morali che la maggioranza dei salvadoregni stima come preziosi”. Si è detto quindi preoccupato “della mancanza di trasparenza intorno agli impegni che si intendono assumere durante il prossimo Vertice Ibero-americano sulla Gioventù”.
L’Arcivescovo ha altresì lanciato un appello ai Presidenti ibero-americani per includere nella discussione il tema dei valori umani ed in particolare dei diritti dei giovani. Secondo Mons. Sáenz Lacalle, il Vertice è una cosa buona in sè, poiché è molto importante affrontare il tema della gioventù, purché i partecipanti “affrontino nelle loro discussioni la difesa dei valori umani con particolare riferimento alla famiglia”. Allo stesso tempo ha chiesto “ai rappresentanti di optare per una vera educazione”, affinché “tutti gli impegni assunti vengano rispettati e mantenuti nella cornice della normativa costituzionale e legale vigente nei rispettivi Paesi”. Nel frattempo, cinque organizzazioni civili latinoamericane e spagnole hanno lanciato una campagna congiunta per mobilitare la cittadinanza e chiedere ai Capi della Regione di non firmare gli accordi del Vertice Ibero-americano e la Convenzione Ibero-americana dei Diritti dei Giovani. Secondo le organizzazioni, questi accordi “sottintendono uno ‘strano’ coraggio di centrare un tema cosi ampio come è ‘la Gioventù e lo Sviluppo’ in una lotta a favore dell’ideologia di genere”.
“L’ideologia di genere sostiene l’intercambiabilità dei ruoli tra l’uomo e la donna, insiste sulla distruzione della famiglia e sulla liberazione sessuale della donna; concepisce la maternità come una struttura culturale oppressiva ed introduce termini eufemistici, quali ad esempio ‘interruzione della gravidanza’, ‘genere’, ‘stile di vita’, ‘libera scelta’ o ancora ‘diritto sul proprio corpo’, per evitare di parlare direttamente di aborto, omosessualità o promiscuità” aggiungono. Inoltre “molti dei documenti che sono stati utilizzati per elaborare gli accordi preliminari del XVIII Vertice dei Capi di Stato, si basano su studi con revisioni di fonti secondarie o su interviste rivolte a gruppi ridotti di persone, alcune delle quali hanno marcate agende ideologiche. Pertanto, questi studi non hanno rappresentatività sociale e fanno avanzare il rischio di promuovere politiche perniciose ed opposte ai valori comuni della popolazione ibero-americana”.
La campagna conta sul sostegno di Argentinosalerta.org, Estoesconmigo.org (Colombia), Famiglia-hoy.org (America Centrale), HazteOir.org (Spagna) e Muevetechile.org (RG) (Agenzia Fides 22/10/2008)


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