ASIA/INDIA - Preghiera interreligiosa per la pace: la Chiesa indiana cerca l’appoggio dei leader indù contro la violenza

venerdì, 3 ottobre 2008

News Delhi (Agenzia Fides) – La Chiesa indiana sta affrontando la crisi delle aggressioni contro i cristiani su due fronti: dal lato civile, facendo presente alle autorità politiche i diritti sanciti dalla Costituzione indiana, di cui godono tutti i cittadini indiani, qualunque fede professino; sul versante religioso, cercando il sostegno e il consenso dei leader di altre comunità, in special modo degli indù, per smascherare i gruppi fondamentalisti e ricordare a tutti che la violenza non fa parte della religione.
Si stanno dunque moltiplicando le iniziative di dialogo e di incontro fra indù e cristiani, che intendono denunciare l’ideologia discriminatoria dell’ “hindutva” (“induità”), promossa dai gruppi radicali induisti, mostrando il dialogo e il mutuo rispetto come basi per le relazioni interreligiose e proponendo un modello in cui tutte le comunità religiose si adoperano per costruire l’armonia e la pace nella nazione indiana.
Una manifestazione interreligiosa si è tenuto ieri, 2 ottobre, nella capitale New Delhi: oltre 15.000 persone fra cristiani, indù, musulmani, sikh, buddisti, inclusi politici e membri di varie organizzazioni della società civile, hanno marciato e pregato in solidarietà con i cristiani, in occasione della “Giornata della Non Violenza”, celebrata nel 139° anniversario della nascita del Mahatma Gandhi, Padre dell’India.
I leader e tutti i partecipanti hanno condannato la violenza anticristiana che sta percorrendo diversi stati dell’Unione e hanno pregato davanti al monumento dedicato a Gandhi. “Siamo profondamente addolorati per gli attacchi contro la comunità cristiana”, hanno detto all’unisono i leader religiosi, invocando da tutti i fedeli rispetto, pluralismo, libertà di coscienza, riconciliazione.
L’India, si sottolinea, ha una millenaria tradizione di pacifica coesistenza fra cristiani, indù, musulmani, buddisti e tante altre comunità religiose. E anche la nazione moderna, come voluta dai padri fondatori Gandhi e Nerhu, ha un carattere di stato laico, rispettoso dei diritti individuali, della libertà di coscienza e di religione.
Per questo la Chiesa afferma che occorre continuare a dialogare, pregare e portare riconciliazione fra tutte le persone di buona volontà. La maggioranza dei fedeli indù è infatti aperta e ben disposta verso i cristiani, e i gruppi estremisti non interpretano il sentire comune e l’opinione pubblica della nazione.
(PA) (Agenzia Fides 3/10/2008 righe 28 parole 281)


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