AFRICA /ZIMBABWE - Firmato l'accordo per la condivisione dei poteri tra maggioranza ed opposizione: il nuovo Premier chiede l'unità del Paese

martedì, 16 settembre 2008

Harare (Agenzia Fides)- Stabilisce la formazione di un governo di coalizione l'accordo condivisione del potere nello Zimbabwe firmato ieri, 15 settembre, ad Harare (vedi Fides 12/9/2008) nel quale l'opposizione avrà la maggioranza nel gabinetto presidenziale, che sarà però presieduto dal Presidente Robert Mugabe. Il Capo del Movimento per il Cambiamento Democratico Morgan Tsvangirai, diventa Vicepresidente del gabinetto, ma anche Presidente del Consiglio dei ministri, con il compito di “sovraintendere alla formulazione delle politiche governative da parte del gabinetto" e "garantire che le politiche così formulate siano attuate dal governo nella sua interezza". L'altro Vicepresidente è Arthur Muthambara, leader di una fazione dissidente dell’MDC.
L'accordo prevede che il partito di Mugabe, lo ZANU.-PF, ottenga 15 ministeri, mentre l'opposizione 16 dicasteri: 13 all'MDC e 3 alla corrente di Muthambara.
I firmatari si impegnano: ad accettare la “irreversibilità” del sequestro e della ridistribuzione delle terre avviato da Mugabe (ma verranno effettuate delle verifiche per risolvere i conflitti di proprietà); a chiedere al governo britannico di assumersi la responsabilità primaria per l'indennizzo degli ex proprietari agricoli (la maggior parte dei quali sono di origine inglese); a dare priorità al ripristino della stabilità e alla crescita economica; a chiedere la revoca delle sanzioni internazionali; a stabilire il calendario per la formulazione di una nuova Costituzione che dovrà essere sottoposta ad un referendum popolare entro i prossimi 18 mesi; a incoraggiare i cittadini dello Zimbabwe emigrati all'estero a rimpatriare.
“Come Premier del Paese, chiedo allo ZANU-PF e al MDC l'unità dello Zimbabwe. Le divisioni appartengono al passato'', ha affermato Tsvangirai nel suo primo discorso da Primo ministro dopo la sigla dell'accordo.
Alla cerimonia della firma erano presenti diversi rappresentanti dei governi africani, a iniziare dal Presidente sudafricano Thabo Mbeki, che per 5 lunghi mesi ha mediato tra le parti. La crisi iniziata dopo il primo turno delle elezioni presidenziali del 29 marzo (Tsvangirai accusa Mugabe di brogli, rivendicando la propria vittoria al primo turno), ha causato, secondo l'opposizione, almeno 200 morti nelle proprie file (vittime delle repressione poliziesca), circa 10mila feriti e la fuga di 200mila zimbabwani all'estero. Sul piano economico il Paese è a pezzi: tasso di inflazione intorno a11 milioni % e disoccupazione superiore all'80%. (L.M.) (Agenzia Fides 16/9/2008 righe 28 parole 374)


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