AMERICA/COSTA RICA - “La Famiglia è un tesoro, curala!”: l’esortazione dell’Arcivescovo di San José ai centomila partecipanti alla Grande Marcia per la Famiglia

mercoledì, 3 settembre 2008

San José (Agenzia Fides) – Almeno centomila persone hanno partecipato alla Grande Marcia per la Famiglia organizzata domenica 31 agosto 2008 dall’Arcidiocesi di San José (Costa Rica). A partire dalle ore 8.30, i partecipanti hanno percorso diverse strade della città con messaggi di sostegno per la famiglia, cellula base della società. A guidare la manifestazione, illuminata dalla Parola di Dio e dalla discussione di diversi problemi che attanagliano i coniugi e tutti i membri della famiglia, è stato l’Arcivescovo Mons. Hugo Barrantes Ureña.
Al termine della Grande Marcia, Mons. Barrantes ha celebrato la Santa Messa nella Cattedrale Metropolitana di San José, e ha affermato che “la famiglia è uno dei doni più preziosi che Dio ha dato all’umanità. Siamo convinti che non c’è alternativa alla famiglia. La famiglia è la prima scuola di virtù di cui tutte le società hanno bisogno”. Ha quindi aggiunto che “affinché la società continui ad esistere, è indispensabile che continui ad esistere anche la famiglia”. E ha ricordato ai genitori che sono loro, “per diritto originario, i primi educatori dei loro figli, che devono educare in conformità con le loro convinzioni morali e religiose”.
Durante l’omelia, l’Arcivescovo ha fatto inoltre riferimento a cinque disegni di legge che minacciano la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo ed una donna e attentano alla libertà dei genitori di scegliere l’educazione dei propri figli secondo le loro convinzioni, di fronte ai quali i legislatori cattolici sono chiamati ad esprimere il loro più energico rifiuto.
Il primo disegno di legge, il 16182, riguarda la riforma del Codice sulla famiglia, e riguarda il riconoscimento delle unioni di fatto. Il secondo disegno di legge, il 16390, collegato al primo, intende riformare il Codice Civile e altre leggi al fine di legalizzare le unioni civili tra persone dello stesso sesso e concedere loro gli stessi diritti del matrimonio. Un terzo disegno di legge, il 16.687, riguarda la riforma della Legge Generale sulla Salute, e intende includere un capitolo sui diritti sessuali e riproduttivi. “Il progetto – ha affermato l’Arcivescovo - separa la sessualità dalla riproduzione umana e dispone che ogni essere umano sia padrone assoluto del proprio corpo”. Il quarto disegno di legge, il 16970, riguarda la Legge per la Prevenzione e l’Eliminazione della Discriminazione e “pretende di ‘normalizzare’ alcuni stili di vita contrari ai valori cristiani”. Infine, c’è il progetto 16978 che modifica il Codice Penale, aumentando le pene per la discriminazione sull’orientamento sessuale.
L’Arcivescovo ha mostrato la sua preoccupazione anche per un Manuale della Scuola Costaricana di Previdenza Sociale, denominato “La sessualità e la Salute sessuale pre-produttiva degli adolescenti e la prevenzione dell’HIV/AIDS” che è indirizzato ai bambini di 10 anni fino agli adolescenti di 19 anni. Nel manuale vengono presentati apertamente concetti e pratiche in modo del tutto sconveniente per questa tappa della crescita. Inoltre non si prende mai in considerazione l’opinione dei genitori. “Il comune denominatore di questi progetti sono i ‘diritti sessuali’ - afferma il Presule -. In questi progetti, con il termine ‘diritti sessuali’ si vuole imporre una concezione della persona ridotta all’aspetto erotico, senza alcun accompagnamento all’amore ‘agape’”.
In questa situazione, Mons. Barrantes ha rivolto un appello ai deputati cattolici della Assemblea Legislativa, “affinché, di fronte a questi progetti, agiscano fedeli alla loro coscienza e non approvino leggi contrarie alla vita, al matrimonio e alla famiglia”.
“Quale Costa Rica vogliamo lasciare in eredità alle future generazioni? – continua l’Arcivescovo -. Svegliamoci in tempo!”. Questo richiede un ampio dialogo e la ricerca di strategie affinché la voce dei cattolici venga ascoltata nel contesto di uno Stato di diritto. “La Famiglia è un tesoro, curala!” è stata l’esortazione finale di Mons. Barrantes. (RG) (Agenzia Fides 3/9/2008)


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