AMERICA/MESSICO - La reazione dei Vescovi alla sentenza della Corte Suprema in merito alla legge sull’aborto: “Questa decisione potrà legalizzare il crimine ma non renderà mai morale ciò che di per sé è abominevole”

martedì, 2 settembre 2008

Città del Messico (Agenzia Fides) - I Vescovi del Messico hanno manifestato pubblicamente il loro dispiacere in merito alla decisione della giustizia messicana di ratificare la legge che depenalizza l’aborto, affermando che “la vita umana è un dono, un regalo ed un diritto che deve stimarsi sempre, curare e proteggere”.
La Suprema Corte del Messico ha infatti deciso di confermare la validità costituzionale della legge che l’Assemblea Legislativa del Distretto Federale (ALDF) approvò il 24 aprile 2007, relativa alla riforma all’articolo 144 del Codice Penale, che liberalizza il crimine dell’aborto fino alla 12ma settimana di gestazione (per la sola volontà della madre e senza necessità di giustificazione). La depenalizzazione dell’aborto è arrivata alla Corte dopo che la Procura Generale della Repubblica (PGR) e la Commissione Nazionale dei Diritti umani (CNDH) avevano impugnato la sua costituzionalità, in quanto il provvedimento attentava al diritto alla vita e anche perché l’Assemblea Legislativa del Distretto Federale (ALDF) non aveva facoltà per legiferare in merito. Otto degli undici ministri che compongono il plenum della SCJN hanno votato contro il progetto mediante il quale si sperava di revocare la costituzionalità della legge che depenalizza l’aborto. Con questa decisione, si apre la possibilità che in altri Stati del Paese si legiferi al riguardo e si permetta la legalizzazione dell’aborto.
In un comunicato firmato dal Presidente e dal Segretario della Conferenza Episcopale Messicana (CEM), Mons. Carlos Aguiar Aguer e Mons. José Leopoldo González González, a nome di tutti i Vescovi del Paese, viene lanciato un appello urgente affinché in Messico si prenda coscienza della gravità che la difesa della vita comporta. “Evidentemente, questa presa di coscienza comincia dal rispetto e dalla difesa della vita dal suo concepimento fino alla sua morte naturale. A margine di questa riflessione, rivolgiamo un appello alla società nel suo insieme per lottare per proteggere ogni embrione umano, perché il diritto inalienabile alla vita di ogni individuo dal suo concepimento deve essere un elemento costitutivo della società civile e della sua legislazione” si legge nel comunicato dei Vescovi messicani.
Da parte sua, il Cardinale Norberto Rivera Carrera, Primate del Messico, dopo la decisione della Corte ha pubblicato una nota in cui afferma che “questa decisione potrà legalizzare il crimine ma non renderà mai morale ciò che di per sé è abominevole, come l’assassinio di esseri innocenti nel ventre delle loro madri. Nessuna Corte potrà contraddire la legge suprema di Dio che ci ordina: non uccidere!”.
Allo stesso tempo ha ricordato ai fedeli che il futuro della nazione dipende da tutti, “perché alla paura generalizzata della violenza nelle strade e alla distruzione che lascia dietro di sé il narcotraffico, si somma ora la violenza istituzionale, avallata dalla giustizia che non fermerà la perdita della vita di milioni di bambini innocenti, e che sarà causa del conseguente danno fisico, morale e spirituale delle donne chiamate a vivere questo tragico evento”. Tutto ciò porta inevitabilmente all’indifferenza e al relativismo morale.
Il Cardinale Rivera rivolge inoltre un appello a tutti i sacerdoti e ai religiosi a “servire in maniera disinteressata, decisa e sacrificata tutte coloro che abbiano in mente di porre fine alla vita del nascituro”. Ai medici e agli infermieri chiede di “proteggere ad ogni costo la vita dei bambini concepiti e di essere fedeli alla loro vocazione e coscienza cristiana”, esercitando il loro diritto di obiezione di coscienza. Ugualmente, chiede ai laici “di partecipare attivamente al compito di salvare i bambini concepiti, favorendo leggi che aiutino le donne e promuovendo impieghi degni che permettano il sano sviluppo della famiglia”.
Dopo la diffusione della sentenza della Corte Suprema, le campane della Cattedrale metropolitana e delle principali parrocchie di Città del Messico hanno suonato ininterrottamente per mezz’ora in “segno di dolore e di lutto”. (RG) (Agenzia Fides 2/9/2008)


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