EUROPA/ITALIA - Alcune precisazioni su “L'Arcobaleno: sincretismo o pace ?”

venerdì, 11 luglio 2008

Roma (Agenzia Fides) – In risposta ad alcune osservazioni pervenuteci, riportiamo di seguito le precisazioni in merito all'articolo “L'Arcobaleno: sincretismo o pace ?” pubblicato il 20/6/2008.

Insieme alla testimonianza personale che ogni cristiano consapevole è tenuto a dare, la Chiesa, potremmo dire in virtù del suo atto costitutivo, ha la “missione specifica di “annunziare e instaurare in tutte le genti il Regno di Cristo e di Dio” (Lumen Gentium n° 5). Essa ha il compito specifico di presentare all’uomo di ogni tempo, essendone il suo prolungamento, Cristo, nato- morto e risorto, luce delle genti. Per cui, come madre e maestra, così come ha fatto nel corso dei secoli, quando attribuisce nuovi significati ad alcuni simboli o feste preesistenti (come avrebbe fatto per la data del Natale) lo fa per richiamare la verità centrale appena esposta. Questa sua funzione, che potremmo definire pedagogica, la svolge tenendo conto delle particolari urgenze: talvolta sottolineando alcuni valori, atteggiamenti, talaltra stigmatizzando abitudini, correggendo, esortando.
A proposito della bandiera “arcobaleno”, al di là di chi sia stato il primo ad ostentare tale simbolo, resta il fatto incontestabile che si presenta come adatta a rappresentare un'idea, oggi molto in voga, secondo la quale non ci sarebbe alcuna verità assoluta: tutte le opinioni, indipendentemente dal loro valore hanno la medesima dignità e quindi costituirebbero la mia o la tua verità, come si sente dire nei talk show.
Non si tratta, quindi di demonizzare un simbolo, né di censurare coloro che lo espongono, né di essere omofobici. In fondo nel clima culturale che caratterizza la nostra epoca non è difficile trovare simboli che mettano insieme le più svariate posizioni culturali o filosofiche o di altro tipo, che, per parafrasare la canzone di un noto cantate italiano vadano “da Che Guevara a Madre Teresa di Calcutta”. Per la Chiesa di ogni tempo l’urgenza è sempre la stessa: essere testimone di Cristo, speranza dell’uomo.
Inoltre, poiché in materia liturgica non mancano abusi ad opera di alcuni sacerdoti che non solo hanno issato la bandiera “arcobaleno” sul campanile o sul frontone della chiesa, ma addirittura l’ hanno messa davanti all’altare o all’ambone e persino stesa invece del corporale sulla mensa, si deve riconoscere almeno l’esistenza di una confusione sul suo significato. Se poi si guarda alla pluralità di soggetti che ne rivendicano la paternità, ci si domanda se non sarebbe più opportuno per un cattolico ricuperare prioritariamente il profondo significato di molti simboli cristiani, a cominciare da quello della Croce o del monogramma di Cristo o dell’Agnello di Dio al quale chiediamo “dona a noi la pace”. Questo vuol dire “inculturare”. Se proprio abbiamo bisogno di un vessillo per mettere in mostra come la pensiamo sulla pace ! Il cristiano crede che la pace la doni Gesù e non il mondo. Egli ha fatto la pace, dice san Paolo, abbattendo il muro di separazione che è l’inimicizia.
La verità è un'altra: in un tempo dominato da relativismo di ogni tipo, la Chiesa e, segnatamente Vescovi, sacerdoti e religiosi, ha il diritto-dovere di richiamare l’essenziale e non di accrescere la confusione. Questo non per mettersi in mostra, ma per essere fedele a quanto dice Gesù: “chi non mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io non lo riconoscerò davanti al Padre mio”.
Infine all’obiezione fatta all’autore dell’articolo di consultare due siti web (http://it.wikipedia.org/wiki/Bandiera_della_pace,http://it.wikipedia.org/wiki/Bandiera_arcobaleno) si risponde che essi sono stati consultati e citati in nota al documento originario, ma che ne è stata omessa la pubblicazione sul sito della Fides per ragioni tecniche. L’autore ne ha fatto comunque una sintesi a dimostrazione che sono a lui note le differenze tra i vari tipi di bandiera. (N.L.) (Agenzia Fides 11/7/2008)


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