AMERICA/HAITI - “Non possiamo rimanere fermi, con le braccia conserte”: appello urgente di Caritas Haiti a sostegno di 20 mila famiglie in povertà estrema, vittime della crisi alimentare

mercoledì, 9 luglio 2008

Port au Prince (Agenzia Fides) – “Di fronte alla gravità della situazione non possiamo rimanere fermi, con le braccia conserte”. Comincia con queste parole l’appello alla solidarietà lanciato da Caritas Haiti per aiutare 20.000 famiglie che vivono in situazione di estrema povertà in un Paese che soffre come pochi le conseguenze della crisi alimentare. Da decenni Haiti detiene il triste primato di essere il Paese più povero di tutto il continente americano e tra i dieci più poveri del mondo. Basti pensare che la sua prospettiva di vita è ferma a 51 anni e che il 60 per cento dei bambini minori di 5 anni soffre di anemia.
Haiti, che importa il 53 per cento del cibo necessario ad alimentare i suoi 8 milioni di abitanti, lo scorso mese di aprile è stata scenario di violente proteste di piazza contro il forte aumento dei prezzi degli alimenti indispensabili (vedi Fides 17/4/2008). Inoltre, come ha spiegato padre Serge Chadic, Direttore di Caritas Haiti, la crisi si è aggravata a causa delle “conseguenze dei danni causati dagli uragani Dean e Noel, lo scorso mese di novembre; dell’applicazione rigorosa delle misure richieste dal FMI e dalla Banca Mondiale; dell’immobilismo del Governo che non ha preso misure urgenti”. La mancanza di generi alimentari ha provocato situazioni drammatiche durante questa crisi. Molte famiglie di agricoltori sono state costrette ad usufruire delle riserve di semi che conservavano per il seguente raccolto, per cui si stima una diminuzione anche della produzione.
Le nove Diocesi cattoliche del Paese hanno bisogno di 1.800.000 euro per attuare un ambizioso piano che per un anno, attraverso le Caritas parrocchiali, prevede di fornire a 20.000 famiglie prodotti di prima necessità, 10.000 kit di attrezzi e semi agli agricoltori più poveri e sostenere con prestiti le piccole imprese comunitarie che si dedicano all allevamento, alla raccolta e al commercio di prodotti agricoli. Parte di questo intervento include la risistemazione di sistemi di irrigazione e le strutture di drenaggio in alcune delle zone più svantaggiate. Dal lancio di questa campagna, il mese scorso, Caritas Haiti ha ricevuto già 100.000 euro dalla Caritas spagnola, oltre ad altri contributi provenienti dai medesimo organismi in Svizzera e Cile. Caritas Haiti, che fu creata dai Vescovi nel 1975, attualmente opera soprattutto in tre campi: agricoltura, salute e “finanziamento solidale”.
Di fronte alle conseguenze del passaggio degli uragani, nello scorso mese di novembre, che hanno rovinato la maggior parte dei raccolti, le singole Caritas diocesane, aiutate anche dai fondi della Caritas spagnola, hanno acquistato semi per gli agricoltori locali e li hanno distribuiti tra le famiglie di contadini. A loro volta, questi si sono impegnati a restituirli una volta raccolti i prodotti dei campi. In questo modo, il fondo dei semi rimarrà a disposizione di altre persone che dovessero averne necessità.
Sul piano sanitario, la sanità pubblica in Haiti è praticamente inesistente e la stragrande maggioranza dei suoi 8 milioni di abitanti non può pagarsi i trattamenti medici presso gli ospedali privati. Per rispondere a questa necessità, in molte parrocchie funzionano comitati di salute che organizzano corsi di educazione preventiva e hanno a loro carico cliniche mobili che realizzano servizi basilari in paesi e villaggi.
Nelle parrocchie, inoltre, esistono i “finanziamenti solidali”, microcrediti che si concedono a famiglie con poche risorse, affinché creino piccoli commerci o acquistino attrezzi. Vengono concessi con interessi molto bassi, l’1 per cento mensile, e normalmente si restituiscono in tre o quattro mesi. (RG) (Agenzia Fides 9/7/2008)


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