VATICANO - La Chiesa e i percorsi della comunità cristiana (8) - Nel secolo dei martiri

martedì, 8 luglio 2008

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Novecento è stato definito “il secolo dei martiri” ed è stato anche una stagione carismatica per la Chiesa. Si va dai due milioni di cristiani uccisi a motivo della fede dal 1917, ai martiri del nazismo, ai preti e ai laici francesi morti nei lager per testimoniare la solidarietà ai deportati, ai cristiani morti nell’opera di evangelizzazione in tutto il mondo, ai missionari, ai religiosi e alle religiose uccisi a motivo della loro vicinanza ai sofferenti, ai martiri della giustizia o delle guerre civili, ai cristiani assassinati per lotte etniche, ai martiri algerini della trappa di Nôtre Dame de l’Atlas, a molti altri che non si possono nemmeno ricordare.
Anche le nuove comunità e i movimenti, in questo secolo di martiri, rappresentano una realtà nella Chiesa del Novecento. Un aspetto in sé tragico, ma decisivo per la nascita dei movimenti e delle nuove comunità, è stato l'evento bellico. Così il Movimento dei Focolari di Chiara Lubich si sviluppa in un’Italia    umiliata dalla guerra e, non a caso, ha come vocazione di fondo proprio quella dell’unità. Anche un prete italiano, don Zeno Saltini, fondatore di Nomadelfia, parte proprio dalla crisi della guerra per lanciare un movimento di rinnovamento cristiano che ebbe inizio nell’ex campo per deportati di Fossoli. Si possono ancora citare il frate conventuale svizzero Leone Veuthey, che nel 1945 iniziò la Crociata della carità; Padre Patrick Peyton della Congregazione della Santa Croce, fondatore della Crociata del rosario in famiglia; il Movimento familiare cristiano fondato in Argentina dal missionario passionista padre Pedro Richards; il Movimento carismatico cattolico sostenuto dal Cardinal Joseph Suenens in Belgio; le Oasi di padre Virginio Rotondi; il Movimento per un mondo migliore fondato da padre Lombardi; l'Aiuto alla Chiesa che soffre di padre Werenfried van Straaten. Un altro movimento nato prima del Concilio è quello di Comunione e Liberazione, fondato da monsignor Luigi Giussani.
Un grande impulso al fiorire dei movimenti è stato dato dal Concilio Vaticano II e dal clima di provocato in Occidente dal movimento del ’68. Dopo il Vaticano II si sviluppa in Italia una forte spinta aggregativa a livello di base, talvolta con un carattere “contestativo” più o meno esplicito. Sul finire degli anni Sessanta nasce a Roma il Cammino Neocatecumenale, che non si definisce un movimento e che trova una forte espansione in tutto il mondo, i cui iniziatori sono gli spagnoli Kiko Argüello e Carmen Hernàndez; ancora la Comunità di Sant’Egidio fondata da Andrea Riccardi e il Rinnovamento nello Spirito Santo.
Con Papa Giovanni Paolo II il laicato è stato più volte incoraggiato a esprimere i propri carismi, attraverso encicliche, esortazioni e lettere apostoliche, tra i quali Christifideles laici e Mulieris dignitatem, mettendo in evidenza la coessenzialità dell’aspetto  “mariano” della Chiesa con quello “petrino”, rinnovando una visione di Chiesa come vera icona della Trinità, perché basata sul fondamento degli Apostoli e dei profeti in intima comunione.
Tutte queste realtà ecclesiali fiorite nella seconda metà del Novecento sono caratterizzate da una forte presenza carismatica, che si esprime in modo diverso nei singoli movimenti, nella consapevolezza che tutti i carismi sono donati alla Chiesa per il suo rinnovamento e per rispondere, nel corso della storia, alle sfide che si trova ad affrontare. (8 – fine) (E.M.) (Agenzia Fides 8/7/2008)


Condividi: