AMERICA/COSTA RICA - I Vescovi chiedono al governo di fare fronte alla crisi alimentare, garantendo a tutti sicurezza nei rifornimenti, accesso ai campi, finanziamenti per la produzione, prezzi contenuti

lunedì, 30 giugno 2008

San José (Agenzia Fides) - La Conferenza Episcopale del Costa Rica, in occasione della “Giornata Nazionale per l’alimentazione ed il diritto alla produzione di alimenti”, ha rivolto un appello al Governo affinché intraprenda misure adeguate per far fronte alla crisi alimentare.
Nella Dichiarazione finale della Giornata, alla quale hanno preso parte anche organizzazioni di contadini ed altri organismi sociali, viene affermato che “l’enorme aumento dei prezzi va a maggior discapito delle persone povere, che già destinano quasi la totalità delle loro entrate all’acquisto di cibo e che non possono certo far fronte ad un ulteriore aumento”.
Viene inoltre riconosciuto che l’agricoltura, per i piccoli e medi produttori, “è ciò che garantisce impiego, entrate, solidarietà, salvaguardia dei valori della nostra democrazia sociale, integrazione della famiglia agricola, cultura e polifunzionalità dei campi e dell’agricoltura”. In definitiva, è l’“ordinamento socioeconomico che conforma ciò che conosciamo come economia agraria, sociale e solidale, garante della ‘sovranità alimentare’, che ha storicamente mantenuto nella nostra Patria la stabilità e la pace sociale, favorendo il raggiungimento di un accettabile livello di benessere”.
Tuttavia, secondo quanto denunciato dalla Conferenza Episcopale, il diffondersi, negli ultimi anni, di un’economia di libero mercato e l’eliminazione del carattere solidale dello Stato “ha avuto come conseguenza lo smantellamento delle istituzioni del settore agricolo, il deterioramento aggressivo dell’economia agraria, il deterioramento della famiglia e della sua base religiosa”, oltre a favorire “la migrazione dai campi alla città, concentrando la ricchezza ed aumentando la disuguaglianza sociale”.
Nei dettagli, questa politica produttiva promossa dal governo ha portato “la gran parte della popolazione a rischiare di rimanere senza cibo per due ragioni: perché non ci sono condizioni per produrli e perché non hanno il denaro per acquistarli”. Tutto questo provoca “una crisi economica che produce a sua volta un’esasperante insicurezza alimentare, crisi molte volte annunciata dalle organizzazioni agricole, a cui i governi non hanno mai dato l’importanza dovuta”.
Da tempo, ricorda il comunicato, diversi organismi internazionali stanno riflettendo sulle cause di questa crisi e stanno chiedendo ai Paesi di prendere le misure necessarie, tuttavia “il governo ha minimizzato la gravità della situazione e non ha preso misure serie ed integrali per affrontare questa crisi, lasciando la popolazione nel rischio di non avere accesso agli alimenti giornalieri, allontanandola dal mercato e non favorendo di conseguenza le entrate sufficienti per permetterle l’acquisto dei beni”.
La Conferenza Episcopale, insieme a tutti i partecipanti alla Giornata, ha quindi rivolto un appello al governo chiedendo “uno spazio di dialogo che permetta di elaborare una strategia a breve, medio e lungo termine, che dia come risultato un programma integrale di politiche pubbliche che garantiscano alla popolazione sicurezza alimentare, accesso ai campi, finanziamento alla produzione, prezzi accessibili delle entrate agricole, guadagni necessari per acquistare gli alimenti". (RG) (Agenzia Fides 30/6/2008)


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