AMERICA/ECUADOR - L'Arcivescovado di Quito: “Non si può essere cattolici e contemporaneamente difendere l'aborto"

venerdì, 27 giugno 2008

Quito (Agenzia Fides) - L'Arcivescovo di Quito, Mons. Raúl Vera insieme ai suoi Vescovi Ausiliari, Mons. René Cobagalarza e Mons. Danilo Echeverría. hanno emesso un comunicato nel quale esprimono il loro profondo rammarico per lo striscione calato ai piedi dell'immagine della Madonna di Quito, e in cui invitano a partecipare ad atti di riparazione e di amore verso Dio e la Vergine Santissima.
"Vogliamo manifestare il nostro più profondo dolore per lo striscione che la 'Coalizione di donne per la depenalizzazione dell'aborto', la mattina del 17 giugno, ha avuto l'audacia di appendere ai piedi dell'immagine della Vergine di Quito, attraverso il quale si pretendeva di invocare Maria Santissima come modello affinché le donne possano 'scegliere' il crimine abominevole dell'aborto" si legge nel comunicato.
I Vescovi ricordano tutte "le affermazioni che in modo nitido, chiaro, frequente ed indubitabile sono state fatte dal Magistero della Chiesa, sia in modo solenne, sia nella sua predicazione ordinaria ed abituale". In primo luogo il Catechismo della Chiesa Cattolica. dove si legge che "la vita umana deve essere rispettata e protetta in maniera assoluta dal momento del concepimento" e si chiede che si riconoscano all'essere umano, fin dal primo momento della sua esistenza, tutti i suoi diritti di persona, tra cui il diritto inviolabile alla vita.
Egualmente ricordano che “la dottrina della Chiesa ha insegnato immutabilmente la gravità dell'aborto volontario, in tutte le sue manifestazioni". D'altra parte, il Magistero della Chiesa si è pronunciato in diverse occasioni sulla “necessità di promuovere un'autentica cultura della vita in cui ogni manifestazione contraria alla vita, e soprattutto, ogni attacco a quanti ancora non sono nati, sia respinto, e si proclami il valore di ogni vita umana dal momento del suo concepimento fino alla sua morte naturale".
Davanti a queste ragioni manifestano "il più profondo rifiuto di questo atto" ed affermano che “non si può essere cattolici e contemporaneamente difendere l'aborto in tutte le sue modalità”. “Nessuno - continua il comunicato - nemmeno la stessa madre, ha diritto di mettere fine ad una vita innocente; meno ancora a quella di un essere indifeso e che, inoltre, non ha ricevuto ancora l'acqua rigeneratrice del battesimo".
L'Arcivescovado di Quito invita dunque tutti i cattolici a promuovere, individualmente e in gruppo, atti di riparazione e di verso Dio e la Vergine Santissima, e convocano tutti i fedeli a partecipare alla preghiera del Santo Rosario di sabato 28 giugno, ai piedi della stessa immagine mariana, come atto di risarcimento e riparazione pubblica. (RG) (Agenzia Fides 27/6/2008)


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