AFRICA/ZIMBABWE - L'ipotesi di un governo di unità nazionale è respinta dall'opposizione

giovedì, 24 aprile 2008

Harare (Agenzia Fides)- Il regime dello Zimbabwe lancia un segnale all'opposizione per la formazione di un governo di transizione per far uscire il Paese dalla grave crisi politica scoppiata dopo le elezioni del 29 marzo. In un editoriale, il quotidiano governativo “The Herald” ha auspicato che i Paesi della regione svolgano una mediazione per favorire la creazione di un governo di unità nazionale, presieduto da Mugabe, che prepari nuove elezioni.
“La situazione socio-economica in Zimbabwe non è favorevole e la dinamica politica del Paese è così distorta che far svolgere un ballottaggio libero ed equo in tempi brevi è letteralmente impossibile” scrive il quotidiano.
Il leader dell'opposizione, Morgan Tsvangirai, dal Mozambico, ennesima tappa del suo tour per convincere gli altri Paesi africani a esercitare pressioni su Mugabe perché ceda il potere, ha respinto la proposta di un esecutivo di unità nazionale, guidato dal Presidente uscente. Tsvangirai ha auspicato la formazione di un governo aperto a tutte le componenti della vita politica nazionale. La proposta formulata da The Herald è stata respinta anche da un esponente del governo, un'ulteriore indicazioni dell'esistenza di contrasti ai vertici del partito di Mugabe (ZANU-PF, l'Unione Nazionale Africana dello Zimbabwe-Fronte Patriottico) e del governo tra una linea favorevole ad un compromesso ed un'altra dura e intransigente.
L'Herald ha anche annunciato che il riconteggio delle schede del voto per le legislative del 29 marzo, vinte dall'opposizione, ha dato un risultato favorevole a Mugabe. La Commissione Elettorale dello Zimbabwe (ZEC) ha infatti assegnato al partito del Presidente Mugabe il primo dei 23 seggi per i quali era stato deciso il riconteggio. In un'altra circoscrizione, i cui voti sono stati ricontati, è stata invece riconfermata la vittoria del Movimento per il Cambiamento Democratico, il partito di Tsvangirai. Mentre proseguono le operazioni di verifica in 23 delle 210 circoscrizioni elettorali, il Paese e la comunità internazionale continuano ad attendere i risultati delle elezioni presidenziali. Un ritardo che sta diventando imbarazzante per i Paesi che appoggiano Mugabe, ad iniziare dal Sudafrica, dove alla linea morbida del Presidente Thabo Mbeki si sta affermando quella più decisa del suo successore alla testa dell'African National Congress (ANC). Zuma ha qualificato la crisi nello Zimbabwe come “inaccettabile”, ma ha difeso Mbeki dalle critiche di chi gli chiede una presa di posizione più dura. “Mbeki è stato incaricato di mediare nella crisi. Non si può avere un mediatore che si schiera per una delle due parti” ha affermato dopo un incontro con il Premier inglese Gordon Brown. Quest'ultimo ha proposto un embargo sulla vendita di armi allo Zimbabwe, dopo che i sindacati dei lavoratori portuali sudafricani si sono rifiutati di scaricare una fornitura di armi giunta in nave dalla Cina per lo Zimbabwe. Anche il Presidente della Caritas Internationalis, il Cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, Arcivescovo di Tegucigalpa, chiede al Consiglio di Sicurezza dell'ONU di indire un embargo sulla vendita di armi ad Harare. Lo ha reso noto un comunicato inviato all'Agenzia Fides. (L.M.) (Agenzia Fides 24/4/2008 righe 37 parole 500)


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