AFRICA/ZIMBABWE - L'ombra dei veterani della guerra di liberazione sul futuro dello Zimbabwe

martedì, 22 aprile 2008

Harare (Agenzia Fides)- Sono i veterani della guerra di liberazione l'ultima carta rimasta da giocare al Presidente Robert Mugabe nella sua partita contro l'opposizione? Sì a giudicare da alcuni recenti sviluppi. In primo luogo, Mugabe ha avviato una vasta epurazione in seno al suo partito (l'Unione Nazionale Africana dello Zimbabwe-Fronte Patriottico, ZANU-PF), sostituendo con gli ex combattenti i quadri dirigenti provinciali, considerati non sufficientemente leali e ritenuti responsabili di non avere sufficientemente sostenuto Mugabe nelle elezioni del 29 marzo. All'interno del partito, infatti, si è costituita un'ala disponibile a raggiungere un compromesso con l'opposizione, alla quale si contrappone un nucleo di responsabili della sicurezza e dell'intelligence (vedi Fides 16/4/2008). In un caso, alcuni ex combattenti hanno assaltato il locale ufficio del partito, accusando il suo dirigente di essere il responsabile della disfatta elettorale nella circoscrizione elettorale.
La leadership così ristrutturata del partito dovrà avviare una campagna di pressioni e di intimidazioni in vista del ballottaggio per eleggere il Presidente. Mentre infatti non sono stati ancora resi noti i risultati del voto del 29 marzo, è opinione condivisa da tutti che il governo locale intenda andare al ballottaggio.
Il ritardo nella proclamazione del risultato del 29 marzo induce l'opposizione e molti osservatori esterni a temere che vi siano irregolarità nel conteggio delle schede. Timori accentuati dal riconteggio dei voti delle elezioni parlamentari (vinte dall'opposizione) in 23 delle 210 circoscrizioni elettorali.
La nuova leadership del partito lavorerebbe a stretto contatto con i militari e con le milizie del partito, formata anch'esse da veterani della guerra di liberazione. Queste milizie sarebbero le principali responsabili delle violenze che si sono registrate dopo il 29 marzo. Secondo fonti umanitarie locali, 150 persone sono rimaste uccise dalla conclusione delle elezioni.
Lo Zimbabwe Peace Project (ZPP), un'associazione per i diritti civili promossa dalle chiese locali (tra cui quella cattolica) e da alcune ONG, afferma che i veterani hanno creato una serie di “basi del terrore” e di campi di tortura, dove vengono rinchiusi gli oppositori al regime, in particolare gli appartenenti al Movimento per il Cambiamento Democratico (MDC), il partito di Morgan Tsvangirai, il principale sfidante di Mugabe alle elezioni presidenziali.
Tsvangirai è impegnato in un tour in Africa, per ottenere un cambiamento nell'atteggiamento della leadership continentale sulla crisi nel suo Paese. In Ghana Tsvangirai ha incontrato il Segretario Generale dell'ONU, Ban Ki-moon. (L.M.) (Agenzia Fides 22/4/2008 righe 32 parole 407)


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