AFRICA/GHANA - “Occorre sbarazzarsi delle reliquie del passato, dei sussidi agricoli che penalizzano i Paesi più poveri” denuncia il Segretario Generale dell'ONU

lunedì, 21 aprile 2008

Accra (Agenzia Fides)- “Bisogna sbarazzarsi di queste reliquie del passato che penalizzano in maniera sproporzionata i Paesi poveri e che contribuiscono all'emergenza attuale”. Così il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha voluto indicare nei sussidi all'agricoltura degli Stati occidentali (le “reliquie del passato”) una delle cause principali del mancato sviluppo dell'agricoltura nei Paesi più poveri, che contribuisce alla grave crisi alimentare mondiale.
Ban Ki-moon è intervenuto all'apertura della 12esima Conferenza dell'ONU sullo Sviluppo e il Commercio (UNCTAD) che si tiene ad Accra (Ghana). “La Conferenza non poteva accadere in un momento più opportuno. Siamo in una situazione inquietante che pone una minaccia per numerosi Paesi in via di sviluppo” ha sottolineato il Segretario Generale dell'ONU. Secondo Ban Ki-moon l'aumento del prezzo dei cereali rischia di erodere i progressi raggiunti in vista degli Obiettivi del Millennio, che prevedono di dimezzare la povertà mondiale entro il 2015. Di fronte alla penuria di cibo, diversi Stati hanno proibito l'esportazione delle loro scorte alimentari mentre altri hanno introdotto incentivi per facilitare l'importazione di prodotti agricoli. “Questi provvedimenti rischiano di distorcere i mercati internazionali e di accrescere la penuria” ha ammonito il Segretario Generale dell'ONU, prospettando una crisi non solo economica ma anche politica di gravissime dimensioni, con conseguenze sulla sicurezza mondiale. Dalla sue parole infatti si può leggere il timore di tensioni che possono persino sfociare in conflitti per il controllo delle riserve alimentari.
Se Ban Ki-moon critica con forza i sussidi concessi dagli Stati economicamente più forti ai loro produttori agricoli, il Presidente del Senegal, Abdoulaye Wade, lancia un'invettiva contro quelli che ha definito i “beccamorti della fame” (“croque-morts”, in francese). “Il preteso aiuto alimentare è diventato un affare di alcune Organizzazioni Non Governative, se non addirittura un vasto imbroglio. I Capi di Stato africani potrebbero raccontare come i presunti doni arrivano ampiamente amputati, dai diversi prelievi operati nel passaggio” ha affermato il Presidente senegalese. Wade ha chiesto un'ampia inchiesta sullo “scandalo del secolo”, “sull'economia della fame”, che porta vantaggi solo a certi presunti “operatori umanitari” e non alle popolazioni in difficoltà. Il Senegal è uno dei Paesi africani più colpiti dalla crisi agricola internazionale. Per soddisfare le sue esigenze alimentari il Senegal ha varato “un'offensiva agricola per la nutrizione e l'abbondanza” al fine di aumentare la produzione agricola nazionale.
L'aumento dei prezzi dei cereali deriva da diversi fattori. Tra questi, secondo gli esperti, vi è la crisi finanziaria esplosa sul mercato immobiliare statunitense. Gli operatori finanziari internazionali non potendo più investire su quel mercato hanno dirottato ingenti risorse sui mercati delle materie prime, i cui prezzi da tre anni non fanno che salire, a causa dell'aumento della domanda da parte dei Paesi asiatici. Tra le le materie prime non vi sono solo minerali e il petrolio, ma anche i cereali. Dalla crisi immobiliare americana, nell'agosto 2007, sono aumentati di tre volte i contratti speculativi sul grano e la soia, creando una distorsione sul corso dei prezzi. Ma si può giocare in borsa sulla vita di intere popolazioni? (L.M.) (Agenzia Fides 21/4/2008 righe 42 parole 532)


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