AMERICA/ECUADOR - L’Assemblea dei Giuristi cattolici rinnova l’impegno ad aiutare i fratelli che vivono nelle prigioni, “nei quali si scopre il volto sofferente di Cristo”

venerdì, 18 aprile 2008

Quito (Agenzia Fides) - Dal 10 al 13 aprile ha avuto luogo la Terza Assemblea dei Giuristi cattolici dell’America Latina e dei Caraibi (JUCALAYC) sul tema “Identità e missione del giurista cattolico”, incontro terminato con la formulazione del “Credo” e delle “Beatitudini” del Giurista.
All’incontro erano presenti Mons. Luís Artemio Flores Calzada, responsabile della Sezione di Pastorale Sociale del Dipartimento di Giustizia e Solidarietà, ed il Cardinale Antonio José González Zumárraga, Arcivescovo emerito di Quito. Mons. Luís Artemio, sia nella Messa di inaugurazione che in quella di chiusura, ha incoraggiato i presenti a proseguire nel servizio alla luce del Vangelo e secondo lo spirito di Aparecida, soprattutto in questo tempo di urgenti compromessi. Come invitati hanno partecipato P. Salvatore Valadez Fuentes, direttore dell'ITEPAL (Istituto Teologico Pastorale del CELAM) che ha illustrato “i fondamenti biblici-dottrinali del giurista cattolico” e “il discepolato e la missione del giurista cattolico nel nostro tempo”. Inoltre è intervenuta suor Izabel Arantes, responsabile della Sezione Mobilità Umana del Dipartimento di Giustizia e Solidarietà, che ha affrontato il tema della migrazione e la sua problematica nell’ambito legislativo. Sono stati presentati anche gli statuti che dirigono la Jucalayc.
Secondo quanto spiegano gli organizzatori, “come frutto dell’incontro si consolida la preoccupazione di servire i fratelli privati della libertà, nei quali si scopre il volto sofferente di Cristo. Queste persone sperano nella solidarietà dei credenti, soprattutto se danno seguito al mandato di Aparecida, che chiede di offrire un’attenzione speciale per i carcerati. Sperano inoltre nell’urgente attenzione concessa loro da parte delle autorità governative, chiamate a risolvere i gravi problemi che si è costretti a vivere all’interno delle prigioni”.
L’idea della Jucalayc risale all’anno 2001, e precisamente al quarto Incontro Latino-Americano e Caraibico di Pastorale Penitenziaria, dove venne convocato un Incontro Latino-Americano e Caraibico di giuristi impegnati nella pastorale penitenziaria. In quella occasione fu redatto il documento nel quale si definiscono le basi dottrinali per una rete di giuristi dell’America Latina e dei Caraibi, Documento promosso dal CELAM. Il secondo incontro venne convocato nell’anno 2006, per dibattere ed approvare gli statuti della Jucalayc, come braccio giuridico della pastorale Penitenziaria Cattolica del Continente. In quell’incontro venne stabilito che per appartenere alla Jucalayc è richiesto: essere giurista, praticare la religione cattolica, svolgere attività reale e concreta nella Pastorale penitenziaria ed onorare i principi contenuti nel documento di Bogotà. Inoltre, promuovere il riconoscimento di Gesù Cristo come Redentore dell’uomo e Signore della Storia. L’istituzione cerca di “promuovere il vissuto della professione come un atto di fede; essere strumento dell’amore di Dio; promuovere la riconciliazione; irradiare spirito di servizio, verità ed onestà; evangelizzare attraverso l’azione professionale; risvegliare e rassicurare la libertà; modificare preconcetti; coltivare la vera saggezza, affinché la giustizia umana sia fedele riflesso della giustizia divina”.
La Jucalayc ha un consiglio composto da coordinatori delle quattro regioni del CELAM: regione Centro-Americana e Messico, regione Caraibica, Bolivariana e Cono Meridionale; un’assemblea composta da due delegati di ogni Paese ed un consigliere, sacerdote. La partecipazione alla Jucalayc si completa con gruppi nazionali, diocesani e parrocchiali. (RG) (Agenzia Fides 18/4/2008; righe 40, parole 503)


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