AMERICA/PERÙ - Dieci Vescovi peruviani mettono in guardia sulla nascita di un gruppo di sacerdoti e religiosi dissidenti che operano ai margini della Chiesa provocando confusione tra i fedeli

lunedì, 14 aprile 2008

Lima (Agenzia Fides) - In una Lettera inviata alle principali organizzazioni cattoliche di aiuto internazionale, dieci Vescovi di nove circoscrizioni ecclesiastiche del centro e sud andino del Perù hanno fatto sapere di non condividere la nascita di “Isaia”, un’associazione di sacerdoti e religiosi dissidenti che causa confusione tra i parrocchiani delle zone più povere del Paese.
I Vescovi di Cuzco, Arequipa, Tacna, Puno, Abancay, Chuquibamba, Juli, Sicuani ed Ayaviri hanno denunciato che “alcuni mesi fa, nella zona del sud andino, si è cominciata a formare un’associazione di nome “Isaia” (Istituto Meridionale Andino di Investigazione ed Azione Solidale) che afferma di volere “contribuire al rinvigorimento della fede delle comunità cristiane che vivono nel Sud Andino” ed “essere uno spazio di incontro e scambio di esperienze per persone, comunità, gruppi sociali ed istituzioni nella riflessione e celebrazione della fede in Cristo”. I Vescovi hanno chiarito che l’associazione in questione “nasce per iniziativa di alcuni sacerdoti, religiosi, religiose e laici provenienti da diverse giurisdizioni ecclesiastiche del sud e del centro del Perù, ma non conta sull’appoggio giuridico ecclesiastico, né della sua creazione sono stati informati i rispettivi Vescovi”.
Secondo quanto i Vescovi hanno potuto constatare, l’istituzione di nome “Isaia” va delineandosi ai margini della Chiesa locale, “cercando inoltre di perpetuare una linea di formazione teologica e pastorale che porta in sé una prospettiva di dissenso con il Magistero della Chiesa, con cui non possiamo essere d’accordo né possiamo avallare” hanno aggiunto. Allo stesso tempo si sono detti dispiaciuti “che un’opera di questa natura venga promossa su iniziativa di alcuni sacerdoti, religiose e laici delle nostre Chiese particolari che, sebbene pochi, causano confusione nei fedeli”.
Allo stesso tempo, i Vescovi si sono detti oltremodo dispiaciuti “che questi nostri fratelli vogliano mantenersi al margine dello spirito di comunione con i loro Pastori, diventando in questo modo occasione di sofferenza sia per i Vescovi che per tutto il Popolo di Dio”. I Vescovi invitano pertanto le varie organizzazioni a non “finanziare le attività di questo gruppo, che contraddice il pensiero e l’opera dei legittimi Pastori”. (RG) (Agenzia Fides 14/472008; righe 26, parole 345)


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