AFRICA/ZIMBABWE - Lo Zimbabwe ancora in attesa del risultato delle elezioni presidenziali a 9 giorni dal voto

lunedì, 7 aprile 2008

Harare (Agenzia Fides)- Lo Zimbabwe rimane con il fiato sospeso per l'attesa dei risultati delle elezioni presidenziali del 29 marzo. Morgan Tsvangirai, il candidato dell'opposizione, continua a rivendicare di essere il Presidente eletto al primo turno perché afferma di aver vinto con una maggioranza superiore al 50%. Per questo motivo ha chiesto all'Alta Corte di Giustizia di intervenire perché sia reso noto subito l'esito del voto. I giudici devono pronunciarsi sulla questione nelle prossime ore.
Il partito del Presidente Robert Mugabe (ZANU-PF) sostiene invece che in base ai propri calcoli, Tsvangirai avrebbe vinto senza però aver ottenuto la maggioranza assoluta. La strategia del Presidente è quella di puntare al ballottaggio per le presidenziali, di contestare la vittoria ottenuta dal Partito di Tsvangirai (Movimento per il Cambiamento Democratico MDC) nelle elezioni parlamentari e, nel contempo, di mobilitare la propria base, specie nelle campagne. Lo ZANU-PF ha chiesto di ripetere lo spoglio delle schede delle elezioni presidenziali non solo nelle sedici circoscrizioni in cui aveva riscontrato presunte irregolarità , ma su tutto il territorio nazionale. Il Presidente ha infine rilanciato la sua politica di occupazione delle terre degli ultimi coloni di origine europea, che ancora non erano state confiscate dopo la politica di trasferimento forzato della proprietà fondiaria dai “bianchi” ai “neri”, avviata nel 2000 con conseguenze drammatiche sull'economia nazionale. “La terra deve rimanere nelle nostre mani. La terra è nostra, non bisogna permettere che finisca nelle mani dei bianchi” ha affermato Mugabe in un discorso riportato dal quotidiano filo-governativo “The Herald”, all'indomani di dell'occupazione di alcune fattorie di coloni europei nella regione di Masvingo. La polizia ha disperso la maggior parte degli occupanti, tranne quelli che continuano a trattenersi in due fattorie.
Queste manovre hanno destato l'allarme dell'opposizione, che accusa Mugabe di mobilitare militari, miliziani privati, mercenari e veterani per ribaltare con la forza il risultato del voto, trascinando così il Paese sull'orlo della guerra civile.
Un clima pesante dunque, ma diversi osservatori ritengono che, dietro le quinte, sia in corso un negoziato per consentire una transizione “morbida” dal regime di Mugabe a un nuovo governo. È forse questo lo scopo del viaggio di Tsvangirai in Sudafrica, dove è giunto, ieri, 6 aprile, dopo aver invocato l'intervento di Stati Uniti, Gran Bretagna e Sudafrica ad intervenire “per aiutarci a porre fine al regno suicida di Mugabe e obbligarlo a dimettersi”. Tsvangirai ha inoltre invitato il Fondo Monetario Internazionale a bloccare il previsto prestito di due miliardi di dollari allo Zimbabwe fino a quando Mugabe non accetterà la sconfitta.
Nel caso si dovesse andare ad un ballottaggio fra Mugabe e Tsvangirai , il terzo candidato alle elezioni presidenziali, l'ex Ministro delle Finanze, Simba Makoni, potrebbe avere un ruolo di “king maker”, invitando i propri elettori a votare per l'uno o l'altro dei due sfidanti. (L.M.) (Agenzia Fides 7/4/2008 righe 36 parole 496)


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