AFRICA/ZIMBABWE - Mugabe si riunisce con la leadership del suo partito per decidere il suo futuro politico e personale

venerdì, 4 aprile 2008

Harare (Agenzia Fides)- Si inasprisce il confronto politico nello Zimbabwe tra l'opposizione, che ha conquistato la maggioranza in Parlamento, e il governo del Presidente uscente Robert Mugabe.
Mentre il Movimento per il Cambiamento Democratico (MDC), il partito dell'opposizione, ha annunciato di volere presentare ricorso per i ritardi nella pubblicazione dei risultati delle elezioni presidenziali (che si sono svolte contestualmente a quelle legislative, il 29 marzo), la leadership del partito del Presidente (ZANU-PF) si è riunita per decidere la partecipazione al ballottaggio. Pur in assenza di dati ufficiali, la stampa governativa ha infatti fatto trapelare la notizia che nessuno dei due contendenti, Mugabe e il leader del MDC, Morgan Tsvangirai, ha raggiunto il quorum necessario per essere eletto Presidente al primo turno. Un'affermazione contestata dall'opposizione che rivendica invece, sulla base di un proprio calcolo dei voti, di aver ampiamente superato la soglia (50% più uno dei voti) richiesta per vincere senza far ricorso al ballottaggio.
La leadership del ZANU-PF sembra intenzionata ad andare al ballottaggio ma allo stesso tempo lancia segnali per una possibile trattativa. Secondo il quotidiano britannico “The Guardian” il Presidente Mugabe sarebbe disponibile a lasciare il potere in cambio dell'immunità giudiziaria per i crimini commessi in passato. Se la sua offerta non venisse accettata, affermano al giornale fonti dell'entourage presidenziale, Mugabe proclamerebbe lo stato d'emergenza per poi indire entro 90 giorni nuove elezioni.
Ad accrescere la tensione, anche con le potenze internazionali, vi è poi l'arresto di due giornalisti, lo statunitense Barry Bearak, inviato del New York Times, e il britannico Steven Bevan, che lavora come free-lance. Entrambi sono accusati di non essersi accreditati presso le autorità locali per poter seguire le elezioni.
Una situazione di confronto e di confusione apparente che però è forse in parte voluta dal regime che era stato avvertito di una probabile sconfitta elettorale. Secondo “The Zimbabwe Indipendent” i servizi segreti locali (Central Intelligence Organization, CIO) avevano avvertito Mugabe prima del voto che avrebbe perso le elezioni. Un sondaggio pre-elettorale condotto dal CIO aveva infatti predetto che Mugabe avrebbe ottenuto al massimo il 49.2% dei voti. La natura personalistica del regime è poi emersa quando l'entourage del Presidente ha fatto pressioni sui vertici dell'intelligence per rivedere al rialzo questa percentuale, che è stata portata prima al 52,3% e poi addirittura al 56%. Il giornale nota che il sondaggio del CIO è praticamente identico ad uno analogo effettuato da un esperto dell'Università dello Zimbabwe ed è stato probabilmente utilizzato per giustificare il ricorso a frodi elettorali. (L.M.) (Agenzia Fides 4/4/2008 righe 31 parole 417)


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