AFRICA/ZIMBABWE - Tra voci di golpe e annunci di ballottaggio lo Zimbabwe rimane con il fiato sospeso in attesa dei risultati ufficiali delle elezioni presidenziali

mercoledì, 2 aprile 2008

Harare(Agenzia Fides)- Ancora incertezza sui risultati del voto nello Zimbabwe del 29 marzo (vedi Fides 1/4/2008). Mentre secondo i dati ufficiali, ancora parziali, dallo scrutinio per le elezioni parlamentari il partito dell'opposizione (Movimento per il Cambiamento Democratico, MDC) continua a rimanere in testa, non è stata ancora diffusa alcuna cifra ufficiale sul voto per il Capo dello Stato. Sui 210 seggi in palio l'opposizione ne ha conquistati 96 (compresi i 5 assegnati a una formazione nata da una scissione nel MDC), mentre il partito del Presidente uscente Robert Mugabe ne ha ottenuti 93.
Secondo fonti non ufficiali, nessuno dei candidati avrebbe raggiunto il quorum necessario per vincere al primo turno e si andrebbe così al ballottaggio fra il Presidente uscente Mugabe e il leader del MDC, Morgan Tsvangirai. Sui media locali sono state pubblicate stime non ufficiali che assegnano il 48,3% dei voti a Tsvangirai e il 43,3% a Mugabe. Il terzo candidato, l'ex Ministro delle finanze,Simba Makoni, avrebbe ottenuto l'8,3% dei suffragi. Un eventuale secondo turno per le presidenziali si dovrebbe tenere il 19 aprile.
Il clima di incertezza è rafforzato dalla voci, poi smentite, di un presunto golpe militare e di una trattativa per il passaggio diretto del potere a Tsvangirai, in cambio di un salvacondotto a Mugabe. Un'ipotesi rafforzata proprio dalla mancanza di comunicazioni ufficiali sull'esito della votazione. Secondo alcuni osservatori, infatti, Mugabe avrebbe bloccato la pubblicazione dei risultati ufficiali, che lo vedrebbero perdente, in attesa di trovare una via di uscita accettabile per sé e per il proprio entourage.
I risultati ufficiali del voto parlamentare, i ritardi nella pubblicazione del voto presidenziale e le voci su golpe e possibili compromessi, hanno spinto diversi osservatori ad affermare che il potere di Mugabe è comunque compromesso. Un'eventuale proclamazione ufficiale della vittoria del Presidente uscente al primo turno scatenerebbe infatti l'accusa di brogli da parte dell'opposizione e di buona parte della comunità internazionale. In questo caso qualcuno si è spinto ad ipotizzare uno scenario simile a quello del Kenya del dopo elezioni del dicembre scorso, con scontri e dimostrazioni.
Se si arriverà al ballottaggio, le due settimane che precederanno il voto saranno cruciali: si paventano infatti pesanti interferenze e violenze da parte dei militari rimasti fedeli al Presidente. Una parte dell'élite del partito presidenziale, ZANU-PF, si oppone da tempo alla linea di Mugabe ed ha appoggiato Simba Makoni, uscito dalle sue fila e presentatosi come terzo contendente tra il Capo dello Stato uscente e Tsvangirai. É forse questa parte della classe dirigente a detenere le chiavi per disinnescare la tensione prima che sia troppo tardi? (L.M.) (Agenzia Fides 2/4/2008 righe 33 parole 440)


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