ASIA/FILIPPINE - Gli emigrati filippini operatori di dialogo, pace e riconciliazione

mercoledì, 12 marzo 2008

Zamboanga (Agenzia Fides) - Sono circa 9 milioni in tutto il mondo, sparsi soprattutto in Europa, Medio Oriente, America: i lavoratori filippini all’estero (“Overseas Filipino Workers”), espatriati per la ricerca di lavoro, costituiscono una potenziale forza di diffusione dei valori della fraternità universale. Essi devono diventare agenti di dialogo, pace e riconciliazione nei luoghi dove si trovano a vivere, a volte in mezzo a difficoltà e discriminazioni. E’ questo l’obiettivo del nuovo progetto lanciato dal Centro “Silsilah”, che opera nelle Filippine Sud per le buone relazioni e la convivenza islamo-cristiana, ma che sta allargando il suo raggio d’azione con programmi e iniziative in tutto il mondo.
Il progetto si intitola “Filipino Overseas for Dialogue and Peace” e parte dalla premessa che quella degli emigrati filippini, che lasciano il paese in cerca di migliori opportunità di occupazione, per uscire dal circolo vizioso della povertà, è una realtà ormai consolidata, che si deve a accettare. E’ una realtà che ha anche i suoi pericoli e aspetti negativi, in quanto, dividendo le famiglie (dato che uno dei coniugi passa lunghi periodi all’estero), contribuisce alla disgregazione sociale nelle Filippine. Spesso i bambini crescono conoscendo uno solo dei genitori, e si hanno ripercussioni negative anche sull’infanzia. Inoltre il fenomeno rappresenta terreno fertile per la criminalità organizzata, che ne approfitta per organizzare traffici illeciti con false promesse di benessere, per schiavizzare le donne e introdurle nel giro della prostituzione.
Ma esso genera anche sfide e opportunità: a livello culturale e anche di evangelizzazione. Il programma lanciato da “Silsilah”, collaborando con istituzioni del governo e Ong, intende promuovere e controllare un canale migratorio legale, sano e con destinazioni accertate, occupandosi, in una seconda fase, anche del ricongiungimento dei nuclei familiari divisi. Inoltre ai lavoratori in procinto di espatriare si propone un percorso di formazione che li renda consapevoli della loro missione, che va ben oltre il lavoro: diventare operatori di dialogo, pace e riconciliazione, con l’esemplarità della loro vita, nella testimonianza, nella parola, nelle relazioni con i datori di lavoro o le famiglie, anche di diversa cultura e nazionalità, che incontreranno sulla loro strada. (PA) (Agenzia Fides 12/3/2008 righe 27 parole 279)


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