AMERICA/ECUADOR - Metà del territorio in stato di emergenza a causa delle forte inondazioni; appello del Santo Padre alla “solidarietà fraterna”

lunedì, 25 febbraio 2008

Quito (Agenzia Fides) - La situazione in Ecuador si fa sempre più grave a causa delle forti inondazioni che da tempo colpiscono il Paese. La popolazione sta assistendo a costanti precipitazioni di piogge con una frequenza mai registrata negli ultimi dieci anni, che provocano di conseguenza lo straripamento dei fiumi. Secondo le stime governative, circa 3,5 milioni di ecuadoriani, la quarta parte della popolazione, sono vittime delle inondazioni che hanno già registrato 12 morti, una persona scomparsa e circa 265.000 sfollati in tutto il Paese. L’acqua ha inondato 102.000 ettari di coltivazioni, con perdite che, stando ad un primo bilancio, superano già i 400 milioni di dollari. Sono andate perdute l’85 per cento delle coltivazioni di riso.
Il Presidente della Repubblica, Rafael Correa, già dalla settimana scorsa ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale in 9 delle 11 Province colpite dal disastro, che corrispondono approssimativamente al 50 per cento dell’intero territorio nazionale. La situazione attuale sta andando al di là delle capacità di risposta del Governo e nonostante la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale, il Governo non riesce a portare aiuti alle numerose persone che hanno perso tutto e sono state accolte nelle scuole o presso i vicini e i familiari. Sono stati mobilitati 4.201 militari per soccorrere la popolazione delle 11 Province che soffrono le conseguenze delle inondazioni.
Inoltre, secondo quanto rilevato dall’Istituto di Meteorologia INHAMI, le piogge continueranno, e si prospettano inondazioni fino al mese di aprile, con possibilità di straripamento delle dighe di sbarramento, che andranno a colpire ulteriormente le zone già coinvolte. Secondo fonti locali, il problema maggiore comincia adesso, poiché la grande quantità di acqua stagnante aumenta il rischio della diffusione di malattie e provoca la scomparsa delle strade. Inoltre già cominciano a scarseggiare gli alimenti. Questi gravi danni si sommano a quelli già registrati nel Paese a seguito dell’eruzione del vulcano Tungurahua, agli inizi del mese di febbraio (vedi Fides 8/2/2008).
Il Santo Padre Benedetto XVI, durante la preghiera dell’Angelus di ieri, domenica 24 febbraio, ha rivolto un appello per l’Ecuador. Assicurando la preghiera per le vittime, il Santo Padre ha espresso la sua “personale vicinanza a quanti stanno vivendo ore di angoscia e di tribolazione” e ha rivolto un appello alla solidarietà fraterna “affinché le popolazioni di quelle zone possano ritornare, quanto prima, alla normalità della vita quotidiana”. (RG) (Agenzia Fides 25/2/2008; righe 29, parole 391)


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