AMERICA/ECUADOR - Immediata mobilitazione della Chiesa cattolica in seguito all’eruzione del vulcano Tungurahua

venerdì, 8 febbraio 2008

Quito (Agenzia Fides) - Il vulcano Tungurahua, situato nel centro dell’Ecuador, ha ripreso la sua attività eruttiva mercoledì 6 febbraio, con forti esplosioni e colate infuocate lungo i suoi pendii, provocando colonne di cenere alte fino a 10 chilometri e lanciando rocce incandescenti. Le autorità hanno deciso di evacuare circa 3 mila persone di sette piccoli centri abitati situati sul fianco occidentale del vulcano, in previsione di un possibile aumento dell’attività vulcanica. Dopo alcune ore di riposo, il vulcano ha infatti ripreso una forte attività eruttiva nella giornata di giovedì 7 febbraio, con frequenti esalazioni di gas e cenere. Sul finire dello scorso anno, l’attività del Tungurahua - uno degli otto vulcani più attivi dell’Ecuador - ha registrato un incremento che si è intensificato in questi giorni.
Questo ha fatto scattare un piano di emergenza e di evacuazione che prevede l’allestimento di vari rifugi per accogliere gli sfollati. Secondo il Presidente Rafael Correa, l’emergenza in quella zona durerà almeno 60 giorni, ma sono assicurate tutte le precauzioni possibili. Tuttavia, gli abitanti, in maggioranza poveri, hanno imparato a convivere con i rumori del vulcano e molti di loro rifiutano di abbandonare le proprie terre, nonostante le numerose perdite che hanno sofferto a partire dal 1999, anno in cui terminò il periodo di quiescenza del Tungurahua. Nei ricoveri di emergenza inoltre si registrano molti problemi dovuti all’intenso freddo ed alla mancanza di infrastrutture, alimenti e medicine.
Apprese le notizie sulla ripresa del processo eruttivo del vulcano Tungurahua e dello stato di massima allerta dichiarato in varie comunità locali, la Chiesa cattolica ecuadoriana si è mobilitata per fornire il suo aiuto alle persone coinvolte. Come ha spiegato il Segretario Esecutivo incaricato della Pastorale Sociale della Conferenza Episcopale Ecuadoriana, Edgar Rivadeneira, l’aiuto immediato consiste nell’invio di razioni alimentari, tra le altre località, a Penipe e Cataló. La Pastorale Sociale, nel corso dei prossimi dieci giorni, spera di poter consegnare viveri a circa due mila persone. Al tempo stesso l’organismo della Conferenza Episcopale Ecuadoriana sta realizzando uno studio sulla situazione delle aree colpite dall’attività eruttiva al fine di sollecitare la cooperazione di organismi di solidarietà, soprattutto in Europa, anche attraverso la Caritas Internazionale. (RG) (Agenzia Fides 8/2/2008; righe 27, parole 363)


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