VATICANO - Benedetto XVI al Seminario Romano Maggiore: “Dio vi chiama ad essere santi, la santità è il segreto del vero successo del vostro ministero sacerdotale”

lunedì, 4 febbraio 2008

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Alla vigilia della festa della Madonna della Fiducia, Patrona del Seminario Romano Maggiore, il Santo Padre si è recato in visita al Seminario del Laterano la sera del 1° febbraio: dopo aver presieduto la celebrazione dei Vespri ha incontrato la Comunità del Seminario. Dopo aver espresso la sua “grande gioia” per trovarsi nel suo Seminario, il Papa si è rivolto ai seminaristi e quindi ai loro genitori. Ai “cari seminaristi” il Papa ha detto: “proprio perché il dono di essere figli adottivi di Dio ha illuminato la vostra vita, avete sentito il desiderio di renderne partecipi anche gli altri. Siete qui per questo, per dare sviluppo alla vostra vocazione filiale e per prepararvi alla futura missione di apostoli di Cristo. Si tratta di un’unica crescita, che, permettendovi di assaporare la gioia della vita con Dio Padre, vi fa tanto maggiormente sentire l’urgenza di diventare messaggeri del Vangelo del suo Figlio Gesù. È lo Spirito Santo che vi rende attenti a questa realtà profonda e ve la fa amare.”
Rivolgendosi quindi ai genitori dei seminaristi, Benedetto XVI ha proseguito con queste parole: “Cari genitori, probabilmente voi siete i più sorpresi di tutti per quanto è accaduto e sta accadendo nei vostri figli. Avevate forse immaginato per loro una missione diversa da quella per la quale si stanno ora preparando. Chissà quante volte vi trovate a riflettere su di loro: ripensate a quando erano bambini e poi ragazzi; alle volte in cui hanno mostrato i primi segni della vocazione; oppure, in qualche caso, al contrario, agli anni in cui la vita di vostro figlio appariva lontana dalla Chiesa… È inevitabile che la vocazione dei figli in qualche modo diventi vocazione anche dei genitori… Vi siete trovati partecipi dell’avventura meravigliosa dei vostri figli. Infatti, anche se può sembrare che la vita del sacerdote non attiri l’interesse della maggioranza della gente, in realtà si tratta dell’avventura più interessante e più necessaria per il mondo, l’avventura di mostrare e rendere presente la pienezza di vita a cui tutti aspirano”.
Tornando a parlare ai seminaristi, il Santo Padre ha voluto sottolineare due aspetti che caratterizzano questi anni della loro formazione: “anzitutto un certo distacco dalla vita comune, un certo ‘deserto’, perché il Signore possa parlare al vostro cuore. La sua voce infatti non è rumorosa, ma sommessa, è voce del silenzio. Per essere ascoltata richiede quindi un clima di silenzio. Per questo il Seminario offre spazi e tempi di preghiera quotidiana… Al tempo stesso, vi chiede di dedicare lunghe ore allo studio: pregando e studiando, potete costruire in voi l’uomo di Dio che dovete essere e che la gente attende che il sacerdote sia. C’è poi un secondo aspetto della vostra vita: durante gli anni di Seminario, voi vivete insieme; la vostra formazione al sacerdozio comporta anche questo aspetto comunitario, che è di grande importanza. Gli Apostoli si sono formati insieme, seguendo Gesù. La vostra comunione non si limita al presente, ma riguarda anche il futuro: l’azione pastorale che vi attende dovrà vedervi agire uniti come in un corpo, in un ordo, quello dei presbiteri, che col Vescovo si prendono cura della comunità cristiana”.
Il Papa ha concluso l’omelia con una esortazione alla santità: “Tutto questo ricorda che Dio vi chiama ad essere santi, che la santità è il segreto del vero successo del vostro ministero sacerdotale. Fin d’ora la santità deve costituire l’obbiettivo di ogni vostra scelta e decisione. Affidate questo desiderio e questo impegno quotidiano a Maria, Madre della Fiducia!... percorrete il cammino del Seminario con l’animo aperto alla verità, alla trasparenza, al dialogo con chi vi guida e questo vi permetterà di rispondere in modo semplice e umile a Colui che vi chiama, liberandovi dal rischio di realizzare un vostro progetto solo personale”. (S.L.) (Agenzia Fides 4/2/2008; righe 41, parole 631)


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