AFRICA/CONGO RD - Una pace “americana” per l’est del Congo?

giovedì, 24 gennaio 2008

Kinshasa (Agenzia Fides)-Dopo un negoziato procrastinato più volte, il 23 gennaio i belligeranti del nord e sud Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo, hanno firmato un accordo per la cessazione immediata dei combattimenti e la creazione, entro 5 giorni, di una “zona cuscinetto”, pattugliata dai “Caschi Blu”, nell’area del nord Kivu dove vi sono stati gli scontri più intensi degli ultimi mesi.
La Conferenza di pace organizzata dalla comunità internazionale a Goma, capoluogo del nord Kivu, ha così ottenuto un risultato di rilievo, tanto più che l’accordo è stato firmato anche da Laurent Nkunda, il generale ribelle congolese la cui milizia ha contribuito in larga misura a fomentare l’instabilità nell’area negli ultimi anni .
L’accordo è stato firmato alla presenza del Presidente congolese Joseph Kabila e di diversi esponenti della comunità internazionale. Il primo firmatario è stato il movimento di Nkunda, seguito dalle milizie filogovernative Mai-Mai, e da un’altra ventina di gruppi armati attivi nella regione.
La stampa congolese ha salutato l’accordo definendolo la “pace dei coraggiosi” ma si interroga sulla sua applicazione perché gli ostacoli da superare sono ancora numerosi. Tra questi vi è l’impegno del governo congolese a promulgare un’amnistia per i capi delle milizie dell’area, a iniziare dallo stesso Nkunda. L’amnistia dovrà però essere approvata dal Parlamento dove potrebbero nascere resistenze a non processare persone che si sono rese responsabili di gravi crimini contro la popolazione civile. Lo stesso Presidente Kabila ha affermato che “abbiamo vinto una grande battaglia contro gli scettici. Ma non siamo, però, alla fine delle difficoltà. Abbiamo di fronte una nuova sfida, quella dell’applicazione delle intese”.
Tra i punti previsti dall’accordo di Goma vi sono l’integrazione dei gruppi armati congolesi nell’esercito regolare e il rimpatrio dei combattenti stranieri presenti sul suolo congolese. Si tratta di due provvedimenti previsti in intese precedenti ma mai realizzati del tutto. La volontà espressa dai partecipanti alla Conferenza di Goma di arrivare ad una pace definitiva fa sperare che questa volta vi sarà un impegno effettivo da parte di tutti, e in particolare degli Stati Uniti che hanno elaborato un progetto per l’area (vedi Fides 3 e 5 dicembre 2007).
L’Accordo di Goma è stato salutato con soddisfazione dall’Amministrazione statunitense. La portavoce della Casa Bianca, Dana Perrino ha affermato che “gli Stati Uniti salutano la firma dell’accordo di pace al fine di promuovere l’avvento della stabilità nell’est del Congo e di risolvere le cause di fondo del conflitto. Facciamo appello a tutte le parti di assicurare una rapida applicazione dell’accordo”. Anche la stampa statunitense ha dato ampio risalto all’accordo di Goma così come al rapporto di un’associazione umanitaria americana sulla situazione della popolazione civile nell’est del Congo. Il documento afferma che dal 1998 ad oggi 5,4 milioni di persone sono morte a causa della guerra e che tuttora nella regione muoiono 45mila persone al mese. (L.M.) (Agenzia Fides 24/1/2008 righe 38 parole 472)


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