AMERICA/ECUADOR - Nel Messaggio di inizio anno, i Vescovi chiedono ai fedeli di essere “una Chiesa viva, fedele e credibile” per fare della propria Patria “un modello di riconciliazione, di giustizia e di pace”

lunedì, 7 gennaio 2008

Quito (Agenzia Fides) - Mons. Néstor Herrera Heredia, Vescovo di Machala e Presidente della Conferenza Episcopale Ecuadoriana, nel suo Messaggio per l’inizio dell’anno civile chiede a tutti i fedeli di essere “una Chiesa viva, fedele e credibile”, soprattutto in una “epoca di cambiamento, nella quale l’umanità intera cerca nuove strade di progresso ed una nuova rotta nel suo agire”.
Una Chiesa “nella quale viviamo il nostro essere cristiani con gioia e convinzione, come discepoli e missionari di Gesù Cristo, formando comunità vive che alimentino la fede e favoriscano l’azione missionaria attraverso la promozione di un laicato maturo, corresponsabile con la missione di annunciare e rendere visibile il Regno di Dio” aggiunge mons. Herrera Heredia.
Il Presidente della Conferenza Episcopale rivolge inoltre il suo pensiero ai disagiati, chiedendo di proseguire “con rinnovato sforzo in questo nuovo anno 2008 la vicinanza evangelica ai poveri”; di accompagnare i giovani nella loro formazione e nella ricerca della propria identità, vocazione e missione; di fortificare con audacia la pastorale della famiglia e della vita, stimando e rispettando i popoli indigeni e afro-discendenti. In questo modo, secondo il Vescovo di Machala, si potrà fare della “nostra Patria un modello di riconciliazione, di giustizia e di pace”. (RG) (Agenzia Fides 7/1/2008; righe 14, parole 202)


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