ASIA/PAKISTAN - La Corte Suprema legittima Musharraf, le opposizioni protestano

giovedì, 22 novembre 2007

Islamabad (Agenzia Fides) - Si evolve la situazione politica in Pakistan, paese dove vige ancora lo stato di emergenza proclamato dal generale Pervez Musharraf il 3 novembre. Infatti la Corte suprema ha respinto l’ultimo ricorso presentato contro la validità dell'elezione alla presidenza del generale Musharraf, che ottiene così il via libera al mandato di cinque anni, assegnatogli con le elezioni parlamentari dello scorso 6 ottobre. Il Parlamento nazionale di Islamabad e i parlamenti regionali avevano eletto alla presidenza del Pakistan il generale. L'opposizione aveva però presentato un ricorso alla Corte suprema per invalidare il voto. Dopo aver dichiarato lo stato di emergenza nel paese, Musharraf ha sostituito con suoi fedelissimi i giudici ostili della Corte suprema.
Il verdetto della Corte, “ammorbidita” dalle nomine del Presidente, però, non soddisfa l’opposizione e le organizzazioni della società civile che nelle scorse settimane hanno dato vita a una larga protesta. Settori dell’opposizione nel paese chiedono di boicottare il voto annunciato per il 9 gennaio, in quanto “significherebbe la legittimazione dell'azione di Musharraf e del suo regime incostituzionale”.
L’organizzazione internazionale “Human Rights Watch”, accanto a numerose associazioni della società civile pakistana, ha alle chiesto autorità pakistane di rilasciare il destituito presidente della Corte suprema, Iftikhar Chaudhry, e gli altri magistrati posti agli arresti domiciliari dal 3 novembre.
Nel frattempo le minoranze religiose restano in attesa degli sviluppi della situazione, ribadendo la richiesta di rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. In particolare si chiede il cambiamento del sistema elettorale che penalizza fortemente i cittadini non musulmani (gli elettori sono divisi per comunità religiosa e possono votare solo i loro correligionari). I 15 milioni di cittadini cristiani presenti in Pakistan desiderano che lo stato tuteli i loro diritti e la loro dignità.
(PA) (Agenzia Fides 22/11/2007 righe 27 parole 279)


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