AMERICA/URUGUAY - “La nostra posizione contraria all'aborto non è basata prioritariamente su premesse di ordine religioso, perché il diritto di un essere umano a nascere è iscritto nella stessa natura umana": dichiarazione dei Vescovi

giovedì, 15 novembre 2007

Florida (Agenzia Fides) - I Vescovi dell'Uruguay hanno concluso la loro Assemblea Plenaria, celebrata dal 7 al 14 novembre a Florida, il cui obiettivo principale è stato quello di elaborare dei contributi per l'elaborazione degli Orientamenti Pastorali per il quinquennio 2008-2012, che saranno approvati nell’aprile del prossimo anno. In questo lavoro preparatorio, i Vescovi hanno analizzato la congiuntura sociopolitica del paese, avvalendosi del contributo di specialisti, e la realtà ecclesiale, grazie all’apporto dei Vicari pastorali, dei responsabili delle diverse aree pastorali, e delle conclusioni e raccomandazioni della V Conferenza Generale di Aparecida. Tutti i Vescovi hanno partecipato al Pellegrinaggio Nazionale al Santuario della Vergine dei Trenta Tre, domenica 11 novembre, ed alla manifestazione artistica "L’Uruguay canta alla Vergine dei Trenta Tre" (vedi Fides 8/11/2007 e 14/11/2007).
Nei contatti allacciati con il Presidente della Conferenza Episcopale Argentina e con i Vescovi delle Diocesi di Concordia e di Gualeguaychú, vicine di Rio Uruguay, è stato ribadito l’impegno di continuare ad incoraggiare la riflessione e la preghiera delle rispettive comunità a beneficio dell'intesa, della concordia e della pace.
I Vescovi hanno analizzato la situazione dopo l'approvazione da parte del senato del Disegno di legge sulla "Salute Sessuale e Riproduttiva", che contempla la depenalizzazione dell'aborto, e hanno emesso alla fine dell'Assemblea una dichiarazione intitolata “Difendendo la vita umana ci guadagniamo tutti”, nella quale sottolineano gli argomenti scientifici e giuridici che motivano la posizione della Chiesa rispetto alla depenalizzazione dell'aborto. Nella dichiarazione i Vescovi ricordano che il piccolo che si sviluppa nella madre "è già un individuo che detiene dei diritti. Non è ‘qualcosa’ ma ‘qualcuno’. Pertanto non si può esercitare su lui un diritto assoluto di proprietà". Sebbene i Vescovi riconoscano la difficoltà di molte donne ad affrontare una gravidanza non desiderata, ribadiscono che tale situazione non si risolve eliminando la vita dell'essere che sta per nascere. Inoltre "legalizzare l'aborto non cambia le cose cattive in buone", al contrario quando si realizza l'aborto ci perdono tutti: “si perde una vita umana, la madre rimane con ferite che non si chiudono facilmente, il medico va contro l'essenza della sua nobile professione, la società perde una vita non aprendogli le braccia, la cultura della vita rimane colpita".
I Vescovi affermano: “la nostra posizione contraria all'aborto non è basata prioritariamente su premesse di ordine religioso, perché il diritto di un essere umano a nascere è iscritto nella stessa natura umana", e concludono ricordando la necessità di mettere al mondo figli e figlie "davanti all'emigrazione e all'inverno demografico che compromettono il futuro". (RG) (Agenzia Fides 15/11/2007; righe 31, parole 417)


Condividi: