ASIA/PAKISTAN - Le minoranze religiose si uniscono alla protesta della società civile contro lo stato di emergenza e chiedono democrazia e diritti umani

lunedì, 12 novembre 2007

Islamabad (Agenzia Fides) - Le minoranze religiose in Pakistan, specialmente cristiani e indù, si sono mobilitate nella protesta contro la dichiarazione dello stato di emergenza in Pakistan, unendosi ai movimenti della società civile, chiedendo il ripristino delle libertà individuali e dei diritti umani. I cristiani, impegnati nella lotta per i diritti umani hanno anche pagato di persona con arresti e intimidazioni.
Alcuni leader religiosi si sono esposti direttamente, firmando un documento che chiede al generale Musharraf di far tornare in vigore la Costituzione, sospesa con il provvedimento dello stato di emergenza. Il leader religioso indù Rana Bhagwandas è stato fermato e arrestato. Il leader politico cristiano Julius Salik ha criticato apertamente la censura sui media e la repressione messa in atto dal governo. Fra gli attivisti arrestati, in quanto membri della Commissione per i Diritti Umani in Pakistan, che stavano tenendo un’assemblea definita dalla polizia “illegale”, vi sono quattro cristiani: Nadeem Anthony, Irfan Barkat, membro della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale, Ayra e Mona Indreas, che operano in una organizzazione di donne cristiane. I quattro sono stati rilasciati alcuni giorni dopo, ma hanno subito forti intimidazioni e maltrattamenti.
Molti cittadini di religione musulmana, cristiana e indù, che hanno aderito al Partito Popolare Pakistano guidato da Benazhir Bhutto, sono stati arrestati nelle retate contro i sostenitori della Bhutto.
Fra le organizzazioni che hanno denunciato la situazione, e chiesto al governo il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, vi sono: la Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale del Pakistan; la Commissione per la Pace e lo Sviluppo Umano; l’organizzazione “Minorities Concern”, impegnata a difendere in particole i diritti delle minoranze religiose.
Intanto le situazione del paese continua a essere molto fluida: secondo quanto ha riferito la stampa locale, la Corte suprema del Pakistan si accinge a riprendere l'esame dei ricorsi contro la rielezione di Pervez Musharraf, votata dal Parlamento il 6 ottobre ed entro la fine della settimana dovrebbe deliberare. E’ questo il tassello mancante per il secondo mandato del Presidente che ieri, sotto forti pressioni della comunità internazionale, ha promesso elezioni legislative entro il 9 gennaio e che giurerà da civile, lasciando la guida delle forze armate. (PA) (Agenzia Fides 12/11/2007 righe 28 parole 287)


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