ASIA/PAKISTAN - Appello della Commissione “Giustizia e Pace” della Conferenza Episcopale per la democrazia, la libertà, i diritti umani in Pakistan

giovedì, 8 novembre 2007

Lahore (Agenzia Fides) - La situazione in Pakistan è insostenibile. La dichiarazione dello stato di emergenza ha smentito i proclami del leaderal potere , il gen. Pervez Musharraf, sul suo approccio di “moderazione illuminata” nel governare il paese. Per questo è urgente ristabilire in Pakistan un sistema democratico, nel rispetto delle libertà e dei diritti umani. Lo afferma, in un nota inviata all’Agenzia Fides, la Commissione “Giustizia e Pace” della Conferenza Episcopale del Pakistan, che lancia un appello alla cittadinanza pakistana della comunità internazionale, formulando quattro richieste ben precise:
“Porre fine immediatamente allo stato di emergenza e ristabilire lo stato di diritto garantito dalla Costituzione; rilasciare senza condizioni tutti gli avvocati, gli attivisti dei diritti umani, e i politici arrestati; indire nuove elezioni rispettando la data prevista dell’inizio 2008; togliere la censura e concedere ampio raggio di indipendenza ai mass-media in Pakistan”.
Secondo la Commissione, lo stato di emergenza è di fatto una “legge marziale” attraverso cui il Presidente Musharraf ha attaccato il sistema giudiziario pakistano,accusandolo di interferire nella lotta al terrorismo, nella crescita economica del paese, causando l’indebolimento del governo e lo scadimento morale delle forze di polizia.
Il Presidente ha così paralizzato la macchina giudiziaria nazionale (arrestando anche il capo della Corte Suprema, Iftikhar Chaudhry) e ribadito la forza del potere militare. La Commissione ha condannato inoltre i numerosi arresti di avvocati, attivisti e rappresentanti della società civile (fra i quali Asma Jahangir, Osservatore Speciale Onu sulla Libertà di religione e Presidente della Commissione dei Diritti Umani in Pakistan), nonchè la censura e il controllo imposto sui mass media.
A Islamabad, il Procuratore Generale Malik Mohammad Qayyum ha annunciato che le già previste elezioni parlamentari non saranno annullate: invece di tenersi all'inizio di gennaio, come stabilito originariamente, saranno rinviate al febbraio 2008, aggiungendo che lo stato di emergenza rimarrà ancora in vigore “per un mese o due”.
Intanto l’azione delle forze di polizia non si ferma: la scorsa notte migliaia di attivisti del Partito Popolare Pakistano di Benazir Bhutto sono stati arrestati, secondo quanto denunciato dall’opposizione, in varie province del paese. Lo stesso Partito Popolare ha indetto una manifestazione di protesta a Rawalpindi, sfidando lo stato di emergenza dichiarato da Musharraf. (PA) (Agenzia Fides 8/11/2007 righe 28 parole 282)


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