VATICANO - Pubblicato il documento finale del Primo Incontro Mondiale di Sacerdoti, Diaconi e Religiosi, Religiose Zingari: gli Zingari consacrati devono caratterizzarsi per un cuore grande e dedito alla missione, seguendo l’esempio di San Paolo, Apostolo delle genti

martedì, 6 novembre 2007

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - E’ stato pubblicato il Documento finale del Primo Incontro Mondiale di Sacerdoti, Diaconi e Religiosi/e Zingari, promosso dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, che si è svolto a Roma dal 22 al 25 settembre 2007, sul tema “Con Cristo al servizio del Popolo Zingaro” (vedi Agenzia Fides 24/9/2007). All’evento erano presenti una quarantina di persone, tra le quali 33 Zingari consacrati, provenienti da 9 Paesi europei e dal Brasile. Il Documento è articolato in tre parti: nella prima si ripercorre il diario dell’Incontro giorno per giorno, sintetizzando interventi e relazioni; nella seconda parte si evidenziano le Conclusioni e infine nella terza le Raccomandazioni.
Tra le Conclusioni si evidenzia tra l’altro come sia giunto il tempo per gli Zingari consacrati “di impegnarsi affinché si vinca l’immagine che tende a considerare gli Zingari solamente come poveri da aiutare. Occorre sforzarsi con gli altri membri della Chiesa affinché si considerino anch’essi poveri e nella necessità di accettare le ricchezze umane e spirituali di cui gli Zingari sono portatori”. Oltre a notare oggi una grande diversità nella realtà di vita del popolo zingaro, a seconda dei Paesi in cui esso si trova a vivere, si sottolinea inoltre che “la cultura zingara contemporanea è in fase di mutazione a motivo dello sviluppo tecnologico, dell'influenza dei mass media e dell'alfabetizzazione che offre nuove possibilità per l'evangelizzazione. Per questo motivo gli Zingari sono sempre più consapevoli della loro propria dignità e, allo stesso tempo, avvertono la necessità di lavorare per la promozione umana dei fratelli di etnia”. “È stato confermato che ogni servizio deve essere compiuto in Cristo e con Cristo, perché in questo modo l'essere umano può scoprire la grandezza e la dignità propria e altrui; le relazioni interpersonali ispirate al servizio permettono, poi, di creare un’autentica cultura di accoglienza, solidarietà e carità.”
Nel corso della riunione sono emerse diverse proposte e raccomandazioni. Innanzitutto si auspica “una mutua collaborazione della Chiesa con le comunità zingare” e si richiede “un maggior impegno per assicurare agli Zingari una speciale cura pastorale e sostenere il lavoro degli Operatori pastorali già in atto”. Si dovrà poi considerare la possibilità di creare strutture simili ad una Prelatura apostolica, favorire la presenza in ogni Paese di operatori pastorali “dedicati esclusivamente alla missione evangelizzatrice e di promozione umana tra il popolo zingaro”, promuovere una formazione specifica dei catechisti per evangelizzare gli Zingari, “con attenzione particolare alla donna gitana, in quanto portatrice di valori umani e religiosi nella famiglia”. Si afferma poi che “il lavoro di integrazione deve partire dalla famiglia, cellula base di ogni gruppo umano, luogo fondamentale di educazione al dialogo, allo scambio vicendevole e ai rapporti creativi e costruttivi”. Infine si raccomanda “di cercare modi adeguati per superare la generale diffidenza nei confronti degli Zingari e sollecitare un’apertura nella società che offra loro la possibilità di inserirsi pienamente in essa”. (S.L.) (Agenzia Fides 6/11/2007 - righe 34, parole 487)


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