ASIA/ SRI LANKA - Allarme delle Ong: le nuove misure di sicurezza rallentano la distribuzione degli aiuti umanitari per i civili, con gravi conseguenze per i bambini

lunedì, 3 settembre 2007

Colombo (Agenzia Fides) - Le nuove, più severe misure di sicurezza messe in opera dall’esercito di Colombo e il riaccendersi delle schermaglie tra ribelli di etnia tamil e le
forze governative stanno causando forti ritardi nella distribuzione degli aiuti umanitari. E’ l’allarme lanciato dalle Organizzazioni non governative presenti in Sri Lanka e dedite all’assistenza delle migliaia di sfollati, vittime del conflitto civile. Il conseguente aumento dei prezzi dei generi alimentari e dei carburanti grava sulla popolazione civile soprattutto nei quattro distretti settentrionali dello Sri Lanka, noti collettivamente con il nome di Vanni, affermano le Ong.
Le nuove misure legislative introdotte dal governo da circa due mesi impongono che le merci trasportate da una zona di conflitto a un'altra vadano scaricate dai mezzi di trasporto, ispezionate e quindi trasferite su altri autocarri. Secondo il Programma Alimentare Mondiale (WFP) dell’Onu, ciò comporta alcuni ritardi o gravi situazioni di carenza. I rifornimenti destinati a due distretti (Kilinochchi e Mullaithivu) devono superare i posti di blocco: e così il numero dei camion in arrivo nei campi profughi è sceso da 300 a 120 al mese. Anche i recenti scontri armati hanno inciso sulla distribuzione delle merci. I principali punti di smistamento merci, situati tra le zone sotto il controllo rispettivamente delle forze governative e dei ribelli, sono stati di volta in volta chiusi del tutto, oppure sono attivi solo per alcuni giorni alla settimana. Nelle zone sotto il controllo del Liberation Tiger of Tamil Eelam (LTTE), i civili lamentano carenze di medicinali e di alimenti per l'infanzia.
A fare le spese del protrarsi del conflitto, infatti sono soprattutto i bambini. Secondo un rapporto curato dal Ministero del Child Development and Women’s empowerment, in collaborazione con l’Unicef, presentato di recente a Colombo, l’assistenza dei bambini, negli istituti pubblici che privati, è notevolmente carente.
Il numero degli istituti privati ammonta a 488: di questi 52 ospitano minori abbandonati con disabilità, mentre sono 19mila i bambini e gli adolescenti che vivono in queste strutture, cui si aggiungono circa 3mila bambini suddivisi in 8 istituti pubblici.
Secondo il Rapporto, l’assistenza che ricevono i minori è precaria nella maggiore parte degli istituti del paese: appena 9mila hanno, infatti, la possibilità di essere visitati periodicamente dal medico e ricevere un’assistenza sanitaria adeguata alla loro crescita, oltre 2mila bambini e adolescenti non hanno alcun accesso all’istruzione.
In Sri Lanka il ricorso all’istituto è ormai una pratica frequente e diffusa in tutto il paese. L’assistenza è diventata l’unica possibilità per i bambini che non ricevono cure adeguate dalla famiglia di origine, sia a seguito di separazioni o conflitti familiari interni, sia per effetto di disastri naturali, come nel caso dello tsunami del dicembre 2004. (PA) (Agenzia Fides 3/9/2007 righe 29 parole 293)


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