ASIA/TURCHIA - Stampa araba: i commenti sulle elezione in Turchia

mercoledì, 25 luglio 2007

Roma (Agenzia Fides)- Ha suscitato commenti positivi sulla stampa araba la vittoria del Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP), guidato dal premier Tayyip Erdogan nelle elezioni legislative che si sono tenute in Turchia domenica 22 luglio.
Il giornale algerino Al Watan ha intervistato il politologo turco Cengiz Aktar, Direttore del Centro per l’Unione Europea dell’Università di Bahçesehir, il quale sottolinea che la vittoria elettorale del partito del Premier Erdogan è “in primo luogo la vittoria della vita parlamentare e un riconoscimento del buon lavoro svolto dal governo del Primo Ministro Erdogan. I turchi hanno così scelto la moderazione, la stabilità, la pace sociale e il dialogo al conflitto”. El Watan sottolinea anche il ritorno nel Parlamento turco di 24 deputati curdi eletti nelle fila del Partito della Società Democratica. Il giornale algerino nota che il Premier turco ha preso l’impegno di risolvere con mezzi pacifici la questione curda, anche se la strada è ancora lunga per un regolamento del conflitto.
Collegata alla questione curda è quella del nord Iraq, dove agiscono formazioni armate curde che compiono incursioni in Turchia. Un collegamento colto dal giornale saudita “Saudi Observer” che afferma come la vittoria di Erdogan comporta un rinvio, se non un annullamento, di una possibile invasione del nord Iraq da parte dell’esercito turco per fermare le incursioni degli estremisti curdi.
Un altro giornale algerino, L’Expression, mette in rilievo l’abilità politica del Premier turco Erdogan che “organizzando le elezioni legislative anticipate, inizialmente previste a novembre, è riuscito in un colpo da maestro, migliorando il risultato ottenuto dal suo partito nelle elezioni del 2002”. Il giornale sottolinea inoltre che Erdogan si è impegnato a rispettare la laicità dello Stato turco e a proseguire sulla strada delle riforme economiche e politiche per avvicinare la Turchia all’Unione Europea. “La Turchia che ha conosciuto la rivoluzione kemalista, per la laicizzazione del Paese, intraprende un’altra rivoluzione con Erdogan che dà all’islamismo un’immagine “soft”, molto frequentabile” afferma l’editorialista del giornale algerino, che ricorda la prossima sfida che attende il Premier, quella dell’elezione del Capo dello Stato, considerato il garante della laicità dello Stato.
Il quotidiano algerino “Le Maghreb” riporta una serie di dichiarazioni di esponenti del mondo politico e culturale turco, tra le quali vi è quella di Raffi Hermonn, Vice Presidente dell’associazione dei diritti dell’uomo, il quale sottolinea che “è la prima volta che dei cristiani votano per i cosiddetti islamisti”. Hermonn, di origine armena, si dice convinto che ora è possibile raggiungere un accordo tra le minoranze turche non musulmane e lo Stato. “È una grande vittoria della democrazia perché ha vinto il partito più vicino alle posizioni della società civile” afferma un altro esperto intervistato da “Le Maghreb”, Ahmet Insel, Professore all’Università di Galatasaray.
Di “grande lezione” per il Medio Oriente, ma anche per gli Stati Uniti e l’Unione Europea, parla il quotidiano libanese in lingua inglese “The Daily Star”. “È infatti facile riconciliare democrazia, nazionalismo, secolarismo, repubblicanesimo, costituzionalismo, stabilità, prosperità e Islam in un singolo processo. Questo processo è inclusivo, democraticamente corretto, nel quale ogni giocatore legittimo prende parte e al vincitore è permesso di governare” afferma il giornale libanese, che ricorda come le regole democratiche sono ormai un patrimonio del popolo turco e non regole imposte dall’esterno. (L.M.) (Agenzia Fides 25/7/2007 righe 46 parole 555)


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