AFRICA/ZIMBABWE - Un piano dei Paesi dell’Africa australe per salvare l’economia dello Zimbabwe condizionato all’accettazione di colloqui con l’opposizione interna

martedì, 10 luglio 2007

Harare (Agenzia Fides)- Un piano per salvare l’economia dello Zimbabwe è stato messo a punto dai Paesi della Comunità di Sviluppo dell’Africa meridionale (SADC). Il piano prevede di estendere l’area del rand, la moneta sudafricana, allo Zimbabwe, in modo da stabilizzare il tasso di cambio del dollaro locale e mettere un freno all’inflazione galoppante che ha ridotto il Paese allo stremo.
In base al programma, le banche centrali di Sudafrica e Botswana dovranno trasferire milioni di rand nelle casse della Zimbabwe Reserve Bank. L’attuazione del piano è però condizionata dall’accettazione da parte del Presidente Robert Mugabe delle riforme politiche chieste dal Movimento per il Cambiamento Democratico (MDC), il principale partito d’opposizione. Rappresentati del governo di Harare e del MDC si riuniscono oggi, 9 luglio, a Pretoria, in Sudafrica, per discutere delle riforme.
L’area del rand include Namibia, Lesotho e Swaziland, le cui monete nazionali sono legate alla valuta sudafricana. Il piano della SADC prevede in primo luogo di stabilizzare il tasso di cambio del dollaro dello Zimbabwe e poi metterlo sotto il controllo dell’autorità monetaria sudafricana.
Per cercare di riportare l’inflazione sotto controllo (4.500% ufficiale ma secondo gli analisti indipendenti è almeno il doppio), il Presidente Mugabe ha imposto il taglio del 50% dei prezzi al dettagli (vedi Fides 4 luglio 2007). Una decisione che ha gettato l’economia del Paese nel caos. Mentre proseguono gli arresti dei negozianti che si sono rifiutati di dimezzare i prezzi, Mugabe ha minacciato di nazionalizzare le aziende che forniscono i beni di prima necessità alla popolazione stremata. Il Presidente della Banca centrale dello Zimbabwe ha però criticatati aspramente l’imposizione della riduzione dei prezzi. (L.M.) (Agenzia Fides 10/7/2007 righe 26 parole 294)


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