AFRICA/ZIMBABWE - Un nuovo controverso disegno di legge rischia di creare ulteriori danni alla già precaria economia nazionale

martedì, 26 giugno 2007

Harare (Agenzia Fides)- Il governo dello Zimbabwe ha presentato un progetto di legge che prevede il trasferimento del 51% della proprietà delle società per azioni ai cittadini di origine africana. Si tratta di un provvedimento che se applicato rischia di affossare definitivamente la già precaria economia del Paese, affermano i critici del Presidente Robert Mugabe.
La proposta di legge, intitolata “Indigenisation and Economic Empowerment Bill”, prevede che nessuno acquisto, fusione o ristrutturazione di una società sarà approvato se almeno il 51% delle azioni non sia detenuto da cittadini dello Zimbabwe che è stato discriminato prima del 1980 (anno dell’indipendenza del Paese) in base a un criterio razziale. Anche se al momento non si prevede di coinvolgere le compagnie di proprietà straniera, diversi analisti affermano che se la proposta di legge venisse approvata farebbe diminuire la già scarsa fiducia degli investitori internazionali nell’economia dello Zimbabwe, fortemente compromessa dall’alta inflazione, dalla penuria di cibo e di carburante e dalla svalutazione della moneta nazionale.
Le aziende locali, di fronte alla prospettiva di vedere sconvolto il proprio assetto societario, non avranno alcun interesse a fare nuovi investimenti. Secondo diversi osservatori la nuova proposta di legge mira a consolidare la base di potere del Presidente Mugabe, offrendo ai propri sostenitori la possibilità di aver accesso a una facile fonte di guadagno.
La precedente decisione del governo di trasferire la proprietà dei terreni, dai coloni di origine europea ai suoi sostenitori, ha gettato l’economia del Paese nel caos e ha trasformato lo Zimbabwe da “granaio dell’Africa australe” a importatore di granaglie. Una riforma agraria era certamente necessaria, ed era prevista dagli accordi del 1979 che avevano portato all’indipendenza la vecchia Rhodesia coloniale trasformandola nello Zimbabwe indipendente, ma doveva essere realizzata con altri metodi. L’applicazione di un criterio di discriminazione positiva (risarcire i cittadini africani per le discriminazioni subite in passato) rischia paradossalmente di creare nuove forme di ingiustizia. Nel Paese risiedono circa 100mila cittadini di origine europea, che sono ormai africani da generazioni e che con il loro lavoro hanno contribuito alla crescita della nazione. (L.M.) (Agenzia Fides 26/6/2007 righe 31 parole 363)


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