VATICANO - Aperto il Congresso internazionale nel 50° dell’Enciclica “Fidei Donum” - Tutta la Chiesa e tutti nelle Chiese locali, sacerdoti e fedeli, si trovano in stato di missione, inviati ad annunciare il Vangelo

giovedì, 10 maggio 2007

Roma (Agenzia Fides) - Con il saluto del Card. Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, si è aperto ieri, 9 maggio, il Congresso internazionale nel 50° anniversario della pubblicazione dell’Enciclica “Fidei Donum” (vedi Agenzia Fides 21/4/2007) intitolato “Tutte le Chiese per tutto il mondo” che si celebra presso la Fraterna Domus di Sacrofano (Roma). Il Card. Dias ha sottolineato il valore di questa esperienza, che nel corso degli anni ha visto crescere la maturità delle giovani Chiese che oggi inviano a loro volta i propri “Fidei donum”, e la necessità di lavorare nella Chiesa “cuore a cuore” per arrivare alle necessità di tutti.
Quindi p. Vito del Prete, PIME, Segretario generale della Pontificia Unione Missionaria (PUM) che ha promosso e organizzato il Congresso, ha illustrato le finalità, gli obiettivi e la metodologia del Congresso.
Tra i relatori della prima giornata, P. José Ramon Villar, Decano della Facoltà di Teologia dell’Università di Navarra (Spagna), che ha proposto alcune considerazioni sull’enciclica Fidei Donum alla luce del Concilio Vaticano II e del Magistero missionario postconciliare, sottolineando il suo impulso profetico. “In primo luogo Pio XII superava una visione soltanto istituzionale della missione, che considerava conclusa la plantatio Ecclesiae con la erezione giuridica delle strutture ecclesiastiche ordinarie” ha affermato il prof. Villar, citando in secondo luogo l’appello del Papa alla responsabilità missionaria di tutti i Vescovi, successori degli Apostoli, “responsabili con il Papa della missione universale”. Ma “soprattutto l’enciclica apriva decisamente l’orizzonte missionario al clero secolare e, in generale, dava l’avvio ad una forte coscienza della universalità della Chiesa”, ha proseguito p. Villar, citando anche l’invio in missione dei laici.
Nel suo intervento il relatore si è poi soffermato sulla Chiesa come “communio ecclesiarum” e sulla dimensione universale del Presbiterato, il cui fondamento teologico venne affrontato dal Concilio Vaticano II appunto dietro l’impulso della Fidei Donum. “In virtù del comune vincolo sacramentale che unisce vescovi e presbiteri tra loro, incombe anche ai presbiteri il dovere della sollicitudo omnium ecclesiarum proprio dei vescovi - ha detto p. Villar -. Il dono sacramentale della ordinazione non prepara i presbiteri ad una missione limitata e ristretta, ma li rende partecipi della stessa ampiezza universale del sacerdozio e della missione di Cristo trasmessa dagli Apostoli ai Vescovi”. Nell’ultima parte del suo intervento p. Villar si è soffermato sulla “missione in seno alla communio Ecclesiarum”, ed ha affermato: “Una Chiesa particolare che non disponga di uomini e donne inviati in missione in altre Chiese, vive impoverita nel suo essere Chiesa. Per questo motivo il presbitero Fidei donum è memoria permanente che tutta la Chiesa, tutte le Chiese e tutti nelle Chiese, sacerdoti e fedeli, si trovano in stato di missione, consacrati ed inviati come Cristo stesso ad annunciare il Vangelo e ad offrire all’umanità i doni ricevuti dal Signore”. (S.L.) (Agenzia Fides 10/5/2007; righe 33, parole 463)


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