ASIA/IRAQ - Conferenza internazionale sulla grave crisi umanitaria dei rifugiati iracheni

martedì, 17 aprile 2007

Ginevra (Agenzia Fides) - Un momento di riflessione in cui politici, intellettuali, esperti fanno il punto sulle drammatiche conseguenze umanitarie della crisi irachena, cercando di individuare soluzioni e proposte: con questo obiettivo si apre oggi, 17 aprile, a Ginevra una conferenza internazionale sull’Iraq, promossa dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Acnur).
Dopo il discorso di apertura dell'Alto Commissario Antonio Guterres, sono previsti gli interventi del Sottosegretario Generale per gli Affari Umanitari e Coordinatore per l'assistenza d'emergenza John Holmes, di esponenti della Croce Rossa Internazionale, della Luna Crescente (organizzazione caritativa islamica), di rappresentanti politici di Iraq, Siria, Giordania, Iran, Turchia, Lega Araba.
Secondo i dati e le informazioni diffuse dall’Acnur, il protrarsi della violenza in gran parte delle regioni centrali e meridionali dell’Iraq sta costringendo ogni mese migliaia di persone a fuggire. La comunità internazionale si trova così a fronteggiare una crisi umanitaria ben più ampia e complessa di quella che le agenzie umanitarie avevano previsto all’inizio della guerra nel 2003. Attualmente sono oltre 4 milioni gli iracheni che hanno abbandonato le proprie abitazioni, dei quali circa 1,9 milioni si trovano all’interno del paese, mentre oltre 2 milioni hanno cercato rifugio nei limitrofi paesi mediorientali e circa 200mila in altri paesi di tutto il mondo.
Una parte rilevante di queste persone era già fuggita prima del 2003, ma molti lo hanno fatto dopo l’inizio della guerra. Nel 2006, gli iracheni hanno costituito ancora una volta il più numeroso gruppo di richiedenti asilo nei paesi più industrializzati del mondo, ma il 95% delle persone fuggite si trova ancora all’interno della regione.
Il fenomeno è in preoccupante aumento, denuncia l’Acnur: nel 2006 il numero degli sfollati all’interno dell’Iraq è cresciuto di circa il 50%. Complessivamente, oltre 730mila persone sono fuggite dalla proprie aree d’origine in Iraq a causa del conflitto e del drammatico aumento della violenza settaria dopo i bombardamenti su Samara del febbraio 2006.
Risultato dell’iniziale ottimismo che fece seguito alla caduta del regime di Saddam Hussein nel 2003, oltre 300mila rifugiati iracheni avevano fatto ritorno nel proprio paese nei due anni successivi - soprattutto dall’Iran - dei quali circa 27mila assistiti dall’Acnur. Tuttavia nel 2006, centinaia di migliaia di rifugiati hanno lasciato il paese, mentre in pochi vi hanno fatto ritorno. Anche molti rifugiati presenti in Iraq hanno dovuto lasciare il paese o stanno cercando di farlo. (PA) (Agenzia Fides 17/4/2007 righe 25 parole 258)


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