AMERICA/PERÚ - “La promozione della libertà religiosa non sia anticattolica, né contro qualsiasi professione di fede, perché andrebbe contro il principio stesso della libertà religiosa”: appello del Presidente della Conferenza Episcopale Peruviana

giovedì, 8 marzo 2007

Trujillo (Agenzia Fides) - Mons. Héctor Miguel Cabrejos Vidarte, Arcivescovo Metropolita di Trujillo e Presidente della Conferenza Episcopale Peruviana, ha esposto in una conferenza stampa tenuta il 7 marzo, la posizione della Chiesa cattolica riguardo al disegno di legge sulla libertà e sull’uguaglianza religiosa, presentato il 26 febbraio da un gruppo di parlamentari. Attraverso questa proposta si intende infatti modificare un articolo della Costituzione vigente dal 1993, nel quale si riconosce il ruolo della Chiesa cattolica nella formazione storica, culturale e morale del Perù; si riconosce inoltre la sua collaborazione nello stesso tempo in cui si rispettano le altre confessioni e si cerca di stabilire forme di collaborazione con esse.
Il Presidente della Conferenza Episcopale ha ricordato che la Chiesa cattolica ha sempre difeso la libertà religiosa "come una condizione per la pacifica convivenza dei popoli" e come "un diritto inerente all'uomo nella sua condizione umana". In Perù esiste la libertà di religione e la proibizione espressa di discriminazione a causa della sua professione, qualunque sia. Inoltre si permette la manifestazione pubblica della propria confessione religiosa, con l'unico limite che non offenda la morale né l'ordine pubblico. Pertanto, secondo l'Arcivescovo, "nell'ordinamento giuridico attuale non esiste nessuna discriminazione da parte dello Stato nei riguardi di alcuna Confessione Religiosa; la forma di rapporto dipende dalla natura giuridica e dalla molteplicità di forme di organizzazione che le confessioni religiose hanno". In concreto, le relazioni tra lo Stato Peruviano e la Chiesa Cattolica “si reggono in virtù dell'Accordo sottoscritto tra lo Stato Vaticano e lo Stato Peruviano, in quanto la Chiesa Cattolica è una entità di diritto internazionale, riconosciuta come tale dalla Comunità Internazionale". Questa caratteristica non può essere avvertita come discriminatoria, poiché si tratta di due individui di diritto internazionale che hanno lo stesso livello, e "in ciò si radica la differenza delle relazioni che lo Stato peruviano mantiene nelle sue relazioni con le altre confessioni", cioè sono relazioni "tra lo Stato Vaticano e lo Stato Peruviano, e non tra lo Stato Peruviano e la fede cattolica."
Secondo l'Arcivescovo, l'articolo 50 dell'attuale Costituzione peruviana, "è il riconoscimento di un fatto storico innegabile come la partecipazione decisiva della Chiesa Cattolica alla formazione storica, culturale e morale del paese, fatto che non può essere preso come discriminatorio bensì come espressione di una verità storica irrefutabile". Il Presidente della Conferenza Episcopale ha chiesto che si continui a promuovere la libertà religiosa, "ma che tale promozione non sia anticattolica, né contro qualsiasi confessione di fede, perché andrebbe contro lo stesso principio della libertà religiosa” ed ha suggerito che si regolamenti bene la cornice giuridica già esistente. (RG) (Agenzia Fides 8/3/2007; righe 32, parole 436)


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