ASIA/PAKISTAN - Gruppi radicali tentano di fermare le azioni anti-terrorismo promosse dal governo del Gen. Pervez Musharraf

mercoledì, 7 febbraio 2007

Islamabad (Agenzia Fides) - La recente ondata di attentati che ha sconvolto il Pakistan potrebbe rappresentare una controffensiva delle forze radicali e dei militanti pro-talebani, nei confronti della politica considerata filo-occidentale del Presidente in carica, Pervez Musharraf. Secondo gli osservatori, le fazioni estremiste non approvano l’appoggio logistico e politico che il paese sta offrendo per la caccia alle cellule terroristiche nella montuosa zona di confine fra Pakistan e Afghanistan, e criticano aspramente la politica del governo, favorevole agli Stati Uniti. L’attentato avvenuto il 6 febbraio all’aeroporto di Islamabad (morto l’attentatore e tre agenti di sicurezza feriti) è un altro segnale del tentativo di generare caos sociale e odio verso il governo in carica. Nelle principali città del paese sono state rafforzate le misure di sicurezza, mentre lo stato di allerta è dovuto anche al fatto che la polizia sta dando la caccia a un gruppo di cinque terroristi che sarebbero arrivati da Rawalpindi per portare a termine missioni terroristiche.
Intanto, proprio al confine con l’Afghanistan, poco al di là della frontiera, i militari Usa hanno catturato due presunti militanti di al Qaida, entrambi afgani, bloccati a Hakimabad, nella provincia di Nangarhar.
Di recente Musharraf si è detto ottimista anche per la situazione dell’altro fronte , quello al confine con l’India, che riguarda la tormentata regione del Kshmir. India e Pakistan terranno un nuovo incontro anti-terrorismo agli inizi di marzo nella capitale pakistana Islamabad per riprendere il processo di pace. Il Primo Ministro indiano Manmohan Singh e il Presidente Musharraf hanno deciso di istituire un comitato stabile per i negoziati e la lotta al terrorismo nel settembre 2006. (PA)(Agenzia Fides 7/2/2007 righe 26 parole 268)


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