ASIA/INDIA - Interventi post-tsunami nel villaggio di Muttom: ristrutturati tutti gli edifici danneggiati, realizzati due pozzi da 2000 litri e due cisterne da 48mila litri, distribuiti kit alimentari di base a 1400 famiglie e set di attrezzi per la pesca

mercoledì, 31 gennaio 2007

Roma (Agenzia Fides) - A Muttom, villaggio di 10 mila abitanti situato sulla costa del Tamil Nadu, in India, il maremoto del 26 dicembre del 2004 ha causato la morte di 100 persone, soprattutto bambini; 465 famiglie hanno perso ogni bene e 363 hanno perso addirittura gli strumenti necessari a svolgere la propria attività (attrezzature da pesca, barche, motori, ecc).
Tra le organizzazioni intervenute, Intervita, Ong impegnata per migliorare le condizioni di vita di migliaia di bambini e delle loro famiglie nei paesi più bisognosi del Terzo Mondo, ha fornito immediatamente i primi soccorsi per assistere i sopravvissuti alla tragedia, che vivevano in condizioni di estrema precarietà in un piccolo campo di accoglienza allestito dal Governo indiano.
Con la collaborazione della popolazione e delle autorità locali, tutti gli edifici direttamente danneggiati sono stati ristrutturati, compresi i plessi che ospitano le tre scuole locali, e 233 case sono state costruite ex novo. Sono stati realizzati due pozzi da 2000 litri e due cisterne da 48mila litri, per garantire l'approvvigionamento d'acqua alla popolazione. Nei primi sette mesi d'intervento sono stati distribuiti kit alimentari di base a 1400 famiglie e set di attrezzi per la pesca (reti, corde, galleggianti) a 882 pescatori. Inoltre, 1.633 bambini hanno potuto riprendere la propria attività scolastica. Nell'ottobre 2005 è stato attivato un centro infantile di supporto psicologico, con la creazione di un laboratorio in cui, attraverso gioco, disegno e attività simili, i bambini hanno avuto la possibilità di avviare un processo di elaborazione del trauma subito.
L'impegno di supporto di Intervita alle famiglie colpite dallo Tsunami e di ricostruzione del villaggio di Muttom è iniziato nel gennaio del 2005. Gli obiettivi prevedevano l'assistenza agli abitanti nella ricostruzione del proprio villaggio, garantendo a 1.467 famiglie (7.335 persone) l'accesso a beni e servizi essenziali (casa, acqua potabile, assistenza sanitaria, istruzione ecc. ), per assicurare condizioni di vita normali e creare le basi per uno sviluppo futuro. L’apporto più significativo ricevuto dalla comunità è stata la sensazione di solidarietà e di speranza nella possibilità di ricostruire un futuro. (AP) (31/1/2007 Agenzia Fides; Righe:30; Parole: 383)


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