VATICANO - LA PREGHIERA: «Signore, insegnaci a pregare»… «Quando pregate, dite: PATER NOSTER» (Luca 11, 1.2) (I)

lunedì, 30 ottobre 2006

Roma (Agenzia Fides) - In occasione della Giornata Mondiale delle Missioni l’Agenzia Fides ha pubblicato un dossier sulle tre preghiere che costituiscono il Rosario. Questo dossier si colloca in un piano più vasto: dare a ciascun fedele nel mondo la possibilità di pregare, ritrovando e scoprendo le abituali preghiere quotidiane dei fedeli, quelle che alimentano la loro vita cristiana ed accrescono la loro intimità con Dio. Tramite la preghiera, anticipiamo già su questa terra l’intimità con Dio-Trinità, che un giorno contempleremo faccia a faccia, come Egli è, se abbiamo saputo rispondere al suo Amore e metterlo al primo posto nella nostra vita. Tramite la preghiera, contribuiamo anche alla salvezza del mondo; e questa è la missione che è affidata da Dio a tutti i battezzati. Lo scopo è quello «di amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze» ed il prossimo come se stesso.
I Vangeli evidenziano spesso che Gesù prega in silenzio, in solitudine, o durante la notte. In effetti, Gesù stesso ha dato l’esempio della preghiera: «Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava» (Marco 1, 35). Lo faceva soprattutto in certi momenti importanti: dopo la moltiplicazione dei pani: «salì sul monte, solo, a pregare» (Matteo 14, 23); prima dei momenti importanti: la scelta dei Dodici Apostoli: «Se ne andò sulla montagna a pregare, e passò tutta la notte in orazione» “erat pernoctans in oratione Dei” (Luca 6, 12), al Getsèmani (Matteo 26, 36-44), sulla Croce. Queste preghiere manifestano uno scambio permanente con il Padre: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra…» (Matteo 11, 25), che culmina nella “Preghiera Sacerdotale”, prima di andare a Getsèmani: «Padre, è giunta l’ora, glorifica il Figlio tuo, perché il Figlio glorifichi te…» (Giovanni 17, 1-26).
Davanti alla preghiera di Gesù, i discepoli gli chiedono di insegnar loro a pregare, come ha fatto Giovanni Battista coi suoi discepoli: «Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse - Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli - ed egli disse loro - quando pregate, dite: PADRE (Nostro)…» (Luca 11,1-2). PATER…
La preghiera non è facoltativa per i fedeli; è necessaria, indispensabile: «Vegliate e pregate in ogni momento (Luca 21, 35); «Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione» dice due volte ai tre Apostoli che si sono addormentati al Getsèmani (Matteo 26, 41); e ne fornisce la ragione: «Lo spirito è pronto, ma la carne è debole» (ibid.). Preciserà in un altro momento la ragione della necessità della preghiera: «Senza di me non potete far nulla» («Sine me nihil potestis facere») (Giovanni 15, 5).
La Nuova Evangelizzazione voluta dal venerato e venerabile Papa Giovanni Paolo II, comporta necessariamente ed in primo luogo il ritorno alla preghiera, lo «scambio con Dio». Pregare? Vuol dire parlare con Dio. Parlare con Dio? Vuol dire pregare. Dunque vuol dire prima di tutto riscoprire Dio e l’Amore di Dio, rivelato da Gesù Cristo, da un Dio che è Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo.
Nel mondo attuale, ed in Europa in particolare, si nota un sensibile calo del senso di Dio, della preghiera, della partecipazione al Santo Sacrificio della Messa la Domenica, della Confessione, della preghiera. «Pregate?» ho domandato un giorno a due ragazzi di 17 e 20 anni, cresciuti in una famiglia cristiana… «Mai!». «Pensate a Dio?» fu la mia seconda domanda… «Mai!»… Quanti si trovano in una tale situazione, quanti vivono in questa indifferenza totale nei riguardi di Dio?
E tra i fedeli che vengono alla Messa, quanti pregano veramente, quanti sono coscienti di ciò che fanno? Certo si avvicinano alla Comunione… ma si sono confessati? E dopo? Aspetteranno una settimana per riandare a Messa… se vi assistono regolarmente… 45 minuti tutt’al più, consacrati a Dio nell’arco di una settimana… È una constatazione: in Europa le chiese si svuotano sempre più ed i fedeli si astengono sempre più facilmente dalla participazione alla Messa domenicale, affascinati dalle “sirene” del secolo… in parecchi paesi si confessano di meno… perché hanno perduto il senso del peccato… ma anche perché alcuni preti non confessano più…
E i preti, quando celebrano la Messa, sono sufficientemente coscienti che “parlano a Dio” e che non “recitano” solo delle parole? «Padre clementissimo, noi Ti supplichiamo e Ti chiediamo, per Gesù Cristo, tuo Figlio e Nostro Signore…» (Canone Romano). I fedeli si rendono conto di quello che succede in quel momento? Il prete parla a Dio in persona, a nome loro… al fine di rendere presente il solo ed unico Sacrificio Redentore.
La Nuova Evangelizzazione esige da noi una vera conversione, ci chiede di ritrovare la fede nella Chiesa, anche se dobbiamo remare contro corrente. E noi dobbiamo remare contro corrente in un mondo sempre più laicizzato, che ha escluso Dio dalla società, dalla vita civile. Per portare in questo mondo amato da Dio la pace che solo Cristo può dargli: « Vi lascio la mia pace, Vi do la mia pace ». Ciò non potrà compiersi senza ritrovare il senso di Dio e del nostro rapporto con Dio, tramite la preghiera, con l’osservanza dei comandamenti, quello dell’Amore per primo. (J.M.)(Agenzia Fides 30/10/2006; righe 69 parole 885)


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