ASIA/INDONESIA - I giovani indonesiani, tra memoria e giustizia

giovedì, 23 maggio 2024 diritti umani   giovani   memoria   giustizia  

Giacarta (Agenzia Fides) - La memoria  e la ricerca di giustizia per vicende del  passato, temi sollevati soprattutto dai giovani indonesiani, possono coinvolgere oggi il nuovo presidente eletto Prabowo Subianto. Quella che viene comunemente chiamata “Aksi Kamisan” o “Azione del giovedì” è una attività pubblica in atto da almeno 26 anni: una manifestazione pacifica per chiedere giustizia e chiarimenti sulla violenza massiccia che scosse  Giacarta durante la “tragedia nazionale” del 1998, quando dozzine di donne cinesi furono prese di mira da folle inferocite con una violenza diffusa su persone e proprietà (case, negozi, centri commerciali).Secondo un indagine indipendente, almeno 1.000 indonesiani persero la vita a causa dell'eccessiva violenza (che incluse lo stupro), e migliaia di proprietà furono distrutte e saccheggiate.  I giorni del  14-15 maggio 1998 sono  ricordati da tutto il popolo indonesiano come i giorni di una violenta rivolta che si accanì contro un gruppo etnico minoritario della nazione: i cinesi indonesiani. Giorni prima, alcuni studenti universitari erano stati rapiti a causa delle loro aspre e accese critiche contro il regime autoritario dell'allora presidente Muhammad Suharto.
Mentre la violenza scuoteva la capitale, gli studenti presero d'assalto la Camera del Parlamento e, saliti sui tetti dell'edificio, chiesero a gran voce le dimissioni di Suharto, al potere da 32 anni, auspicando la "Reformasi" (era della riforma). L'inatteso accadde il 21 maggio 1998: il presidente Suharto annunciò pubblicamente le sue dimissioni indicando, tra le motivazioni, quella di evitare ulteriore spargimento di sangue e scontri tra diversi gruppi di indonesiani.
Allora generale Prabowo Subianto venne congedato  dal suo incarico militare mesi dopo: genero di Suharto e il più potente generale dell'esercito, Prabowo Subianto fu costretto a lasciare il comando strategico dell'esercito. Il prossimo 20 ottobre 2024, proprio l'ex generale Prabowo Subianto sarà insediato come ottavo presidente dell’Indonesia. 
Per non dimenticare il passato,  per cercare giustizia e chiarimenti sulle rivolte del maggio 1998, è intervenuto anche il  sacerdote gesuita Prof. Magnis-Suseno, storica  figura di religioso, popolare missionario e intellettuale. Presente alle manifestazioni dell' Aksi Kamisan nel centro di Giacarta, davanti al Palazzo di Stato, il gesuita  ha tenuto una conferenza sottolineando che qualsiasi rivolta violenta deve essere indagata  per la ricerca delle responsabilità.  “Ma fino ad oggi, nessun singolo autore della peggiore tragedia della nostra nazione è stato assicurato alla giustizia”, ha osservato Yakobus Mayong Padang, operante in una delle associazioni della società civile. I presidenti dell'era post-Suharto hanno fatto poco - si è detto - per affrontare quelle gravi violazioni dei diritti umani, alimentando la cultura dell’impunità e della violenza.
La democrazia emersa nell'era  post-Suharto ha contribuito a ridurre la violenza etnica e religiosa, ma "sono sempre da tutelare le libertà civili, la libertà di stampa, i diritti delle donne, i diritti dei bambini, la libertà religiosa e i diritti delle minoranze", hanno ricordato i presenti. Tra i giovani indonesiani, soprattutto sui social media, sono emersi alcuni movimenti popolari come l’hashtag #ReformasiDikorupsi ("la riforma è stata corrotta"). Nel 2019, centinaia di migliaia di studenti  hanno protestato quando il Parlamento ha cercato di approvare un nuovo Codice penale che intendeva ridurre il potere dell'Autorità  contro la Corruzione. I giovani sono ancora protagonisti di iniziative  come “Aksi Kamisan” .
(PA-MH) (Agenzia Fides 23/5/2024) 


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