Fides News - Italianhttps://www.fides.org/Le notizie dell'Agenzia FidesitI contenuti del sito sono pubblicati con Licenza Creative Commons.VATICANO/UDIENZA GENERALE - Leone XIV: Nelle parabole di Gesù troviamo il modello per l’annuncio del Vangelo oggihttps://www.fides.org/it/news/76390-VATICANO_UDIENZA_GENERALE_Leone_XIV_Nelle_parabole_di_Gesu_troviamo_il_modello_per_l_annuncio_del_Vangelo_oggihttps://www.fides.org/it/news/76390-VATICANO_UDIENZA_GENERALE_Leone_XIV_Nelle_parabole_di_Gesu_troviamo_il_modello_per_l_annuncio_del_Vangelo_oggiCittà del Vaticano - Nelle parabole possiamo "riconoscere il modo di comunicare di Gesù, che ha tanto da insegnarci per l’annuncio del Vangelo oggi". È il messaggio che Papa Leone XIV lancia dal sagrato della basilica vaticana dove, sotto un cielo che minaccia pioggia, tiene la sua prima Udienza generale del mercoledì.<br /><br />Dopo aver salutato dalla papamobile i 40mila pellegrini giunti da ogni parte del mondo che affollano piazza San Pietro, il Pontefice prosegue il ciclo di catechesi avviato da Papa Francesco all’inizio di questo Anno Santo, ovvero rileggere la vita di Gesù alla luce dei temi del Giubileo che la Chiesa sta vivendo. E, riprendendo il filone sulle parabole, si sofferma su quella del seminatore, “una specie di introduzione a tutte le parabole”.<br /><br />Ogni parabola, infatti, fa notare il Papa, “racconta una storia che è presa dalla vita di tutti i giorni, eppure vuole dirci qualcosa in più, ci rimanda a un significato più profondo, fa nascere in noi delle domande, ci invita a non fermarci all’apparenza”.<br /><br />E proprio la parabola del seminatore “parla della dinamica della parola di Dio e degli effetti che essa produce. Infatti, ogni parola del Vangelo è come un seme che viene gettato nel terreno della nostra vita”. Un’immagine, quella del seme, spesso usata da Gesù ma “con diversi significati”.<br /><br />Nel capitolo 13 del Vangelo di Matteo, quella del seminatore introduce una serie di altre piccole parabole, alcune delle quali parlano proprio di ciò che avviene nel terreno. E il terreno rappresenta “il nostro cuore, ma è anche il mondo, la comunità, la Chiesa. La Parola di Dio, infatti, feconda e provoca ogni realtà”.<br /><br />Questa Parola, prosegue il Pontefice, “è per tutti, ma opera in ciascuno in modo diverso”. Come il seminatore della parabola, infatti, Dio “non si preoccupa di dove cade il seme. Questo atteggiamento stupisce chi ascolta e induce a domandarsi: come mai?”.<br /><br />“Noi siamo abituati a calcolare le cose – e a volte è necessario -, ma questo non vale nell’amore! Il modo in cui questo seminatore ‘sprecone’ getta il seme è un’immagine del modo in cui Dio ci ama. È vero infatti che il destino del seme dipende anche dal modo in cui il terreno lo accoglie e dalla situazione in cui si trova, ma anzitutto questa parabola Gesù ci dice che Dio getta il seme della sua Parola su ogni tipo di terreno, cioè in qualunque nostra situazione”, continua Leone XIV.<br /><br />Anche se “a volte siamo più superficiali e distratti, Dio è fiducioso e spera che prima o poi il seme fiorisca. Egli ci ama così: non aspetta che diventiamo il terreno migliore, ci dona sempre generosamente la sua Parola. Forse proprio vedendo che Lui si fida di noi, nascerà in noi il desiderio di essere un terreno migliore. Questa è la speranza, fondata sulla roccia della generosità e della misericordia di Dio”.<br /><br />In altre parole, “questa parabola ci dice che Dio è pronto a ‘sprecare’ per noi e che Gesù è disposto a morire per trasformare la nostra vita”. A tal riguardo il Papa ricorda il “Seminatore al tramonto” dipinto da Van Gogh: “Mi colpisce che, alle spalle del seminatore, Van Gogh ha rappresentato il grano già maturo. Mi sembra proprio un’immagine di speranza: in un modo o nell’altro, il seme ha portato frutto. Non sappiamo bene come, ma è così". Nel quadro il seminatore "sta di lato, tutto il dipinto è dominato dall’immagine del sole, forse per ricordarci che è Dio a muovere la storia, anche se talvolta ci sembra assente o distante”.<br /><br />Al termine dell’Udienza, il Vescovo di Roma lancia un appello affinché cessino le ostilità in Terra Santa: “È sempre più preoccupante e dolorosa la situazione nella Striscia di Gaza. Rinnovo il mio appello accorato a consentire l’ingresso di dignitosi aiuti umanitari e porre fine alle ostilità, il cui prezzo straziante è pagato dai bambini, dagli anziani e dalle persone malate”.<br /><br />Infine, a un mese esatto dalla morte del suo predecessore, il Pontefice ricorda Papa Francesco: “Non possiamo concludere questo nostro incontro senza ricordare con tanta gratitudine l’amato Papa Francesco, che proprio un mese fa è tornato alla casa del Padre”. Wed, 21 May 2025 12:39:01 +0200AFRICA/KENYA - Morto in ospedale sacerdote ritrovato in fin di vita lungo l’autostrada Nakuru-Nairobihttps://www.fides.org/it/news/76389-AFRICA_KENYA_Morto_in_ospedale_sacerdote_ritrovato_in_fin_di_vita_lungo_l_autostrada_Nakuru_Nairobihttps://www.fides.org/it/news/76389-AFRICA_KENYA_Morto_in_ospedale_sacerdote_ritrovato_in_fin_di_vita_lungo_l_autostrada_Nakuru_NairobiNyahururu – Lutto nella Diocesi di Nyahururu, in Kenya, per la morte del sacerdote John Ndegwa Maina, parroco della chiesa di St Louis a Igwamiti.<br /><br />L’annuncio è stato dato dalla stessa Diocesi con un breve comunicato: “La Diocesi cattolica di Nyahururu informa del passaggio alla gloria eterna del reverendo John Maina Ndegwa. È deceduto durante le cure all'ospedale St. Joseph Gilgil. Ulteriori informazioni saranno trasmesse a tempo debito. Preghiamo per la sua anima e la sua famiglia in questo momento difficile”.<br /><br />Secondo quanto riportano i media locali, il sacerdote sarebbe stato trovato gravemente ferito, ma ancora vivo, sul ciglio dell’autostrada Nakuru-Nairobi, a diversi chilometri di distanza dalla sua parrocchia, nella giornata di venerdì 15 maggio. Soccorso dal personale sanitario, don Maina è deceduto una volta giunto in ospedale.<br /><br />Il parroco - riferiscono ricostruzioni e indiscrezioni ancora prive di conferme ufficiali - potrebbe essere stato ferito mortalmente in un luogo diverso da quello in cui è stato ritrovato. Nelle prossime ore si attende il risultato dell’autopsia, disposta dalle autorità competenti per chiarie le cause della morte.<br /><br />Nel frattempo la comunità cattolica di Igwamiti si è stretta nel dolore e nella preghiera. Durante il fine settimana appena trascorso diverse celebrazioni sono state officiate in suffragio del parroco John Ndegwa Maina. <br />Wed, 21 May 2025 12:00:44 +0200AFRICA/CONGO RD - “Speriamo dal Papa un appello per la pace nella Repubblica Democratica del Congo”https://www.fides.org/it/news/76388-AFRICA_CONGO_RD_Speriamo_dal_Papa_un_appello_per_la_pace_nella_Repubblica_Democratica_del_Congohttps://www.fides.org/it/news/76388-AFRICA_CONGO_RD_Speriamo_dal_Papa_un_appello_per_la_pace_nella_Repubblica_Democratica_del_CongoKinshasa – “Speriamo dal Papa un appello per la pace nella Repubblica Democratica del Congo” scrivono i componenti dell’ACMEJ di Katogota nella provincia del Sud Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo.<br />Ricordando che “nella prima benedizione domenicale dalla Basilica di San Pietro, il nuovo Papa Leone XIV ha rivolto un solenne appello alla pace in Ucraina e un cessate il fuoco immediato a Gaza” i membri dell’ACMEJ chiedono al Santo Padre di ricordare pure il dramma della loro terra, uno dei conflitti dimenticati che insanguinano il mondo.<br />Da quando i guerriglieri dell’M23 appoggiati da militari ruandesi hanno conquistato vaste aree del Nord e Sud Kivu, comprese i rispettivi capoluoghi, Goma e Bukavu, le popolazioni civili di queste zone vivono in condizioni drammatiche.<br />Come riporta l’ACMEJ, il villaggio di Katogota, già teatro di un massacro contro la popolazione civile il 14 maggio 2000, con la morte di 375 civili, è stato di nuovo “distrutto, saccheggiato, ferito e bombardato dall’M23 e dai loro alleati ruandesi”. “Gli aggressori si sono autorizzati ad occupare illegalmente le installazioni della chiesa cattolica locale di St. Berger e la sala polivalente della comunità di Katogota, installando lì il loro accampamento e trasformando la chiesa e le scuole in alberghi in luoghi residenze e dormitori per il personale militare” afferma la nota pervenuta all’Agenzia Fides.<br />“Gli abitanti del villaggio chiedono a Papa Leone XIV di lanciare un nuovo solenne appello per la pace nell'Est della Repubblica Democratica del Congo, incominciando con un cessate il fuoco immediato e concreto” e con la creazione di una zona cuscinetto nei villaggi di Katogota e Kamanyola, sotto il controllo di personale militare inviato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite o dall'Unione Africana”. “Ciò consentirebbe ai rifugiati e agli sfollati dal villaggio di Katogota di tornare a casa senza preoccupazioni, nell'attesa che vengano firmati gli accordi di pace definitivi”.<br />I villaggi di Katogota e di Kamanyola sono sulla linea del fronte che separa l’M23 dalla forze rimaste fedeli al governo di Kinshasa .<br />Ad aggravare le condizioni degli abitanti nelle zone sotto controllo dell’M23 è la decisione del governo congolese di chiudere le banche e gli aeroporti di queste aree. Il Segretario generale della Conferenza episcopale nazionale del Congo , monsignor Donatien Nshole, ha denunciato le interruzioni di questi servizi essenziali. "La chiusura di banche e aeroporti nelle aree sotto il controllo dell’M23 sta costringendo molte famiglie a sopravvivere in condizioni particolarmente precarie", ha dichiarato il 19 maggio. <br /><br />Wed, 21 May 2025 11:17:51 +0200ASIA/INDONESIA - Il Direttore delle POM: "La giustizia sociale come parte della missione, ispirandoci a Papa Leone"https://www.fides.org/it/news/76387-ASIA_INDONESIA_Il_Direttore_delle_POM_La_giustizia_sociale_come_parte_della_missione_ispirandoci_a_Papa_Leonehttps://www.fides.org/it/news/76387-ASIA_INDONESIA_Il_Direttore_delle_POM_La_giustizia_sociale_come_parte_della_missione_ispirandoci_a_Papa_LeoneRoma - "La giustizia sociale è oggi uno dei temi centrali per una grande nazione come l'Indonesia, una nazione emergente sulla scena internazionale. E' un tema cruciale anche per la missione della Chiesa in Indonesia. E vediamo che Papa Leone XIV, ispirandosi al predecessore Leone XIII, il papa della 'Rerum novarum', ha messo il tema della giustizia sociale tra quelli centrali della sua visione e azione. Questo potrà essere di aiuto e di utilità anche a noi": è quanto rileva in un colloquio con l'Agenzia Fides p.Alfonsus Widhiwiryawan Sx, missionario saveriano originario di Giava e Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie in Indonesia. <br />Padre Alfonsus ricorda l'intervento di Papa Leone che, parlando al Corpo Diplomatico, ha affermato che "perseguire la pace esige di praticare la giustizia". E , riferendosi a Leone XIII, il Papa ha poi notato che "nel cambiamento d’epoca che stiamo vivendo, la Santa Sede non può esimersi dal far sentire la propria voce dinanzi ai numerosi squilibri e alle ingiustizie che conducono, tra l’altro, a condizioni indegne di lavoro e a società sempre più frammentate e conflittuali. Occorre peraltro adoperarsi per porre rimedio alle disparità globali, che vedono opulenza e indigenza tracciare solchi profondi tra continenti, Paesi e anche all’interno di singole società".<br />"Questa esigenza si avverte in Indonesia, una nazione con regioni, culture, situazioni religiose e contesti molto diversi tra loro: il pericolo è la frammentazione anche a livello ecclesiale", rileva. "Per questo il nostro motto nazionale è 'unità nella diversità' e siamo chiamati a praticarlo ogni giorno anche nella Chiesa" nota il Direttore delle POM. "La giustizia sociale - ricorda - è anche uno dei principi della Pancasila", la carta dei cinque principi che è alla base della nazione Indonesiana, ed è un tema a cui sono sensibili anche le organizzazioni musulmane".<br />L'argomento è sentito dai Vescovi indonesiani: ad esempio i Vescovi dell'area di Flores, nel loro messaggio per la Quaresima 2025, hanno lanciato un richiamo congiunto alla "giustizia per i poveri e un rinnovato impegno verso i valori del Vangelo". Esprimendo preoccupazione per gli sviluppi di progetti geotermici nella regione, i Vescovi hanno segnalato che "uno sfruttamento incauto danneggia l'ambiente, la sicurezza alimentare, l'equilibrio sociale e la sostenibilità culturale". Non è passata inosservata, poi, la questione della "denutrizione cronica che continua a colpire molti bambini piccoli" : i Vescovi hanno chiesto una risposta coordinata, sottolineando che "non si tratta semplicemente di un problema di salute, ma di una questione di giustizia". "Ogni bambino merita nutrimento, amore e dignità", hanno scritto, incoraggiando un sostegno mirato per le famiglie vulnerabili e solidi programmi di educazione alimentare.<br />Proprio su questo versante, è in corso in Indonesia un dibattito sulla politica economica del nuovo presidente Prabowo Subianto che - tenendo fede a promesse elettorali - ha avviato un costoso programma di sostegno alle mense scolastiche e ha lanciato un "piano di efficienza del bilancio". Il piano ha causato proteste per i tagli ai posti di lavoro e per la sospensione delle borse di studio per il 2025. <br />P Alfonsus Widhiwiryawan osserva : "Piuttosto che impiegare risorse pubbliche in misure assistenziali - che portano facili consensi - il governo è chiamato a pensare e implementare misure che stimolino la crescita economica, per contrastare la disoccupazione e indurre reale sviluppo e lavoro".<br />La "giustizia sociale" è stato il tema principale del primo discorso di Papa Francesco nel suo viaggio In Indonesia il 4 settembre 2024 nel palazzo presidenziale a Giacarta, davanti sia al presidente uscente, Joko Widodo, sia al presidente eletto, Prabowo Subianto. Papa Francesco esortò a "un impegno vero e lungimirante” nel realizzare la giustizia sociale", perchè un parte sostanziosa dell'umanità non venga "lasciata ai margini, senza un’esistenza dignitosa e senza alcuna difesa contro gravi squilibri sociali che innescano conflitti acuti", affermò.<br />"In una società in rapido cambiamento - conclude il Direttore delle POM - la Chiesa cattolica indonesiana è chiamata a intendere ed espandere la sua missione, riflettendo e impegnandosi attivamente nella giustizia sociale".<br /> Wed, 21 May 2025 10:57:39 +0200ASIA/KAZAKHSTAN - Nominato il nuovo Direttore delle Pontificie Opere Missionariehttps://www.fides.org/it/news/76386-ASIA_KAZAKHSTAN_Nominato_il_nuovo_Direttore_delle_Pontificie_Opere_Missionariehttps://www.fides.org/it/news/76386-ASIA_KAZAKHSTAN_Nominato_il_nuovo_Direttore_delle_Pontificie_Opere_MissionarieCittà del Vaticano - Il Cardinale Luis Antonio G. Tagle, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione , ha nominato, in data 13 maggio il Rev. P. Gabriel Jocher, direttore delle Pontificie Opere Missionarie. Il neo direttore ha 36 anni ed è nato in Germania, nella regione della Baviera. Terminate le scuole, nel 2007 entra nella Congregazione dei Servi di Gesù e Maria, nel 2009 intraprende gli studi filosofico-teologici, nel 2013 emette i voti perpetui, nel 2015 viene ordinato diacono e nel 2016 presbitero. Dal 2016 al 2019 ha lavorato nella parrocchia di Blindenmarkt , dal 2019 al 2023 è stato incaricato per l’apostolato dei giovani e delle famiglie nel sud della Germania. Dal mese di ottobre del 2023 lavora in parrocchia e nella scuola del Sacro Cuore a Korneevka nel nord del Kazakhstan.<br /> Wed, 21 May 2025 10:12:21 +0200EUROPA/LETTONIA- Nominato il nuovo Direttore delle Pontificie Opere Missionariehttps://www.fides.org/it/news/76385-EUROPA_LETTONIA_Nominato_il_nuovo_Direttore_delle_Pontificie_Opere_Missionariehttps://www.fides.org/it/news/76385-EUROPA_LETTONIA_Nominato_il_nuovo_Direttore_delle_Pontificie_Opere_MissionarieCittà del Vaticano - ll Cardinale Luis Antonio G. Tagle, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione , ha nominato, in data 10 aprile 2025, il Rev. Jēkabs Rodions Doļa, della Diocesi di Rēzekne-Aglona, direttore delle Pontificie Opere Missionarie in Lettonia. Il nuovo direttore ha 36 anni di età e 10 di ordinazione sacerdotale. <br />Ha conseguito un Dottorato a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana. È parroco in due parrocchie a Ludza e Rudēni e Decano del Decanato di Ludza. E' postulatore della causa di Beatificazione e Canonizzazione del sacerdote diocesano Vladislavs Litaunieks. <br />Infine guida pellegrinaggi a Roma, in Terra Santa e Turchia.<br /> <br />Wed, 21 May 2025 09:54:13 +0200Al via l’Assemblea generale delle Pontificie Opere Missionarie. In programma l’atteso incontro con Papa Leone XIVhttps://www.fides.org/it/news/76384-Al_via_l_Assemblea_generale_delle_Pontificie_Opere_Missionarie_In_programma_l_atteso_incontro_con_Papa_Leone_XIVhttps://www.fides.org/it/news/76384-Al_via_l_Assemblea_generale_delle_Pontificie_Opere_Missionarie_In_programma_l_atteso_incontro_con_Papa_Leone_XIVCittà del Vaticano – Inizia oggi a Roma, presso il Collegio Internazionale San Lorenzo di Brindisi dei Frati Cappuccini, l’Assemblea generale delle Pontificie Opere Missionarie . L'intenso programma dei lavori assembleari si protrarrà fino a mercoledì 28 maggio. Momento attesissimo di questo appuntamento, che si rinnova ogni anno, è l’incontro con Papa Leone XIV, previsto nella mattina di domani, giovedì 22 maggio. Il nuovo Vescovo di Roma accoglierà in Udienza in Vaticano gli oltre 120 Direttori nazionali delle POM, giunti dai 5 Continenti, compresi i 20 di recente nomina, arrivati nella capitale i giorni antecedenti l’Assemblea per un corso riservato a loro. <br /><br />All’Assemblea, occasione di condivisione, confronto e formazione missionaria, prendono parte, oltre ai Direttori nazionali delle POM, i Segretari generali delle Pontificie Opere Missionarie, il Coordinatore ad interim delle POM padre Tadeusz J. Nowak OMI e l’incaricato dell’Amministrazione, Suor Roberta Tremarelli AMSS.<br />Nel pomeriggio di oggi, dopo la celebrazione eucaristica ed i consueti adempimenti preliminari, il momento clou dei lavori della prima giornata sarà l’intervento del Cardinale Luis Antonio Gokim Cardinal Tagle, Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione .<br /><br />Giovedì mattina l’incontro con Papa Leone XIV rappresenta un momento privilegiato per “abbracciare” il Papa appena eletto e rinnovare l’impegno per la missione al servizio del Pontefice, che a norma della Costituzione apostolica Praedicate Evangelium presiede il Dicastero dell’Evangelizzazione, di cui le Pontificie Opere Missionarie fanno parte. Un'occasione preziosa e attesa per salutarlo con affetto e soprattutto ascoltare il suo messaggio indirizzato alle POM, da custodire come spunto di riflessione e ispirazione per il lavoro dei mesi a venire.<br /><br />Dopo l’incontro con Papa Leone, per i partecipanti all’Assemblea è in programma il passaggio della Porta Santa e la celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Tagle nella Basilica di San Pietro. Nel pomeriggio è in programma la visita alla Basilica di San Bartolomeo all’Isola Tiberina – che custodisce le reliquie di nuovi martiri e testimoni della fede - ed un successivo momento di preghiera missionaria.<br /><br />Venerdì’ 23 maggio i lavori dell’Assemblea proseguono seguendo un programma serrato, scandito da momenti in cui alcune singole direzioni nazionali delle POM condivideranno con le altre la propria esperienza locale. Previste nella giornata di venerdì le relazioni del Consiglio delle Finanze, dell’Incaricato dell’Amministrazione, Suor Roberta Tremarelli AMSS, e dei Segretari generali della Pontificia Opera della Propagazione della Fede, Padre Tadeusz J. Nowak OMI, della Pontificia Opera della Santa Infanzia, Suor Inês Paulo Albino, A.S.C., e della Pontificia Opera di San Pietro Apostolo, Padre Guy Bognon PSS. <br /><br />Sabato mattina toccherà al Segretario generale delle Pontificia Unione Missionaria, padre Din Anh Nhue Nguyen OFM Conv, e al Direttore dell’Agenzia Fides, Gianni Valente, completare le relazioni. Sabato pomeriggio dopo la plenaria che prevede il dialogo dei Direttori nazionali delle POM con i membri del Comitato esecutivo, è in programma l’incontro con l’Arcivescovo Samuele Sangalli, Segretario aggiunto del Dicastero per l'Evangelizzazione . A seguire vi saranno gli incontri continentali che proseguiranno anche nella giornata di domenica, nella quale la celebrazione eucaristica sarà presieduta dall’Arcivescovo Fortunatus Nwachukwu, Segretario del Dicastero per l'Evangelizzazione .<br /><br />Lunedì 26 il programma dell’Assemblea prevede una giornata di formazione permanente caratterizzata al mattino da due tavole rotonde sulla “Animazione e la formazione missionaria nelle Chiese locali” una dedicata ad Africa e Asia e l’altra focalizzata sulla missione America, Europa ed Oceania. Ad aprire la mattinata sarà la conferenza introduttiva di Giuseppe Dinh Duc Dao, vescovo emerito di Xuan Loc , già direttore del Centro Internazionale di Animazione Missionaria e Professore presso la Pontificia Università Urbaniana, cui seguiranno comunicazioni e osservazioni relative ai diversi contesti, curate da alcuni vescovi che sono stati impegnati in precedenza nelle direzioni nazionali delle POM dei rispettivi Paesi. <br /><br />Nel pomeriggio di lunedì 26 maggio, dopo una sessione di dialogo assembleare, è prevista la condivisione e l’ascolto di brevi report sugli incontri svolti su base continentale. Martedì 27 è prevista una giornata di lavoro sugli Statuti delle POM e la presentazione del tema della prossima Giornata Missionaria Mondiale 2026. Mercoledì 28 maggio, ultimo giorno dell’Assemblea, sono in programma i vari adempimenti conclusivi dei lavori assembleari l’intervento finale del Coordinatore ad interim delle POM, padre Tadeusz J. Nowak OMI. <br /> <br />Wed, 21 May 2025 17:59:02 +0200ASIA/UZBEKISTAN - Cosa significa il summit con l'Ue per l'Asia centralehttps://www.fides.org/it/news/76379-ASIA_UZBEKISTAN_Cosa_significa_il_summit_con_l_Ue_per_l_Asia_centralehttps://www.fides.org/it/news/76379-ASIA_UZBEKISTAN_Cosa_significa_il_summit_con_l_Ue_per_l_Asia_centraledi Cosimo Graziani<br />Samarcanda - Il recente incontro tra i vertici dell'Unione Europea e i leader dei Paesi dell'Asia centrale tenutosi a Samarcanda il 4 aprile segna probabilmente un nuovo inizio nelle relazioni tra le due regioni: si tratta infatti del primo incontro con l'Unione Europea che segue il formato "5+1", applicato in passato negli incontri tra i Paesi centro-asiatici e singole nazioni quali la Germania, la Francia, la Cina, il Giappone e la Russia. <br />Durante il summit si sono stati discussi numerosi temi di interesse comune: dalla situazione afghana al terrorismo, dalla connettività ai rapporti economici, dai diritti umani alle risorse critiche di cui è ricca la regione. Le relazioni tra Ue e i cinque Paesi ex sovietici sono state innalzate a partenariato strategico, segno che dalle parti di Bruxelles vogliono mantenere le relazioni stabili e forti nel lungo periodo. D'altronde nella regione si prevedono forti investimenti nell'ambito della Global Gateway, il piano infrastrutturale europeo alternativo alla Belt and Road Initiative cinese, e nel settore dell'estrazione di materiali critici e terre rare.<br />Il fatto che l'Unione Europea segua il formato "5+1" è un segno del tentativo di Bruxelles di portare le relazioni con tutti gli Stati allo stesso livello per poter essere un attore forte rispetto agli altri competitor internazionali. <br />Con Kazakistan e Kirghizistan è in vigore un accordo bilaterale rafforzato di partenariato e di cooperazione che regola i rapporti giuridici ed economici, mentre lo stesso accordo non è attivo né con il Tagikistan né con l'Uzbekistan e al momento non è prevista la sua firma con il Turkmenistan. Queste differenze penalizzano le istituzioni europee, che nell'approccio alla regione partono da una posizione svantaggiata rispetto agli attori come la Cina e la Russia, che hanno dalla loro parte anche fattori di lungo corso legati alla storia, alla geografia e alla demografia per poter influenzare la regione.<br />Il processo in atto non sembra essere una semplice nuova versione del "Big Game", il "Grande Gioco" ottocentesco messo in atto da singole Potenze come Russia e Inghilterra nell'area centroasiatica, secondo il paragone sostenuto da quelli che tendono al minimizzare la politica internazionale e la geopolitica dell'Asia centrale. Questo approccio mette l'accento sulle azioni delle potenze esterne nella regione e sottintende la mancanza di strategia da parte degli Stati locali. Se questa visione riduttiva era fuori luogo negli anni '90, quando gli interessi dei singoli Paesi stavano a poco a poco prendendo forma, lo è ancora di più ora che sono ben definiti: se una Potenza esterna qualsiasi vuole interagire con gli attori regionali deve partire dal fatto che i governi locali sono disposti a fare meno concessioni e pronti a difendere i propri interessi in maniera più forte. <br />Il summit del 4 aprile ha ribadito un fenomeno importante nella politica dell'Asia centrale: quello della sua regionalizzazione. Applicare il format "5+1" per i Paesi della regione significa che i loro interessi vengono messi a fattor comune e che i singoli governi si coordinano tra di loro per prendere le decisioni, quando si tratta delle loro relazioni esterne. <br />Si delinea la possibilità che in futuro possa crearsi una nuova organizzazione regionale sulle orme dell'Asean o addirittura dell'Unione Europea? Difficile fare previsioni in questo senso. Una tale prospettiva comporterebbe la creazione di un mercato comune e una condivisione delle risorse quali petrolio, gas e terre rare, che nei singoli Paesi rappresentano una delle maggiori entrate per l'economia nazionale, se non la principale, che sono sotto il controllo diretto dei governi locali. Inoltre, significherebbe superare i modelli di sviluppo economico dei singoli Stati, i quali variano dall'apertura agli investimenti stranieri dell'Uzbekistan, allo sfruttamento di una singola risorsa come il gas in Turkmenistan. Certamente, il dato più importante è che alcune questioni politiche siano percepite come di comune interesse, quindi si intravede un sentiero che può￲ essere intrapreso. <br />Wed, 21 May 2025 13:36:56 +0200ASIA/CINA - La diocesi di Fuzhou ricorda i 400 anni dall’arrivo del gesuita Giulio Aleni, il “Confucio d’Occidente” venuto a raccontare “la storia di Gesù”https://www.fides.org/it/news/76383-ASIA_CINA_La_diocesi_di_Fuzhou_ricorda_i_400_anni_dall_arrivo_del_gesuita_Giulio_Aleni_il_Confucio_d_Occidente_venuto_a_raccontare_la_storia_di_Gesuhttps://www.fides.org/it/news/76383-ASIA_CINA_La_diocesi_di_Fuzhou_ricorda_i_400_anni_dall_arrivo_del_gesuita_Giulio_Aleni_il_Confucio_d_Occidente_venuto_a_raccontare_la_storia_di_GesuFuzhou – Sono passati 400 anni da quando il gesuita Giulio Aleni, conosciuto come il “Confucio d’Occidente”, sbarcò presso Fuzhou per raccontare “la Storia di Gesù”. Oggi, la diocesi di Fuzhou ha voluto rendere omaggio testimone che ha annunciato il Vangelo in quelle terre, con seminario svoltosi dal 16 al 17 maggio, e con l’inaugurazione di una sua statua nella cattedrale di San Domenico, durante una cerimonia presieduta dal Vescovo Giuseppe Cai Bingrui.<br />Il seminario dedicato a Giulio Aleni – che introduceva i neofiti alla meditazione dei misteri della vita di Gesù partendo dai passi del Vangelo, secondo il metodo ignaziano - ha visto la partecipazione di studiosi provenienti dalla Cina continentale, da Hong Kong e dall’Italia. La personalità e il contributo del missionario gesuita italiano – che è stato anche astronomo, letterato, geografo, matematico – sono stati al centro di relazioni di taglio diverso. <br />Il sacerdote e studioso Peter Zhao della diocesi di Pechino, ha esposto “Il contributo di padre Giulio Aleni alla vita della Provincia e all’interscambio culturale”; il professor Lin Jinshui ha svolto una relazione sul tema “Da Matteo Ricci a Giulio Aleni”; il Dottor Jiang Wei si è soffermato su “le specificità e le consonanze dell'arte cattolica nell'India portoghese, nelle Filippine spagnole e in Cina durante la tarda dinastia Ming e la prima dinastia Qing. Infine, gli studiosi hanno percorso in un itinerario guidato il “luoghi” di padre Aleni nell’area di Fuzhou. <br />Giulio Aleni nasce a Brescia, in Lombardia, nel 1582. Entrato nella Compagnia di Gesù nel 1610, viene inviato in Cina dove dopo essere sbardato a Macao dedica quaranta anni della sua vita a annunciare Cristo tra i cinesi. Nel portare avanti la sua missione si dedica anche all’insegnamento della matematica, considerando tale attività uno strumento utile anche per entrare in contatto con gli ambienti di cultura elevata della società cinese. Riveste l’incarico di provinciale della Provincia gesuita di Huanan , e durante la sua missione fa costruire più di 20 chiese, amministra il sacramento del battesimo a 10 mila nuovi cristiani cinesi. Nel 1649, per scappare dai soldati della corte di Qing, si rifugia a Yanping, dove muore nel mese di maggio. La sua sepoltura si trova nel Monte della Croce di Fuzhou. <br />Padre Aleni, nella sua opera missionaria, fece tesoro delle intuizioni e delle prassi seguite suo confratello gesuita Matteo Ricci, pubblicando anche una ventina di opere scientifiche, filosofiche, spirituali e dottrinali. Negli anni della sua missione, dopo Matteo Ricci fu lui il migliore conoscitore del lingua cinese tra i suoi confratelli. La sua opera intitolata “La vera origine di tutte le cose” , dedicata alla questione della Creazione, ottenne grande e diffuso apprezzamento, con molte ristampe. Nel 1635, con l’opera “Vera esposizione delle parole e delle opere del Signore del Cielo incarnato”, Aleni raccontò la vita di Gesù. E hanno grande valore e interesse anche i testi delle 325 conversazioni da lui condivise con letterati cinesi.(NZ)(Agenzia Fides 20/5/2025)<br />Tue, 20 May 2025 15:03:27 +0200EUROPA/ITALIA - Costruire l'unità attraverso il dialogo e l'ascolto: XXII Assemblea Generale della Società delle Missioni Africanehttps://www.fides.org/it/news/76382-EUROPA_ITALIA_Costruire_l_unita_attraverso_il_dialogo_e_l_ascolto_XXII_Assemblea_Generale_della_Societa_delle_Missioni_Africanehttps://www.fides.org/it/news/76382-EUROPA_ITALIA_Costruire_l_unita_attraverso_il_dialogo_e_l_ascolto_XXII_Assemblea_Generale_della_Societa_delle_Missioni_AfricaneRocca di Papa – Cinquantacinque delegati, tra cui i leader delle province e dei distretti della Società delle Missioni Africane, delegati eletti, facilitatori e ospiti invitati, provenienti da tutto il mondo sono riuniti a Roma per la XXII Assemblea Generale per un momento di discernimento comunitario, pianificazione e rinnovamento. <br /><br />Inaugurata ufficialmente domenica 18 maggio presso il Centro Internazionale di Spiritualità Sacro Cuore di Gesù, a Rocca di Papa, Roma, dal Superiore Generale dei Padre SMA, p. Antonio Porcellato, l'Assemblea promette di essere un momento di riflessione, dialogo e rinnovamento, mentre la SMA prosegue la sua missione nello spirito di unità e di servizio all'Africa e al mondo.<br />Al loro arrivo nel pomeriggio di sabato 17 maggio, i partecipanti hanno preso parte ad un'importante sessione di orientamento per familiarizzare con gli aspetti logistici e pratici del loro soggiorno. L'apertura ufficiale dell'Assemblea ha avuto luogo domenica 18 maggio, con una solenne celebrazione eucaristica.<br />Nel suo discorso inaugurale il Superiore Generale ha sottolineato il carattere storico e in continua evoluzione della SMA. In particolare, 33 membri partecipano per la prima volta e, per la prima volta nella storia della Società, la maggioranza dei delegati è di origine africana. L'età media dei partecipanti è di 51 anni, a dimostrazione di un mix dinamico di esperienza e nuova energia all'interno della SMA. Padre Porcellato ha sottolineato l'ascolto come atteggiamento spirituale fondamentale per l'Assemblea, definendolo il fondamento del discernimento condiviso. L'Eucaristia di apertura è stata il momento culminante della giornata, durante la quale sono state offerte a Dio le intenzioni della SMA confermando l'identità missionaria fondamentale della SMA: messa a parte per annunciare il Vangelo in Africa, con l'Africa e dall'Africa.<br />Nella nota di Dominic Wabwireh, di SMA International, si legge che l'Assemblea durerà tre settimane, mosse da un tempo di grazia, pianificazione strategica e rinnovamento, mentre la SMA valuta la propria missione e guarda al futuro.<br /><br />Nei giorni si susseguiranno discussioni in piccoli gruppi che offrono ai partecipanti l'opportunità di condividere le loro aspettative per l'Assemblea e di riflettere sui contributi che sperano di apportare alla missione collettiva. Al centro dell'ordine del giorno la revisione del Manuale dell'Assemblea Generale, documento fondamentale che delinea le regole, il programma e la struttura delle prossime settimane. “Il manuale è essenzialmente un quadro guida approvato dai membri dell'Assemblea per facilitare l'intero processo", ha spiegato il Segretario Generale della SMA, p. Emmanuel Dim. "Contiene il calendario, il programma e le varie regole che disciplinano lo svolgimento dell'Assemblea Generale. Ecco perché è essenziale che tutti i membri siano d'accordo su di esso, per garantire il corretto svolgimento della stessa”.<br /><br />Obiettivo dei delegati della SMA è fare di questa Assemblea non solo un momento di governo e di pianificazione, ma una vera espressione di comunione nella missione.<br /> <br />Tue, 20 May 2025 11:10:08 +0200ASIA/PAKISTAN - Il Cardinale Coutts: "Per la pace in Kashmir riscopriamoci figli dell'unica madre India"https://www.fides.org/it/news/76381-ASIA_PAKISTAN_Il_Cardinale_Coutts_Per_la_pace_in_Kashmir_riscopriamoci_figli_dell_unica_madre_Indiahttps://www.fides.org/it/news/76381-ASIA_PAKISTAN_Il_Cardinale_Coutts_Per_la_pace_in_Kashmir_riscopriamoci_figli_dell_unica_madre_IndiaRoma - "In un momento di tensione, il nostro non può che essere un appello e una preghiera per la pace tra India e Pakistan. Riscopriamo le nostre radici: siamo fratelli perchè figli dell'unica madre, come diceva il Mahatma Gandhi": è quanto dice in un incontro con l’Agenzia Fides il Cardinale pakistano Joseph Coutts, Arcivescovo emerito di Karachi, che ha preso parte al Conclave e ha partecipato alla messa di inizio pontificato di Papa Leone XIV. Parlando con l’Agenzia Fides, il Cardinale afferma: "Oggi sentiamo l'urgenza di fare qualcosa per una autentica pace. Noi, come cittadini e come comunità religiose in India e Pakistan, possiamo promuovere, e ci impegneremo a farlo, una cultura di pace, per disinnescare gli odi, per disarmare i cuori ed educare al perdono la gente comune. I nostri leder politici, poi, dovrebbero fare qualcosa di concreto nel senso di un accordo, dato che la questione del Kashmir è politica, mentre i governi delle due nazioni continuano a incolparsi reciprocamente e ad alimentare il muro contro muro".<br />A livello storico, ricorda il Cardinale Coutts, la questione risale al tempo dell’indipendenza dall'Impero britannico: "La popolazione del Kashmir, musulmana, non voleva essere parte dell'India. A quel tempo si disse che i cittadini potevano scegliere: se musulmani, essere parte del Pakistan, se indù essere cittadini dell’India. Ma per il Kashmir non fu così perchè il raja di quel regno scelse l'India, pur andando in senso contrario rispetto al desiderio della popolazione del Kashmir e a come si stava configurando la situazione generale. Da lì sorse la conflittualità".<br />"Allora – dice il Porporato - eravamo veramente fratelli, un unico popolo che lottò insieme per la libertà dal giogo coloniale. Quella fraternità oggi è da riscoprire e rappresenta la via per costruire una pace giusta e duratura per il futuro. Bisogna tornare alle parole del Mahatma Gandhi che diceva: per duemila anni abbiamo vissuto insieme come unico popolo, siamo tutti figli di un'unica madre, la madre India. Ma oggi Gandhi è dimenticato e nemmeno si studia nelle scuole", nota con una certa amarezza.<br />"Il nazionalismo politico – prosegue Coutts - ha complicato la situazione in tutti questi anni; gli scontri e le guerre hanno acceso le tensioni tra popoli che condividono la stessa storia e cultura. Questo ci fa capire quanto sia insensata quella guerra. Allora si vollero creare due nazioni che dessero uguali diritti a tutti i cittadini e vivessero in pace. I leader protagonisti del processo di indipendenza, Mohammad Ali Jinnah, Mohandas Gandhi e Jawaharlal Nehru immaginavano due nazioni sorelle. Torniamo a quel desiderio. Oggi siamo chiamati a vivere insieme come buoni vicini".<br />Il Cardinale Coutts ricorda il suo motto episcopale che è “Armonia”: "Vorrei riferirlo sia alle relazioni all’interno del Pakistan, come frutto del dialogo interreligioso e interculturale e del coltivare rapporti di benevolenza tra comunità diverse; sia alle relazioni con l’esterno, in particolare con l’India: il nostro auspicio è che possiamo costruire ponti, stringerci la mano e riconciliarci, per vivere in armonia", conclude.<br /> Tue, 20 May 2025 09:40:48 +0200ASIA/TERRA SANTA - Il tempo sprecato tra promesse di pace tradite e stragi di innocentihttps://www.fides.org/it/news/76380-ASIA_TERRA_SANTA_Il_tempo_sprecato_tra_promesse_di_pace_tradite_e_stragi_di_innocentihttps://www.fides.org/it/news/76380-ASIA_TERRA_SANTA_Il_tempo_sprecato_tra_promesse_di_pace_tradite_e_stragi_di_innocentidi padre Ibrahim Faltas ofm* <br /><br />Gerusalemme - "A Gaza i bambini, le famiglie, gli anziani sopravvissuti sono ridotti alla fame”<br /> Leone XIV ha ricordato la sofferenza di Gaza dopo il Regina Coeli della domenica in cui è iniziato il suo Ministero Petrino, in una piazza San Pietro affollata da migliaia di fedeli e alla presenza di Capi di Stato, di Regnanti e rappresentanti di Paesi provenienti da tutto il mondo.<br />Prima, durante l'omelia, il Santo Padre aveva affermato che amore e unità sono i punti di partenza della missione affidata a Pietro da Gesù. Leone XIV ci indica la strada: la difesa della vita, fisica e spirituale, nasce dall'amore e dall'unità.<br /><br /> La vita in Terra Santa è sospesa fra promesse di soluzioni di pace e certezze di morte. A provocare morte e sofferenza non sono eventi e catastrofi imprevidibili ma mani e menti umane e senza scrupoli. <br />A Gaza sono morti 950 bambini nell'ultimo mese e 20.000 dall'inizio della guerra, si calcola che circa un milione di minorenni non hanno cibo, cure e istruzione.<br /><br />La sofferenza dei bambini della Terra Santa colpisce e fa soffrire il Santo Padre e chi rispetta la vita e il futuro dell'umanità. <br /><br />Tutti i bambini della Terra Santa soffrono: bambini palestinesi, israeliani, libanesi, siriani, musulmani, cristiani, ebrei, sono tutti sottoposti a gravi traumi fisici e morali. Le sofferenze dei bambini sono profonde e lasciano segni profondi.<br /> <br />Conosco bambini della Terra Santa che non riescono più a sorridere, a giocare, a mangiare perché soffrono per i loro coetanei di Gaza. <br />Chi soffre la fame non lo dimenticherà, sentirà l'umiliazione della mancanza di cibo anche quando avrà da mangiare. Dovrà passare molto tempo per ridare serenità a chi ha subito ferite e mutilazioni fisiche. <br /><br />Mentre i bambini soffrono, le armi continuano ad uccidere e gli aiuti non attraversano il confine. Mentre i bambini muoiono, in quello stesso tempo, non si trova la soluzione per fermare la violenza. <br />Il Santo Padre soffre per Gaza e conferma l'amore e l'unità come impegno missionario del popolo di Dio. I potenti del mondo hanno ascoltato in diretta il messaggio forte e semplice, umile e deciso del Papa: amore per l'umanità e unità nella ricerca della pace.<br /> Non si sprechi il tempo, non si perda tempo per non perdere la possibilità di salvare vite e la possibilità di dare speranza alle vite. Il tempo è prezioso, chi non ferma la violenza lo spreca senza amare. <br /><br />*Vicario della Custodia di TerrasantaTue, 20 May 2025 00:17:34 +0200VATICANO - Leone XIV: Una mia priorità la ricerca del ristabilimento della piena e visibile comunione tra i cristianihttps://www.fides.org/it/news/76378-VATICANO_Leone_XIV_Una_mia_priorita_la_ricerca_del_ristabilimento_della_piena_e_visibile_comunione_tra_i_cristianihttps://www.fides.org/it/news/76378-VATICANO_Leone_XIV_Una_mia_priorita_la_ricerca_del_ristabilimento_della_piena_e_visibile_comunione_tra_i_cristianiCittà del Vaticano - "La ricerca del ristabilimento della piena e visibile comunione tra tutti coloro che professano la medesima fede in Dio Padre e Figlio e Spirito Santo", così come ribadire il “no” alla guerra e alla corsa agli armamenti è tra "doveri primari del Vescovo di Roma". Lo ha detto Papa Leone XIV che questa mattina, nella Sala Clementina, ha incontrato le delegazioni Ecumeniche e Interreligiose che ieri erano presenti alla messa d'inizio pontificato .<br /><br />Tra di loro il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, il Patriarca della Chiesa greco-ortodossa di Gerusalemme, Theofilos III, e il Patriarca della Chiesa assira d’Oriente, Mar Awa III. Ed è proprio a loro che il Papa ha rivolto il suo primo pensiero: "La vostra presenza e la vostra preghiera sono per me di grande conforto e incoraggiamento".<br /><br />Ricordando l'impegno del suo predecessore per l'ecumenismo, Leone XIV ha fatto notare che la sua elezione è avvenuta mentre ricorre il 1700° anniversario del Primo Concilio Ecumenico di Nicea, un Concilio, ha sottolineato il Pontefice, che "rappresenta una tappa fondamentale per l’elaborazione del Credo condiviso da tutte le Chiese e Comunità ecclesiali. Mentre siamo in cammino verso il ristabilimento della piena comunione tra tutti i cristiani, riconosciamo che questa unità non può che essere unità nella fede. In quanto Vescovo di Roma, considero uno dei miei doveri prioritari la ricerca del ristabilimento della piena e visibile comunione tra tutti coloro che professano la medesima fede in Dio Padre e Figlio e Spirito Santo".<br /><br />Quella per l’unità, ha rivelato il Papa, "è sempre stata una mia costante preoccupazione, come testimonia il motto che ho scelto per il ministero episcopale: In Illo uno unum, un’espressione di Sant’Agostino di Ippona che ricorda come anche noi, pur essendo molti, «in Quell’unico – cioè Cristo – siamo uno» . La nostra comunione si realizza, infatti, nella misura in cui convergiamo nel Signore Gesù". <br /><br />"Più siamo fedeli e obbedienti a Lui, più siamo uniti tra di noi. Perciò, come cristiani, siamo tutti chiamati a pregare e lavorare insieme per raggiungere passo dopo passo questa meta, che è e rimane opera dello Spirito Santo", ha proseguito il Pontefice aggiungendo: "Il nostro cammino comune può e deve essere inteso anche in un senso largo, che coinvolge tutti. Oggi è tempo di dialogare e di costruire ponti". <br /><br />Da qui l'importanza dei rappresentanti di altre tradizioni religiose, "che condividono la ricerca di Dio e della sua volontà, che è sempre e solo volontà d’amore e di vita per gli uomini e le donne e per tutte le creature". Loro in primis sono "stati testimoni dei notevoli sforzi compiuti da Papa Francesco in favore del dialogo interreligioso". <br /><br />Un pensiero particolare Papa Leone lo ha rivolto "ai fratelli e alle sorelle ebrei". Citando il numero 4 della Dichiarazione conciliare Nostra aetate, il Pontefice ha sottolineato: "Il dialogo teologico tra cristiani ed ebrei rimane sempre importante e mi sta molto a cuore. Anche in questi tempi difficili, segnati da conflitti e malintesi, è necessario continuare con slancio questo nostro dialogo così prezioso". <br /><br />Stessa attenzione è stata data dal Vescovo di Roma ai "fratelli musulmani", con i quali c'è stato "un crescente impegno per il dialogo e la fraternità". Citando nuovamente la Nostra aetate, Leone XIV ha ribadito che un "approccio, fondato sul rispetto reciproco e sulla libertà di coscienza, rappresenta una solida base per costruire ponti tra le nostre comunità".<br /><br />Ed è proprio verso il costruire ponti che portino alla pace deve convergere il contributo di tutte le "tradizioni religiose. In un mondo ferito dalla violenza e dai conflitti, ognuna delle comunità qui rappresentate reca il proprio apporto di saggezza, di compassione, di impegno per il bene dell’umanità e la salvaguardia della casa comune. Sono convinto che, se saremo concordi e liberi da condizionamenti ideologici e politici, potremo essere efficaci nel dire 'no' alla guerra e 'sì' alla pace, 'no' alla corsa agli armamenti e 'sì' al disarmo, 'no' a un’economia che impoverisce i popoli e la Terra e 'sì' allo sviluppo integrale", ha concluso il Papa. <br />Mon, 19 May 2025 13:02:12 +0200ASIA/HONG KONG - Cardinale Chow: Papa Leone è stato diverse volte in Cina e conosce bene la cultura e la realtà cinesehttps://www.fides.org/it/news/76377-ASIA_HONG_KONG_Cardinale_Chow_Papa_Leone_e_stato_diverse_volte_in_Cina_e_conosce_bene_la_cultura_e_la_realta_cinesehttps://www.fides.org/it/news/76377-ASIA_HONG_KONG_Cardinale_Chow_Papa_Leone_e_stato_diverse_volte_in_Cina_e_conosce_bene_la_cultura_e_la_realta_cineseRoma – Prima di divenire Successore di Pietro, Robert Francis Prevost “si è recato in Cina più di una volta, e ha conosciuto la cultura e la realtà cinese”. Lo riferisce il Cardinale gesuita Stephen Chow Sau-yan, Vescovo di Hong Kong, in una video-intervista rilasciata al Kung Kao Pao, bollettino settimanale della diocesi di Hong Kong dopo l’elezione di Papa Leone XIV. <br /><br />La video-intervista è pubblicata sul sito del bollettino diocesano . Inoltre - racconta il Cardinale Chow - “Come nel passato aveva fatto il Cardinale John Tong, Vescovo emerito di Hong Kong, che ha portato una statua della Nostra Signora di Sheshan a Papa Francesco, seguendo il suo esempio, anche io ho regalato una piccola statua della Nostra Signora di Sheshan al nuovo Papa, implorandolo di non dimenticare la Chiesa in Cina e il popolo cinese. Lui ha annuito per dire che non dimenticherà la Chiesa e il popolo cinese. Credo – ha aggiunto il porporato gesuita - che vorrà volentieri continuare la direzione seguita da Papa Francesco...”. <br /><br />Il Vescovo Stephen Chow è stato creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 30 settembre 2023 insieme all’allora Arcivescovo Prevost. <br /><br />Il Cardinale Chow ha espresso anche il suo desiderio di aiutare il Papa soprattutto nel dare voce ai deboli. È fiducioso che il Pontefice “terrà conto della multiculturalità dell'Asia. Si è recato in Cina più di una volta e ha conosciuto la cultura e la realtà cinese. Si dice che condivide l'approccio di Papa Francesco sulla Cina, che comprende la comunicazione e il dialogo”.<br /><br />“Papa Leone XIV era l'uomo che i Cardinali ritenevano buono per la Chiesa e per il mondo”. E con grande gioia, “i Cardinali hanno scelto un Papa che ascolta volentieri”.<br /><br />Per il futuro, il Cardinal Chow ha ribadito il “desiderio di collaborare alla missione del Papa” a partire da “Hong Kong, dove insieme ai laici accompagneremo soprattutto gli emarginati e i deboli, ascoltando le loro difficoltà e le loro grida, proprio come fa il nuovo Papa”. (Agenzia Fides 19/05/2025)<br />Mon, 19 May 2025 11:55:23 +0200AFRICA/CAMERUN - “Don Mbaibarem è libero ed è in buone condizioni fisiche” dice l’Arcivescovo di Garouahttps://www.fides.org/it/news/76376-AFRICA_CAMERUN_Don_Mbaibarem_e_libero_ed_e_in_buone_condizioni_fisiche_dice_l_Arcivescovo_di_Garouahttps://www.fides.org/it/news/76376-AFRICA_CAMERUN_Don_Mbaibarem_e_libero_ed_e_in_buone_condizioni_fisiche_dice_l_Arcivescovo_di_GarouaYaoundé – Dopo otto giorni di prigionia è stato liberato don Valentin Mbaibarem, parroco della chiesa di San Giovanni Battista a Madingring, rapito il 7 maggio insieme ad altre 5 persone lungo la strada tra Guidjiba e Tcholliré . “Don Mbaibarem è stato liberato nella notte tra il 15 e il 16 maggio” dice all’Agenzia Fides Mons. Faustin Ambassa Ndjodo, Arcivescovo di Garoua. "È in buone condizioni fisiche ma ad ogni buon conto è stato visitato da un medico. Vedremo se ne prossimi giorni avrà bisogno di assistenza psicologica” aggiunge. “Si è trattata di un’esperienza dura” continua l’Arcivescovo. “Don Mbaibarem, infatti è stato l’ultimo dei sei ostaggi ad essere rilasciato dai sequestratori. Quattro sono stati liberati nei giorni precedenti la liberazione del sacerdote, mentre un quinto è deceduto mentre era ancora nelle mani dei rapitori ”. “Quest’ultimo aveva dei problemi di salute. I rapitori hanno costretto gli ostaggi a marce forzate nella foresta. Visto che questa persona, un insegnante, non riusciva a tenere il passo con gli altri, i banditi lo hanno picchiato per costringerlo a camminare. Alla fine purtroppo il suo fisico non ha retto a questa situazione”.<br />Sulla stampa locale erano apparse notizie su una richiesta di riscatto per il prete. “Come Arcidiocesi non abbiamo pagato nessuna somma per il rilascio del nostro sacerdote. Non so se altri lo abbiamo fatto” afferma Mons. Ambassa Ndjodo.<br />Nel comunicato dell’Arcidiocesi di Garoua con il quale è stata annunciata la liberazione di don Mbaibarem, l’Arcivescovo “ringrazia tutte le persone che hanno pregato per la liberazione del sacerdote e invoca la benedizione del Signore su tutti quelli che hanno operato a questo scopo”. <br />Mon, 19 May 2025 11:38:38 +0200ASIA/INDIA - Il Cardinale Gracias: "Tra India e Pakistan è l'ora della pace"https://www.fides.org/it/news/76375-ASIA_INDIA_Il_Cardinale_Gracias_Tra_India_e_Pakistan_e_l_ora_della_pacehttps://www.fides.org/it/news/76375-ASIA_INDIA_Il_Cardinale_Gracias_Tra_India_e_Pakistan_e_l_ora_della_paceRoma - “E’ l’ora della pace. E’ ora di porre fine ad antichi rancori. Il nostro è un accorato appello di pace per il Kashmir. Auspichiamo un accordo completo e definitivo che sarebbe importante non solo per India e Pakistan ma per la pace nel mondo”, dichiara all’Agenzia Fides il Cardinale Oswald Gracias, arcivescovo emerito di Mumbai, tra i cardinali che hanno preso parte alle congregazioni generali prima del Conclave e alla messa di inizio pontificato di Leone XIV. Il cardinale ricorda le parole di Papa Leone al suo primo Regina Coeli: "Ho accolto con soddisfazione l'annuncio del cessate il fuoco tra India e Pakistan e auspico che attraverso i prossimi negoziati si possa presto giungere a un accordo durevole" ha detto il pontefice.<br />Il cardinale Gracias spiega a Fides il rapporto tra le due nazioni divise della partizione dopo l'indipendenza dall'Impero britannico: “Siamo fratelli, stessa cultura, tradizioni, pensieri, sentimenti. Tanto più è importante sedersi e guardare negli occhi per cercare di affrontare tramite il dialogo il nodo della regione del Kashmir, che ci fa soffrire fin dai tempi dell'indipendenza ”, rileva. “E’ un'antica disputa territoriale che ha causato guerre, lutti e sofferenze. Ora sono passati tanti anni e oggi i leader politici dovrebbero avere il coraggio della pace, una pace giusta e durevole. Bisogna buttarsi alle spalle odi, rancori e rivendicazioni e trovare un accordo per il bene dei nostri popoli e dell'intera umanità", dice. <br />Secondo il cardinale "una nuova guerra tra le due potenze nucleari potrebbe infatti avere effetti disastrosi per il mondo". Per questo, nota, "è interesse della comunità internazionale proporre e organizzare una mediazione" che "in questo frangente appare necessaria, e che può coinvolgere le grandi potenze come Usa e Cina o essere gestita dalle istituzioni internazionali, come in sede Onu". “Comunque - sottolinea il Cardinale indiano - è urgente uno sforzo diplomatico , che sia inteso dalle parti come neutrale”. <br />Nella disputa sul Kashmir, ricorda il cardinale, esiste anche “un fattore religioso" che è stato influente fin dall'inizio. “Il Kashmir è una regione a maggioranza musulmana e l'India è una nazione a maggioranza indù, un fattore che ha pesato nei processi storici, sociali e politici della contesa. Ma è compito dei leader oggi abbandonare derive di nazionalismo religioso e promuovere una pace con realismo. Questo è il nostro auspicio”. <br />“E, perché no – conclude - anche la Santa Sede, un attore 'terzo' anche sul piano religioso, potrebbe essere tra quanti che facilitano il dialogo e la mediazione”.<br /> Mon, 19 May 2025 11:34:33 +0200AMERICA/PARAGUAY - In un’atmosfera di festa, gioia e gratitudine le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno celebrato 125 anni di presenza nel paesehttps://www.fides.org/it/news/76374-AMERICA_PARAGUAY_In_un_atmosfera_di_festa_gioia_e_gratitudine_le_Figlie_di_Maria_Ausiliatrice_hanno_celebrato_125_anni_di_presenza_nel_paesehttps://www.fides.org/it/news/76374-AMERICA_PARAGUAY_In_un_atmosfera_di_festa_gioia_e_gratitudine_le_Figlie_di_Maria_Ausiliatrice_hanno_celebrato_125_anni_di_presenza_nel_paeseAsunción – Il 29 aprile 2025, nel Santuario Maria Ausiliatrice di Asunción, le FMA, insieme ai giovani, ai laici e alla Famiglia Salesiana, hanno vissuto una giornata ricca di emozioni e di fede nella celebrazione dei 125 anni dall’arrivo delle prime nove FMA che, con grande fervore e spirito apostolico, giunsero in Paraguay il 30 aprile 1900 per dedicarsi all’educazione dell’infanzia.<br />“Le prime nove missionarie giunte in Paraguay, mosse dall’ardore missionario che Cristo ispirò a Don Bosco e Madre Mazzarello, sentirono la passione e il desiderio ardente di condividere la fede… espressione di autentica intimità con Lui, per essere autentica e vera luce che illumina il cammino e conduca alla salvezza” ha detto don Néstor Ledesma, Ispettore dei Salesiani di Don Bosco dell’Ispettoria Maria SS.Assunta , ha espresso nell’omelia per la solenne Celebrazione Eucaristica. Queste prime sorelle, come luce di Cristo, non solo hanno mostrato il cammino, ma furono e sono la forza potente che trasforma i cuori e attrae a Dio le persone.”<br /><br />L’evento – si legge nella nota diffusa dalle FMA – è stato vissuto in un’atmosfera di festa, gioia e gratitudine, celebrando insieme l’eredità salesiana di educazione, fede e speranza.<br /><br />Diverse congregazioni religiose del Paraguay hanno accompagnato la celebrazione, manifestando la loro vicinanza e gioia per questo traguardo storico. Hanno partecipato anche rappresentanti delle Comunità FMA di tutto il Paese, in un’atmosfera di profonda comunione.<br /><br />Questo anniversario non ha avuto natura esclusivamente religiosa ma anche un grande impatto a livello comunale e nazionale. Infatti, la Giunta comunale di Asunción lo ha dichiarato di interesse della città, valorizzando l’impegno educativo ed evangelizzatore delle FMA, mentre la Camera dei Deputati ne ha sottolineato l’interesse nazionale e culturale, riconoscendo il contributo delle missionarie allo sviluppo integrale della gioventù paraguaiana. Non sono mancati i saluti del Cardinale Adalberto Martínez Flores, Arcivescovo Metropolita di Asunción e dell’Ispettrice Ángeles Grassi, a nome dell’Ispettoria Immacolata Concezione dell’Uruguay.<br /> <br />Mon, 19 May 2025 11:25:21 +0200ASIA/INDONESIA - Il secondo nativo della Papua (e primo agostiniano dell’Indonesia) ordinato Vescovo: la Diocesi di Timika ha un nuovo pastorehttps://www.fides.org/it/news/76373-ASIA_INDONESIA_Il_secondo_nativo_della_Papua_e_primo_agostiniano_dell_Indonesia_ordinato_Vescovo_la_Diocesi_di_Timika_ha_un_nuovo_pastorehttps://www.fides.org/it/news/76373-ASIA_INDONESIA_Il_secondo_nativo_della_Papua_e_primo_agostiniano_dell_Indonesia_ordinato_Vescovo_la_Diocesi_di_Timika_ha_un_nuovo_pastoreTimika – Una settimana di preghiera e di festa. Così la Diocesi di Timika ha celebrato l’arrivo del nuovo Vescovo, Bernardus Bofitwos Baru, insediatosi in Cattedrale dopo cinque anni di sede vacante . Un momento importante per la Chiesa locale: Baru, infatti, è il secondo nativo della Papua a ricevere l’ordinazione episcopale, dopo il Vescovo della Diocesi di Jayapura, Yanuarius Natopai Tu, ordinato nel febbraio 2023. Non solo: è anche il primo agostiniano ad essere nominato vescovo in Indonesia.<br /><br />La consacrazione, accompagnata da canti e danze tradizionali, è avvenuta mercoledì scorso, 14 maggio, per l’imposizione delle mani del Nunzio Apostolico in Indonesia, l’arcivescovo Piero Pioppo, nella chiesa Cattedrale dei Re Magi a Timika. <br /><br />Al rito hanno partecipato 33 vescovi e circa 10mila fedeli cattolici. Presenti anche le autorità locali, tra cui il governatore della Papua sud-occidentale Elisa Kambu. "Questa ordinazione è un segno della grande attenzione della Santa Sede verso i fedeli cattolici in Papua", ha affermato il Nunzio Apostolico, rinnovando poi l’impegno della Chiesa locale nel promuovere la pace nella regione.<br /><br />Nel suo primo messaggio da Vescovo, Baru ha ringraziato i fedeli e annunciato quelli che saranno i punti saldi del suo ministero episcopale: ascolto, dialogo, collaborazione. "Possiamo continuare ciò che è già stato iniziato dal primo Vescovo di Timika, John Philip Saklil. Le nostre relazioni devono essere fondate sull'amore, l'amicizia e la condivisione umana. Siamo chiamati a diventare porte gli uni per gli altri", ha aggiunto, esortando i fedeli a cooperare con le tradizioni indigene e le autorità locali così da poter raggiungere la pace nell’area. <br /><br />All’indomani della consacrazione episcopale, il Vescovo Baru ha celebrato il suo primo pontificale nella Cattedrale dei Re Magi a Timika. Durante la celebrazione i sacerdoti, diocesani e religiosi che svolgono il loro ministero in questa terra, hanno rinnovato le loro promesse sacerdotali. <br />Mon, 19 May 2025 10:48:48 +0200VATICANO - La liberazione da antiche e nuove schiavitù al centro del terzo appuntamento del ciclo giubilare “Cammini di speranza”https://www.fides.org/it/news/76371-VATICANO_La_liberazione_da_antiche_e_nuove_schiavitu_al_centro_del_terzo_appuntamento_del_ciclo_giubilare_Cammini_di_speranzahttps://www.fides.org/it/news/76371-VATICANO_La_liberazione_da_antiche_e_nuove_schiavitu_al_centro_del_terzo_appuntamento_del_ciclo_giubilare_Cammini_di_speranzaCittà dl Vaticano - “Noi missionari siamo chiamati a metterci in cammino per essere artigiani di speranza e «restaurare» le persone che sono state colpite nella loro dignità e libertà”. A parlare è Suor Maria Rosa Venturelli, delle Suore Missionarie Comboniane , che giovedì 15 maggio ha introdotto il terzo appuntamento del ciclo “Cammini di speranza” nella missione ad gentes dal tema “Il cammino della liberazione dalle antiche e nuove schiavitù”. <br /><br />L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra la Pontificia Unione Missionaria ed il Segretariato Unitario di Animazione Missionaria del Lazio è un percorso di spiritualità missionaria nell’Anno Giubilare che culminerà ad ottobre con il Giubileo della Missione . Protagoniste di questo terzo appuntamento, come di tutti quelli in calendario, sono state le testimonianze. <br />Ad aprire l’incontro nella Basilica romana dei Santi XII Apostoli è stato Padre Marc Nsanzurwimo, DEI Missionari d’Africa , che ha affrontato il tema da un punto di vista storico soffermandosi sulla imponente campagna contro la schiavitù voluta fortemente da Papa Leone XIII e da lui affidata al Cardinale Lavigerie, Arcivescovo di Algeri. “Verso il XIX secolo Papa Leone XIII prese l'iniziativa di porre fine alla schiavitù in Africa. Affidò questo delicato compito al Cardinale Charles Lavigerie, Arcivescovo di Algeri, e lui lanciò un'immensa campagna contro la schiavitù, coinvolgendo influenti leader politici e della Chiesa e altri attori in Europa e su entrambe le sponde del Mar Mediterraneo - ha sottolineato padre Nsanzurwimo nella sua relazione -. La sua strategia fu quella di organizzare un grande tour nelle grandi capitali europee, tenendo conferenze e coinvolgendo i mass media”. <br /><br />Padre Prosper Harelimana, Coordinatore per i temi riguardanti la Giustizia, la Pace, l'Integrità del Creato, Incontro e Dialogo dei Padri Bianchi ha invece tratteggiato a grandi linee lo stato attuale della schiavitù: “A volte ci viene fatto credere che la schiavitù sia qualcosa del passato. Eppure, oggi in tutto il mondo, circa 50 milioni di persone vivono in schiavitù, specialmente le donne e i bambini“ ha raccontato. “Noi come Padri Bianchi lavoriamo insieme ad organizzazioni governative, non governative e religiose ed altre persone di buona volontà. Ad esempio, in Uganda è stato istituito un progetto per incontrare, dialogare e ascoltare le vittime della tratta di esseri umani”. <br /><br />La “Tutela e cura delle persone vulnerabili nel contesto missionario” è stato l’altro tema affrontato durante l’incontro, la cui moderazione e riflessioni finali sono state curate da padre Dinh Anh Nhue Nguyen Ofm Conv, segretario generale della Pontificia Unione Missionaria.<br /><br />Padre Romuald Uzabumwana, SAC, ha condiviso l’esperienza dei Padri Pallottini, presenti in undici Paesi africani. “Quando si va in missione s’incontrano i bambini e le persone in difficoltà, che sono appunto i soggetti più vulnerabili" ha affermato padre Uzabumwana, che nella sua relazione ha anche analizzato le diverse forme di abuso. "La tutela e la cura delle persone vulnerabili" ha aggiunto "sono al centro della missione della Chiesa e noi missionari siamo invitati ad essere “olio” della consolazione e “vino” della speranza con queste persone afflitte nel corpo e nello spirito, proprio come ci ha ricordato Papa Francesco nel messaggio della Giornata Missionaria Mondiale 2025” . <br />Prossimo appuntamento in programma il 16 settembre sul tema “Il cammino di ridonare dignità divina a ogni persona e creatura”.<br /> Mon, 19 May 2025 12:53:09 +0200Papa Leone: una Chiesa unita e missionaria diventi “lievito” di concordia per l’umanitàhttps://www.fides.org/it/news/76372-Papa_Leone_una_Chiesa_unita_e_missionaria_diventi_lievito_di_concordia_per_l_umanitahttps://www.fides.org/it/news/76372-Papa_Leone_una_Chiesa_unita_e_missionaria_diventi_lievito_di_concordia_per_l_umanitaCittà del Vaticano - «Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te». Papa Leone XIV guarda la moltitudine raccolta in Piazza San Pietro, con pellegrini giunti da tutto il mondo per stargli vicino nella liturgia d’inizio del suo ministero Petrino come Vescovo di Roma. Guarda il popolo, i rappresentanti delle delegazioni ufficiali, quelli delle Chiese sorelle e delle altre comunità di fede, e all’inizio della sua omelia ripete la frase con cui Sant’Agostino ha espresso con parole ineguagliate il suo desiderio del Paradiso, della felicità per sempre.<br />Prima della della solenne liturgia eucaristica, celebrata sul sagrato della Basilica Vaticana, Papa Leone, con i Patriarchi delle Chiese orientali, è sceso a pregare presso la tomba di San Pietro, e ha incensando il Trophaeum Apostolico. <br />Nel corso della Celebrazione Eucaristica, hanno luogo i riti dell’inizio del pontificato. Il Cardinale Mario Zenari impone al Pontefice il Pallio. Il Cardinale Luis Antonio Tagle gli consegna l’Anello del Pescatore. <br />Nell’omelia, dopo aver citato Sant’Agostino, Papa Leone delinea con parole semplici e chiare la missione che attende lui e tutta la Chiesa in un mondo lacerato e dolente.<br /> <br />Il “tempo intenso” degli ultimi giorni<br /><br />La morte di Papa Francesco - ricorda il Vescovo di Roma ripercorrendo quello che definisce il «tempo intenso» vissuto negli ultimi giorni - «ha riempito di tristezza il nostro cuore». Sono state «ore difficili» in cui «ci siamo sentiti come quelle folle di cui il Vangelo dice che erano ‘come pecore senza pastore’». Ma proprio «nel giorno di Pasqua abbiamo ricevuto la sua ultima benedizione e, nella luce della Risurrezione, abbiamo affrontato questo momento nella certezza che il Signore non abbandona mai il suo popolo, lo raduna quando è disperso e “lo custodisce come un pastore il suo gregge”». In Conclave, i Cardinali arrivati «da storie e strade diverse» hanno posto «nelle mani di Dio il desiderio di eleggere il nuovo successore di Pietro, il Vescovo di Roma, un pastore capace di custodire il ricco patrimonio della fede cristiana e, al contempo, di gettare lo sguardo lontano, per andare incontro alle domande, alle inquietudini e alle sfide di oggi».<br /><br />L’Amore di Dio viene prima<br /><br />«Sono stato scelto senza alcun merito» ricorda Papa Leone «e con timore e tremore, vengo a voi come un fratello che vuole farsi servo della vostra fede e della vostra gioia, camminando con voi sulla via dell’amore di Dio, che ci vuole tutti uniti in un’unica famiglia». Perché «Amore e unità» sono «le due dimensioni della missione affidata a Pietro da Gesù». <br />La missione affidata da Cristo a Pietro e ai primi discepoli - rimarca Papa Prevost, riferendosi al brano del Vangelo scelto per la Liturgia - è quella «ricevuta dal Padre: “pescare” l’umanità per salvarla dalle acque del male e della morte». E Pietro - ricorda il Vescovo di Roma, suo Successore, richiamando il mistero di predilezione a cui attinge anche il ministero ora affidato a lui - può «portare avanti» questo compito «Solo perché ha sperimentato nella propria vita l’amore infinito e incondizionato di Dio, anche nell’ora del fallimento e del rinnegamento». Solo «se hai conosciuto e sperimentato questo amore di Dio, che non viene mai meno» insiste Papa Prevost, ricordando la domanda “Simone, mi ami tu?” Rivolta per tre volte da Cristo allo stesso Pietro - «potrai pascere i miei agnelli; solo nell’amore di Dio Padre potrai amare i tuoi fratelli con un “di più”, cioè offrendo la vita per i tuoi fratelli». <br />A Pietro è affidato da Cristo stesso «il compito di “amare di più” e di donare la sua vita per il gregge». Lo stesso a cui sono chiamati i suoi Successori, «perché - prosegue Papa Leone - la Chiesa di Roma presiede nella carità, e la sua vera autorità è la carità di Cristo». Per questo «Non si tratta mai di catturare gli altri con la sopraffazione, con la propaganda religiosa o con i mezzi del potere, ma si tratta sempre e solo di amare come ha fatto Gesù». <br />Cristo stesso - dice Papa Prevost, citando l’Apostolo Pietro negli Atti degli Apostoli - è la pietra «scartata dai costruttori» e divenuta «la pietra d’angolo», su cui viene edificata la Chiesa. E se «la pietra è Cristo, Pietro deve pascere il gregge senza cedere mai alla tentazione di essere un condottiero solitario o un capo posto al di sopra degli altri, facendosi padrone delle persone a lui affidate». Al contrario, - prosegue il nuovo Vescovo di Roma - «a lui è richiesto di servire la fede dei fratelli, camminando insieme a loro»<br /><br />La Chiesa unita, per il bene del mondo <br /><br />L’unità della Chiesa - chiede Papa Leone a fratelli e sorelle «vorrei che fosse il nostro primo grande desiderio». Una «Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato». <br />Il tempo presente - riconosce Papa Prevost - è lacerato da «troppa discordia, troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri». E in «questa pasta» i cristiani sono chiamati a essere «un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità». Sono chiamati «a dire al mondo, con umiltà e con gioia: guardate a Cristo! Avvicinatevi a Lui! Accogliete la sua Parola che illumina e consola! Ascoltate la sua proposta di amore per diventare la sua unica famiglia: nell’unico Cristo siamo uno», esorta il Pontefice, ripetendo la frase di Sant’Agostino da lui scelta come motto episcopale. Così indica quale è«la strada da fare insieme, tra di noi ma anche con le Chiese cristiane sorelle, con coloro che percorrono altri cammini religiosi, con chi coltiva l’inquietudine della ricerca di Dio, con tutte le donne e gli uomini di buona volontà, per costruire un mondo nuovo in cui regni la pace». <br /><br />La “Chiesa missionaria” che si lascia inquietare dalla storia<br /><br />Lo «spirito missionario» - prosegue Papa Leone - è quello che può animare tutti, evitando di «chiuderci dentro il nostro piccolo gruppo» o di «sentirci superiori al mondo». Perché «siamo chiamati a offrire a tutti l’amore di Dio», per veder fiorire «quell’unità che non annulla le differenze, ma valorizza la storia personale di ciascuno e la cultura sociale e religiosa di ogni popolo».<br />Quella che può crescere «con la luce e la forza dello Spirito Santo» è proprio «una Chiesa missionaria, che apre le braccia al mondo, che annuncia la Parola, che si lascia inquietare dalla storia, e che diventa lievito di concordia per l’umanità. Insieme, come unico popolo, come fratelli tutti» esorta Papa Prevost, concludendo l’omelia «camminiamo incontro a Dio e amiamoci a vicenda tra di noi». <br />A conclusione della Messa, e prima di intonare la preghiera del Regina Caeli, Papa Prevost ha anche confidato di aver «sentito forte» durante la Messa «la presenza spirituale di Papa Francesco, che dal cielo ci accompagna. In questa dimensione di comunione dei santi» ha aggiunto «ricordo che ieri a Chambéry, in Francia, è stato beatificato il sacerdote Camille Costa de Beauregard, vissuto tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, testimone di grande carità pastorale». Il Vescovo di Roma ha rivolto il suo pensiero anche ai «fratelli e le sorelle che soffrono a causa delle guerre», a cominciare da quelli della Striscia di Gaza, dove «i bambini, le famiglie, gli anziani sopravvissuti - ha affermato - sono ridotti alla fame». Poi ha ricordato il Myanmar, dove «nuove ostilità hanno spezzato giovani vite innocenti» e la «martoriata Ucraina», che «attende finalmente negoziati per una pace giusta e duratura». Sun, 18 May 2025 17:17:28 +0200