OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - Peter To Rot sarà canonizzato il 19 ottobre, il vicepostulatore: “È il Santo di cui la Chiesa ha bisogno in questi tempi”

venerdì, 13 giugno 2025

di Fabio Beretta

Port Moresby (Agenzia Fides) – Peter To Rot, il primo Santo della Papua Nuova Guinea (vedi Fides 31/3/2025), sarà canonizzato il 19 ottobre 2025, domenica in cui si celebrerà la 99ma Giornata Missionaria Mondiale. Lo ha deciso oggi Papa Leone XIV, durante la celebrazione del suo primo Concistoro Ordinario Pubblico. Un Concistoro, svoltosi in Vaticano, che era stato annunciato a marzo scorso da Papa Francesco mentre era ricoverato al Gemelli a causa di una polmonite bilaterale.

"Il Papa ha decretato che il Beato Pier Giorgio Frassati, insieme al Beato Carlo Acutis, siano iscritti all’Albo dei Santi domenica 7 settembre 2025, mentre i Beati Ignazio Choukrallah Maloyan, Peter To Rot, Vincenza Maria Poloni, Maria del Monte Carmelo Rendiles Martínez, Maria Troncatti, José Gregorio Hernández Cisneros e Bartolo Longo siano iscritti all’Albo dei Santi domenica 19 ottobre 2025", si legge nel bollettino diffuso della Santa Sede al termine del Concistoro.

Catechista-martire, To Rot rappresenta, come ha detto a Fides padre Tomas Ravaioli, missionario dell’Istituto del Verbo Incarnato (IVE) e vicepostulatore, “una bussola a cui guardare” in questi tempi in cui “il matrimonio e la famiglia sono attaccati e subiscono ogni tipo di distorsione”. E “Papa Francesco voleva canonizzarlo già durante il Viaggio Apostolico del settembre 2024 nel nostro Paese”.

Nell’intervista che segue, il vicepostulatore spiega anche le tante difficoltà che sono state riscontrate per certificare il miracolo e perché è stata chiesta la dispensa.

Peter To Rot fu martirizzato con un’iniezione di veleno letale, in prigione. Cosa spinse i suoi carcerieri ad assassinarlo?
Durante l’invasione giapponese della Papua Nuova Guinea nella Seconda Guerra Mondiale, i giapponesi cercarono di guadagnarsi il favore e l’amicizia della popolazione locale. Per farlo, legalizzarono la poligamia, che in precedenza era stata proibita dai missionari cattolici. Di conseguenza, molti uomini iniziarono a praticare questa usanza. Peter To Rot, che all’epoca aveva poco più di 30 anni, si oppose con forza a questa legge infame. Predicava con tutto il suo fervore l’unità e l’indissolubilità del matrimonio, sottolineandole come le caratteristiche del sacramento matrimoniale voluto da Dio. Riuscì a convincere molte giovani donne, che erano state prese come “seconde mogli”, a fuggire dagli uomini che le avevano costrette in quella condizione. Questo, comprensibilmente, gli attirò molti nemici. E molti di questi nemici erano uomini di potere. Riuscirono a farlo imprigionare e infine lo assassinarono, mettendo a tacere la sua voce profetica.

Cosa dice oggi alla Chiesa universale la vita di To Rot? Cosa può insegnarci la sua storia?
Quando Papa Francesco sentì parlare per la prima volta del Beato Peter To Rot, disse: "Questo è il Santo di cui la Chiesa ha bisogno in questi tempi". Ed è vero: era un laico, sposato, padre di tre figli, morto a 33 anni in difesa del matrimonio e della famiglia. In questi tempi, in cui il matrimonio e la famiglia sono così attaccati e subiscono ogni tipo di distorsione, la figura di questo Santo è una bussola a cui guardare, per ricordare ancora una volta il progetto di Dio sul matrimonio e sulla famiglia.

È stata richiesta una dispensa per il miracolo necessario alla canonizzazione: Perché è stata scelta questa via?
Ci sono due cose importanti da dire a riguardo. Primo, un numero impressionante di segni e grazie è attribuito all’intercessione di Peter To Rot. Non si deve pensare che non ci siano miracoli, anche se preferiamo chiamarli "segni" perché i miracoli richiedono l’approvazione ecclesiastica. In Papua Nuova Guinea, le persone ricevono molti segni tramite l’intercessione del Beato. In secondo luogo, in Papua Nuova Guinea non ci sono ospedali, medici o professionisti che possano testimoniare o fornire prove di questi segni, né esistono registrazioni scritte o documentate. Questo perché la gente dei villaggi è molto semplice e mantiene una cultura orale. Questa mancanza di risorse ha reso molto difficile per noi "dimostrare" o "provare" un miracolo. Per questo motivo abbiamo chiesto a Papa Francesco una dispensa dal requisito del miracolo, in quanto sarebbe stato quasi impossibile soddisfarlo. Ciononostante, è necessario menzionare e ribadire che i segni attribuiti all’intercessione del nostro martire continuano a moltiplicarsi.

Durante il Viaggio Apostolico di Papa Francesco, la Chiesa della Papua Nuova Guinea ha chiesto l’intervento del Pontefice per accelerare il processo…
La richiesta di una dispensa dal miracolo è stata presentata all’inizio del 2024, con la speranza che la canonizzazione potesse avvenire durante la visita papale di settembre. Sebbene la risposta favorevole riguardo alla dispensa sia arrivata nel giro di poche settimane, restava ancora molto lavoro da fare per preparare la Positio e le altre questioni. Durante la visita di Papa Francesco nel settembre 2024, ho avuto l’opportunità di parlare con lui, insieme agli altri sacerdoti argentini presenti qui in Papua, per quasi un’ora, e lo ringraziai per il suo aiuto nella Causa di To Rot. Mi disse: "Voglio canonizzarlo io stesso".

Per i missionari della Papua Nuova Guinea e per i catechisti di tutto il mondo, cosa rappresenta oggi, secondo lei, la canonizzazione di To Rot?
La canonizzazione di To Rot, a mio avviso, è un grande incoraggiamento per tutti i cattolici della Papua Nuova Guinea a continuare a percorrere la via della santità personale. Ci ricorda che la santità non è un lusso, ma una cosa necessaria. Oltre a questo, la testimonianza di To Rot proclama con forza al mondo intero che il progetto di Dio per la famiglia e il matrimonio è: un uomo e una donna, uniti per tutta la vita, fino alla morte. L’unità e l’indissolubilità del matrimonio sono costantemente attaccate, distorte e ridicolizzate dal mondo moderno. To Rot, che ha versato il suo sangue in difesa di queste verità, ci ricorda che è più importante obbedire a Dio che agli uomini. (Agenzia Fides 13/6/2025)


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